Capitolo 34

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Tyler rimane zitto fino al secondo. Il cameriere ci porta il menù per ordinare un altro piatto. Ivan è al bar e mi fissa. Oggi non ne va bene una. <<Tyler, che prendi?>> <<Non lo so.>> Risponde seccato. <<Cos'hai?>> <<Niente.>> <<Tyler?>> Cerco di prendergli la mano, ma lui la ritrae. <<Mi spieghi che succede?>> <<No.>> <<Ti prego..>> <<Ci ha provato con te.>> <<Si. E io gli ho detto che non desidero conoscerlo.>> <<Non gliel'hai detto chiaro.>> <<E come dovevo dirglielo, sentiamo..>> <<Ivan, grazie per il tuo numero, ma sto benissimo con il mio ragazzo qui presente, e di te non me ne frega una beata minchia, come non mi frega di altri ragazzi.>> <<Ma sei serio?>> <<Si.>> <<Dai, lo sai che non sono così..>> <<Va beh, lascia stare.>> Si rimette a guardare il menù. Faccio per dire qualcosa, ma arriva il cameriere. Ci chiede se siamo pronti per ordinare. Mi rendo conto di non aver neanche letto il menù.. <<Prendo una bistecca ai ferri.>> Dice Tyler. <<Io al sugo.>> Non ho molta fame, la pasta e gli stuzzichini mi hanno riempita, ma se devo prendere per forza qualcosa.. <<Va bene.>> Prende le ordinazioni e se ne va. Ivan ha la testa appoggiata al bancone e ha un bicchiere vicino a lui. Non si è mai mosso da quella posizione, o almeno così mi sembra. Dopo nemmeno cinque secondi, il cameriere, torna. <<Questa gliela offre il ragazzo al bancone.>> Mette sul tavolo una Coca cola. A quanto pare mi ha osservata bene per sapere cosa bevo.. Inizio ad avere paura.. <<Eh no, adesso mi ha rotto il cazzo!>> <<Tyler che?..>> Si alza e va al bancone del bar. Merda!Cerco di stare calma, ma ho paura che possa fargli male, ricordandomi come ha preso a pugni Brian. Quel tipo è ubriaco e Tyler infuriato.. Non può finire bene. Ma so che ad una rissa corpo a corpo vincerebbe lui. O almeno così spero.. Non arriveranno alle mani. Mi ripeto. Lo vedo che parla, non muove un dito su di lui. Mi indica, Ivan sorride e dice qualcosa. Peccato che non riesco a leggere le labbra.. Mi sto per alzare, ma lo vedo tornare.. Si siede. Sospira. <<Che gli hai detto?>> <<Niente di che.>> <<Tyler.>> <<Gli ho messo in chiaro come stanno le cose. Tu stai con me e non desideri conoscere altri ragazzi, se non me.>> <<E lui?>> <<Lui ha capito e non ti ronzerà più intorno, anche perché se lo fa è morto.>> <<Tyler..>> <<Scherzo.>> Riusciamo a mangiare il secondo senza avere il muso. Decidiamo che per il dolce andiamo in una gelateria. Il cameriere ci porta il conto. Noto che da quando Ivan è venuto al nostro tavolo, Tyler non mi ha più chiamata "piccola" o "amore".. Dopo una lunga litigata su chi dovesse pagare il conto alla fine abbiamo trovato una specie di compromesso. Lui paga la cena, io il dolce.

Torniamo in macchina. <<Ti porto in un posto bellissimo.>> Accende la radio e parte. Tiene gli occhi fissi sulla strada mentre la musica bassa si diffonde in tutta la macchina. <<Tyler, posso chiederti una cosa?>> <<Si.>> <<Perché non mi chiami più.. Piccola o amore? Mi sembri molto distaccato..>> <<Non sono distaccato. Cerco semplicemente di stare calmo.>> <<E devi per forza esserlo senza chiamarmi in quei modi?>> <<Si.>> <<Perché?>> <<Avie, fai sempre così tante domande.. Se non voglio rispondere non rispondo.>> È arrabbiato.. Lo so, mi ha chiamata Avie.. Non rispondo, guardo fuori dal finestrino. Lascio che la testa si abbandoni sul sedile. Sono stanca di litigare, di farmi mille pensieri su cosa gli può passare in quella testa del cavolo che si ritrova e sono stanca di essere stanca. <<Mi dispiace.>> Resto zitta. <<Avie?>> Alzo la testa e guardo davanti a me. <<Mi dispiace.>> Ripete. Rimango impassibile. <<Puoi almeno dirmi che hai sentito e che non sei tornata depressa?>> Mi giro verso di lui. <<Ho sentito.>> Dico in tono monocorde. <<Non hai detto che non sei depressa.>> Silenzio. <<Avie.>> Giro la testa per guardare fuori dal finestrino. Sterza e si ferma in un parcheggio deserto. <<Avie, ti prego.>> Lo guardo. Mi fissa negli occhi senza dire niente. Aspetta che sia io a parlare, ma io non ho le forze per dire niente. <<Parlami, Avie.>> <<Smettila.>> <<Di fare cosa?>> <<Di chiamarmi così.>> Esco dalla macchina. Mi segue. <<Dove vai?>> <<Ho bisogno di aria.>> Si avvicina a me. <<E io ho bisogno di te.>> Anche io ho bisogno di lui. Ho bisogno di aria ed è lui la mia aria. <<Sono stanca, Tyler. Sono stanca di tutto..>> Inizio a piangere, ormai mi ci sto abituando e le lacrime sono praticamente autonome, è come se non facessero più parte di me.. <<Lo so, piccola..>> Tiro un sospiro di sollievo. Mi mancava sentirmi chiamare così. Mi abbraccia. <<Andiamocene..>> <<Cosa?>> <<Andiamo via. Lasciamo questo posto.. Stacchiamo la spina per un po'.. Solo io e te.>> <<Lo faresti?>> <<Io lo farei per te.>> <<Perché? Non ha senso..>> <<Tutto ha un senso se si tratta di te. Farei qualunque cosa pur di renderti felice. Io voglio renderti felice, amore.>> Mi guarda negli occhi, so che è sincero. Una pazzia dopo un'altra. <<Va bene, partiamo. Ovunque.. Andrei ovunque con te!>>

<<Senti la canzone che c'è alla radio?>> <<Si, l'ho sentita un paio di volte, non l'ho ascoltata bene, ma è molto bella.>> <<Si chiama Carillon, ascolta bene. Questa sarà la nostra canzone.>> Sono senza parole. Lo abbraccio e lui mi bacia la tempia. Durante la canzone ci dondoliamo come se dovessimo ballare. Abbiamo la fronte appoggiata l'una sull'altro e ci guardiamo le labbra. <<Piccola mia, ascoltale.. Solo tu mi conosci davvero.. Voglio ventiquattr'ore, ma tu non chiedermi il perché, ventuno delle quali, sai, ti porterei con me.. Un'ora per pensare alle ventuno prima insieme a te.. Vorrei portarti lontano da qua dove nessuno ci potrà vedere.. Lasciami un centimetro di cuore, fallo per l'eternità. Così quando vorrai cercarmi, saprai dove trovarmi.. Vorrei vivere ogni ora come fosse l'ultima. Ma so che c'è un posto per me, ma nulla ha senso se poi non ci sei te. Vieni via con me! Sorridimi come sai fare tu, non c'è nessuno. Le cose più belle arrivano nel momento meno opportuno. Tu tienimi per mano mentre parlo, tutti sanno che ti amo e di certo continuerò a farlo. Ricordati di me e di tutto ciò che è stato.. Io sarò sempre qua, sarò sempre qua, sarò sempre al tuo fianco nessuno ci dividerà.. Ma so che c'è un posto per noi.. Lascia che il vento porti via la pioggia. Nessuno ci dividerà mai più..>> Ha canticchiato solo le cose più importanti. Mi allontana e mi fissa negli occhi. Cavolo,poteva avvertirmi.. Piango come un'idiota. <<Ti voglio dedicare questi pezzi di canzone, perché è quello che penso. Ti amo da morire e questo non potrà mai cambiare. È l'unica cosa che non cambierà in noi. L'amore che proviamo è indistruttibile. E lo sarà per sempre.>> Le lacrime non fanno che aumentare. Mi abbraccia sorridendo. Lo amo follemente, farei qualunque pazzia per lui. E questa è una di quelle pazzie. E so che lui farebbe lo stesso. Mi ha dedicato una canzone, con tutti gli alti e bassi che abbiamo avuto, mi ha dimostrato quanto mi ama! So che qualunque cosa succeda tra noi, io non mi arrenderò mai. Lotterò fino alla fine per lui. Lui è la mia fine. Lo è sempre stato e sempre lo sarà.

Lui, la mia cura... [Completata] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora