Sofferenza e Pentimento

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Spinsi Invictus al galoppo, stringendo nella mano libera dalle redini il plico di lettere. Temevo volassero via per l'impeto della corsa. Il vento freddo mi intirizzì le membra e mi screpolò le labbra. Penetrava l'abito leggero, ancora bagnato per il temporale. I capelli intrisi di pioggia pendevano flosci sul mio viso. Nubi minacciose si intravedevano all'orizzonte nonostante la tempesta fosse giunta al termine, mentre il sole restava nascosto.  Fissai le missive incuriosita. Celeste si avvicinò a me poggiando il capo sul mio petto. 

<< Mamma, chi ha scritto le lettere?>> le sue parole si persero nella corsa.                                            << Non lo so. Ma lo scoprirò presto.>> le sussurrai all'orecchio.  Mi prese la mano e guardando l'intestazione delle buste  disse << Ha una bella scrittura, simile a quella di Fitzwilliam>>    Sgranai gli occhi << Come conosci la calligrafia di quell'uomo ?>>                                                              << Mi ha mandato moltissime lettere negli ultimi mesi>> rispose in tono neutro . Mr Wickham aveva intrattenuto una corrispondenza assidua con la piccola a mia insaputa. Una fitta di gelosia percorse la mia schiena. Invidiavo Celeste per ogni parola che aveva ricevuto da lui.  Questa rabbia quasi infantile, mi lasciò di stucco. Mi sentivo piuttosto patetica. Iniziai a ridere istericamente per sfogarmi. La piccola mi guardò interrogativa, ma non disse nulla. 

Oltrepassati i cancelli di Pemberley notai immediatamente una carrozza ferma nel cortile. Intuii che l'ospite preannunciato era giunto.   Non poteva essere Mrs. Darcy  che  aveva deciso di compiere una lunga passeggiata per recarsi dalla sorella.  Affidai Celeste alla domestica e dopo essermi resa presentabile mi recai nel salotto dove eravamo soliti ricevere gli ospiti. Emisi un sospiro di incoraggiamento e feci il mio ingresso nella sala. 

<< Mia cara, ti stavamo aspettando con ansia>> mio padre mi abbracciò, facendomi sedere accanto  allo sconosciuto, che alzatosi si esibì in un profondo inchino e mi baciò la mano.  Lo scrutai attentamente. Indubbiamente era di bell'aspetto. I capelli biondi si arricciavano dolcemente sulla fronte. Gli occhi di un blu intenso rivelavano la sua eccessiva superbia. Il suo atteggiamento tronfio e arrogante mi suscitò un'immediata antipatia. Indossava  abiti all'ultima moda. La giacca corta in velluto blu si intonava perfettamente ai pantaloni in panno beige. Portava sotto braccio un alto cilindro in raso nero.                                                                                                 << Vi presento mia figlia Miss Helen Anne Georgiana Darcy.  Vi lascio nelle sue abili mani>> disse rivolgendosi al gentiluomo, poi si volse verso di me e aggiunse << Costui, mia cara, è Lord Arthur Wellington. Abbine cura, purtroppo devo sbrigare un affare urgente>> . Mi lanciò uno sguardo di incoraggiamento e uscì.  Mi sentii tradita. Mr. Darcy conosceva il mio attuale turbamento, ma non aveva esitato ad abbandonarmi al mio destino.  Il silenzio calò nella stanza. Cercai disperatamente un argomento di conversazione, ma non ero dell'umore giusto per trovarlo. 

<< Sono estasiato di fare la vostra conoscenza. Ho molto  sentito parlare di voi in società , ma non ho avuto il piacere di incontrarla personalmente. Siete molto più bella di quanto mi era stato riferito.>> esordì 

<< Suppongo di essere al centro di tutti i pettegolezzi di Londra>> affermai guardandolo negli occhi. 

<< Avete un carattere piuttosto particolare , ma nulla che non possa essere domato con il matrimonio>> ghignò sfiorando con il palmo della mano la mia gonna. 

<< Ne dubito, Lord Arthur. Chiunque voglia cambiare il mio carattere , dovrà fare i conti con la mia volontà. Ho sempre affermato che mio marito dovrà essere disposto ad assecondare il mio desiderio di libertà in cambio della mia dote.>>. 

The heiress to PemberleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora