In carrozza a Bingley Mannor

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La luce del primo pomeriggio filtrava svogliata dal finestrino della carrozza, inondandone soffusamente l'interno. 

 Un raggio,  costellato da una miriade di pagliuzze dorate,  modellava con dolci chiaroscuri le morbide pieghe del mio abito di mussolina bianca, un po' fuorimoda ma decisamente comodo.

Abbandonai mollemente una mano sul grembo, scostando con l'altra le pesanti tendine di velluto rosso. Il paesaggio mi  sfrecciava intorno, cambiando in sintonia con il movimento dei cavalli: le chiome verdi degli alberi di Pemberley si fondevano con il grigio delle collinette brulle e con il blu del cielo , straordinariamente terso per quella stagione.

Gli unici rumori che si avvertivano erano lo scalpiccio dei bai e la voce del conducente che li incitava con un marcato accento del Derbyshire.

Come di consueto dopo l'arrivo di nonna Bennet, io e mia madre ci recavamo in visita dai Bingley . 

 Mio padre, infatti, aveva categoricamente proibito l'accesso della signora Bennet  ai "sacri orti di Pemberly".  Sosteneva di aver sopportato sin troppo l'impertinenza  della suocera durante il suo fidanzamento da bastargli per tutta la vita.  Apprezzava, invece, la compagnia del mio sarcastico nonno.

Di norma anche il signor Darcy andava a porgere i suoi omaggi a Mrs. Bennet, ma quel giorno "un impegno improrogabile" aveva trattenuto tutti gli uomini della famiglia lontano da Bingley Mannor.

Io, strappata brutalmente dalla mia cara biblioteca e catapultata in carrozza da una madre euforica, avevo lo stesso stato d'animo del condannato a morte, mentre conta i secondi che lo separano dalla ghigliottina. La signora Darcy non perdeva mai un'occasione per ricongiungersi alla sua adorata Jane, costringendomi a trascorrere interi pomeriggi tra le occhiate velenose e i commenti sarcastici delle mie due cugine. Stavolta a rincarare la dose ci sarebbe stata anche la mia "adoratissima" nonna.

<< Ti prego di accostare le tende, mia piccola Lizzy. Rischi di rovinarti la carnagione esponendoti incautamente al sole>> disse mia madre con il suo solito tono sommesso.

Guardai la pelle delle mie braccia, decisamente troppo scura per una signorina di buona famiglia.  Le mie cugine avevano deliziosamente definito il mio colorito " volgare" e "scacciamariti", ma non mi sarei mai sognata di rinunciare alle cavalcate e alle battute di caccia con mio padre per il loro incarnato niveo.

Accostai le tende per non dare inizio a una delle epiche litigate con mia madre.  L'età aveva mutato il carattere delle signora Darcy, rendendolo  pericolosamente simile a quello della madre.  Non che fosse stupida e civettuola come Mrs.  Bennet , ma solamente più dedita ai pettegolezzi e alla sua  toeletta.

<< Helen,maman, Helen>> precisai con sguardo di sfida  << Non capisco il motivo per cui tu mi abbia chiamato così se evidentemente preferisci  Elizabeth>>

Tutti nella mia famiglia avevano notato, sin dalla mia nascita, la straordinaria somiglianza fra me e mia madre, tanto da affibbiarmi quell'odioso soprannome.

Da lei avevo ereditato la corporatura esile e slanciata, i lunghi capelli scuri e leggermente ondulati, ma soprattutto lo sguardo ironico e pungente.  Dei Darcy avevo solo il cognome. Mi mancavano la grazia e la fierezza di mio padre  così come il portamento di zia Georgiana.

Nonostante ciò, odiavo essere paragonata costantemente alla signora Darcy di cui il resto della famiglia mi considerava una copia malriuscita.

<< Helen Anne Georgiana Darcy!>> sbottò  lei severa << é questo il modo di rispondere a tua madre? >>

Quei begli occhi , gli stessi che avevano stregato mio padre, si corrucciarono. Li osservai più attentamente, confrontandoli ai miei . Notai, sorpresa, quanto la sua maternità li avesse addolciti , privandoli di quell'odiosa aria saccente della sua  gioventù.

Il nero, un po' sbiadito, si sfumava intorno alla pupilla in un marrone più caldo e amorevole.

Indubbiamente il matrimonio aveva cambiato entrambi i miei genitori , smussandone gli spigoli caratteriali: l'uno era diventato più aperto e affabile, l'altra più elegante e meno scontrosa.

<< Maman, quindi conosci il mio nome completo? Ormai non ci speravo piú >>battei le mani mimando l'euforia infantile.

<< Perché hai ereditato il mio sarcasmo?>> imprecò scuotendo tutta la sua figura leggermente appesantita << Non potevi possedere la dolcezza di zia Jane o la mitezza di Georgiana?! >>

<< Oppure l'attitudine al consiglio di Lady Catherine De Bourgh >> intervenni divertita e scoppiammo entrambe a ridere.

Lady Catherine, zia di mio padre, aveva osteggiato ferocemente il matrimonio con mia madre. Riteneva  che una comune campagnola , seppur figlia di un gentiluomo, non fosse all'altezza degli antenati del nipote, su cui credeva di possedere piena potestà.

 Aveva pianificato, sin dalla nascita del signor Darcy,  le nozze con la sua unica figlia, la malaticcia e  priva di spirito Anne De Bourgh.

L'unione con Elizabeth Bennet  aveva dato il colpo di grazia e Anne si era spenta  improvvisamente.  In seguito i rapporti fra zia e nipote si riallacciarono e Lady Catherine accettò mia madre come legittima Mrs.  Darcy, sperando forse nella mancanza di un erede.

Alla mia nascita, scrisse  a mio padre una lettera tremenda in cui parlava della signora Darcy in termini piuttosto offensivi e mi additava come "la profanazione delle ombre di Pemberley". Mr. Darcy  tagliò  definitivamente tutti i ponti, almeno fino alla morte della zia.

Nel testamento lei lasciava tutti i suoi poderi, compresa la residenza di Rosings, a Georgiana Darcy e un vitalizio di 3000 sterline l'anno ai Collins.

Mio padre, nonostante i trascorsi,  represse il suo orgoglio non senza l'intervento di mia madre e si recò alla commemorazione funebre, assistendo zia Georgiana nelle formalità testamentarie.

Dopo le nozze con Mr. Beckett, un altolocato generale inglese, zia Georgiana si era stabilita a Rosings con il marito e i due gemelli Fitzwilliam e Anne. Ora godeva della " piacevole" compagnia dei coniugi Collins, ossequiosi più che mai.

Presa da queste riflessioni non mi accorsi di essere arrivata a destinazione.



Angolo dell'autrice: questa è la mia prima storia  e ho pensato di inaugurare la mia scrittura con una fanfiction dedicata alla mia scrittrice preferita.  Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e non vi abbia annoiato.  Mi auguro di potermi migliorare nel tempo grazie ai vostri commenti. Grazie e al prossimo capitolo ;)

The heiress to PemberleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora