Capitolo 4

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Arriviamo al locale e noto che è praticamente vuoto. Ci sediamo ad un tavolo vicino ad una finestra che dà sulla città. Di sera è stupenda tutta illuminata dai cartelli pubblicitari, dagli uffici delle persone che lavorano di notte e dalle case della gente. Io e Brian ci teniamo per mano. Una cameriera ci porta il menù, di sfuggita vedo che sorride a Brian, che non fa il minimo cenno di notarlo. Scelgo una pizza wurstel e patatine, Brian ordina per due. La ragazza torna: <<Cosa ti porto da bere?>> Chiede parlando solo con Brian. Rispondo io: <<Per me, una coca-cola, grazie. Brian?>> La ragazza prende l'ordine e poi torna a guardare lui. Brian mi sorride e ordina una birra analcolica. Lei sorride di nuovo e non accenna ad andarsene. Lo continua a fissare. Non so cos'è che mi tiene ferma e non prenderla a pugni. <<Scusa, le nostre ordinazioni non si portano da sole.>> Dico, acida. Meglio passare per antipatica  che farmi vedere tranquilla davanti a questa... Questa specie di troietta. Mi stupisco dei miei stessi pensieri.. Ma, comunque, io non sono affatto tranquilla in questo momento. Appena va via, tiro un calcio da sotto il tavolo a Brian che le guarda il sedere. <<Ahia! Che ho fatto?!>> <<E me lo chiedi pure?!>> Si mette a ridere. Nonostante io sia arrabbiata a morte con lui, non riesco a non pensare a quanto mi piaccia la sua risata... Ma come fa a ridere ora?! <<Come se tu non guardassi nessuno.>> Sta volta rido io. <<Perché ridi?>> <<Perché non dovrei? Ti pare che guardo qualcuno qua dentro? Io guardo te e basta. Non ho bisogno di guardare nessuno perché ho te. E poi... Niente è bello come te, niente qua dentro.>> Gli dico citando una canzone che mi piace tantissimo e so che ricorda, perché l'ascoltavamo insieme. Sorrido. Lui si avvicina e mi bacia sulla bocca. <<Tutto ha un prezzo, ma nulla vale quanto un tuo bacio.>> Ed ecco un'altra citazione della stessa canzone. Me l'ha sussurrata sulle labbra e ora mi dà un altro bacio e per fortuna la cameriera ci vede e sembra infastidita. La rabbia di prima si è dissolta grazie al bacio, ma è durata poco. Lascia sul tavolo i bicchieri, ma mi sembra che sotto quello di Brian ci sia un biglietto. E infatti non mi sbagliavo. Lui con destrezza lo mette in tasca, faccio finta di niente. No, non ci riesco. <<Cos'hai messo in tasca?>> Chiedo, facendo l'indifferente. Mi fissa. <<Ni... Niente.>> <<Brian, tira fuori quel pezzo di carta, ora.>> Mi sto scaldando... <<Non è niente, Avie.>> <<Tira fuori!>> Ho gridato, ma in questo momento mi interessa ben poco. Quei pochi clienti ci guardano, pensavano di finire la cena in pace. Poveri illusi! <<Okay, okay..>> Mette il biglietto sul tavolo e io lo prendo. Lo apro: c'è scritto un numero di telefono e il nome della cameriera. Emi. Lo accartoccio e glielo butto in faccia. <<Avie, aspetta!>> <<Portami a casa, subito!>> Mi alzo. Non voglio andare a casa con lui, ma non ho la macchina. Ecco, uno dei motivi per cui dovrei comprarla, poter scappare da situazioni come questa.. <<Avie... Non abbiamo nemmeno mangiato, almeno finiamo la cena e fammi spiegare poi ti porto dove vuoi...>> Cammino veloce e lui mi segue. Non mi volto ma sono sicura che sul volto truccatissimo della troietta ci sarà dipinto un ghigno. Bastarda!  <<Sta zitto, Brian. Non parlarmi! Mi è passata la fame.>> Esco dal locale, non sento neanche il freddo della sera invernale, sono troppo arrabbiata per sentirlo, mi siedo in macchina. La lascia sempre aperta. È un brutto vizio che non riesce a togliere. Esce, dopo aver pagato le bibite, che non abbiamo toccato, e butta il biglietto nel cestino. Almeno non l'ha stirato e rimesso in tasca. Entra in macchina. <<Avie, io non avevo intenzione di chiamarla, te lo giuro.>> <<Non giurare, Brian, ad alta voce. Non ti ascolti.>> <<Si, mi ascolto, Avie!>> <<Smettila! Metti in moto e portami a casa!>> Sbotto. <<Meriti il meglio di me, ma riesco a farti vedere solo il peggio.>> Gli sento dire. Resto zitta. <<Vorrei dirti cose che ti fanno sentire unica, ma ogni volta che ti guardo negli occhi mi perdo in fondo al tuo sguardo e non riesco a dire più niente.>> <<Basta, Brian, ti prego, non ti voglio ascoltare e smettila di citare questa canzone, non hai nemmeno un po' di originalità?>> Non gli lascio il tempo di rispondere. Accendo la radio. Per tutto il tragitto fino a casa non parla e lo ringrazio, mentalmente. So che se continuava a parlare, lo perdonavo e questo non lo posso accettare da me. Perché, va bene tutto, ma io ho rispetto per me stessa e non sono una cretina. Vedo con la coda dell'occhio che muove la mano. Non lo guardo, perché se lo faccio mi sciolgo. Me la posa sulla coscia. La sposto e lui toglie la mano con un lamento. Finalmente siamo arrivati a casa mia. Scendo dalla macchina e mi sorprendo che lui scenda dopo di me. Salgo le scale dell'entrata e apro la porta. <<Avie, aspetta un minuto!>> Mi dice lui, rimanendo sulla soglia. <<No, Brian. Con te ho chiuso! Non ci riesco e lo sai anche tu. Basta! Vattene a casa e non cercarmi più!>> gli chiudo la porta in faccia. Scoppio a piangere subito dopo, so che l'eyeliner è colato, sembrerò un panda. Lo sento gridare da fuori, mi costringo a non guardarlo dalla finestra. Sento i cani che abbaiano in risposta al suo grido. Fa malissimo averlo trattato così, ma ha sbagliato e non potevo far niente. Mi giro per andare in camera mia e la mamma mi fissa da sopra le scale. <<Tesoro, che è successo?!>> Salgo, senza dire una parola, la abbraccio. Non ho mai desiderato, così tanto, che mi stringesse fra le braccia come questa sera. Mi abbraccia e scoppio di nuovo in lacrime. Non fa domande. Mi accarezza la schiena e mi bacia la testa. <<Va tutto bene, tranquilla.>> <<No, mamma, non va tutto bene. L'ho perso. Per colpa di quella... Quella ragazza.>> <<Ragazza?>> Alzo la testa e in un sussurro dico: <<Non riesco a spiegare, mamma.>> <<Oh, tesoro!>> Dice lei e mi appoggia di nuovo la testa sul suo petto.

Non riesco a dormire, mi sento agitata. Non mi sono mai sentita così. E se è successo qualcosa a Brian? Accendo il telefono, nessuna chiamata. Guardo il suo ultimo accesso di WhatsApp: 19.30. Deve essere successo qualcosa, me lo sento. Gli scrivo: "Brian, stai bene? Ti prego, chiamami ho bisogno di chiarire." Passa un'ora e non risponde. Provo a chiamarlo. Il cellulare è spento. Mi sale l'ansia. Chiamo suo fratello. Sono sicura che gli è successo qualcosa e non saprei cos'altro fare. Non vivono insieme, lo so, ma spero vivamente che l'abbia sentito. Tyler è il mio secondo migliore amico. Siamo legati come due fratelli e gli voglio un bene dell'anima, pure dopo una cotta per me, un anno fa. Mi risponde al secondo squillo: <<Avie..>> È successo qualcosa, non mi chiama mai così.. Lui mi chiama piccola. <<Tyler, ciao. Emm.. Volevo sapere se hai sentito Brian, se sta bene. Ha il telefono spento.>> C'è un momento di silenzio dove mi frullano in testa un miliardo di pensieri orribili. <<Avie.. Brian ha avuto un incidente.>> Rimango scioccata. Il mondo mi è crollato addosso. Mi manca l'aria. <<O mio Dio.>> Riesco solo a dire. Tutte le mie paure si sono fatte sentire in due minuti di conversazione. <<Tyler, è... È...>> Arrivano le lacrime. <<No, no! Te l'avrei detto subito, in quel caso.. Ora siamo in ospedale.>> Tiro un sospiro di sollievo, le mie paure svaniscono, ma solo in parte. Le lacrime non si fermano. <<Arrivo.>> Riattacco, mentre sento che dice: <<Non c'è bisogno, piccola..>> Ma io ci devo andare, anche se per lui non ce n'è bisogno. Mi metto le prime cose pulite che trovo. Vado a svegliare mia madre. Non riesco a spiegarle niente. Dalle mie lacrime capisce che non ho nessunissima voglia di darle spiegazioni e ancora una volta non fa domande. Si veste e prende le chiavi della macchina. Quando saliamo provo a spiegarle, ma solo perché lo devo fare. <<Mamma... Brian...>> Non riesco a finire la frase. <<O mio Dio, Avie... Mi..>> <<No, mamma... Non è... Oh, Dio, no! Ha avuto un incidente. Mi devi portare all'ospedale.>> Tira un sospiro. <<Andrà tutto bene, calmati.>> No, allora non capisce. <<Mamma, Brian per me è tutto, se dovesse... Non so cosa farei!>> Dico tra le lacrime. <<Non succederà.>> Dice solamente. Fissa la strada pensierosa. Va troppo lenta. <<Accelera!>> <<Tesoro, non posso, il limite è 70.>> <<Mamma, non me ne frega niente del limite! Brian è in ospedale e rischia di morire! È anche colpa mia! Quindi muoviti!>> Dico isterica. So che non la sto trattando bene, ma ci penserò dopo, ora sono troppo spaventata. <<Tesoro, non esagerare..>> <<Mamma, cazzo! Perché non capisci che non posso vivere senza di lui?!>> Non replica, immagino che stia pensando alla stessa cosa mia. Quando aveva la mia età è successa la stessa cosa anche a lei. Ma quella volta non è andata bene perché mio padre ha avuto una crisi che l'ha portato alla morte. Ed è per questo che sono cresciuta senza una figura maschile accanto.. Mia madre non ha voluto altri uomini dopo di lui, ha dovuto fare le parti di entrambi. Non con ottimi risultati per la parte di mio padre, ma assolutamente impeccabili per la sua. Accelera e finalmente riesce a superare i 100. Nel tragitto non incontriamo traffico e neanche la polizia. È l'una di notte, direi che le persone hanno altro da fare.

Arriviamo dopo circa trenta minuti da quando siamo partite da casa. Scendo dalla macchina mentre mia madre sta parcheggiando. Non sento nemmeno il freddo pungente della notte invernale che mi taglia le guance, mentre corro verso l'entrata. È la seconda volta, stasera, che non sento il freddo.. Inizio a pensare di non essere fatta di carne e sangue. Entro nell'ospedale e chiedo di lui ad un'infermiera. Mi dice che è al secondo piano, guardo la tabella: terapia intensiva. No, Brian, no. Ti prego! Prendo le scale, l'ascensore è troppo lento.

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Spazio autrice
Allora, che ne pensate del nuovo capitolo? Vi aspettavate la litigata, la reazione di Avie, l'incidente? A Tyler piace ancora Avie? E Avie è sicura di ciò che prova per Brian? Brian sopravvivrà? Cosa pensate che succederà adesso?
Scrivetelo nei commenti e sarò felice di rispondere alle vostre domande. 🤗

Scusate in anticipo se tarderò a scrivere alcuni capitoli, ma non ho un wi fi a portata di mano. 🙂

Spero che il libro vi piaccia e grazie per leggerlo. ♥

Lui, la mia cura... [Completata] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora