Capitolo 35

10 2 0
                                    

Saliamo in macchina. Prosegue per un po' e arriviamo davanti a un bar. C'è poca gente e spero di fare in fretta. Entriamo. <<Tyler!>> Sento una voce maschile. Mi giro.. Oh no! Ethan.. <<Ehi, straniero! È da un po' di giorni che non ci vediamo..>> Si avvicina, mi ha visto subito. <<Già.. Anche tu potevi farti sentire, ragazzo mio. Ti ho mandato un messaggio, ho saputo.. Mi dispiace tanto.>> Abbasso lo sguardo, non sono affari che mi riguardano. Tyler non risponde, sento gli occhi di entrambi su di me. Alzo la testa e la sensazione era giusta, mi fissano.. <<Hai sentito cosa ti ho detto?>> Mi chiede Ethan. <<Non l'hai detto a lui?>> <<No.. A te. Ti ho mandato un messaggio, ma non mi hai risposto.>> <<Non avevo credito.>> Taglio corto. È una bugia, ma lui non lo dovrà sapere. In effetti, mi ha scritto: "Mi dispiace di averti baciata, l'altro giorno.. Vorrei poter tornare indietro e ricominciare da capo.. Chessò, essermi svegliato prima, magari.. Mi dispiace per Brian.. Ho saputo.. Ah.. Il tuo numero l'ho chiesto a Tyler quando ci hai lasciati soli.. Non ti dà fastidio, vero? Mi piacerebbe vederti più spesso se ti va, so che stai con lui, ma magari potremmo frequentarci. Se ti andrebbe di frequentare un disagiato come me, ovviamente." Non sapevo chi mi avesse mandato quel messaggio, anche perché non avevo il suo numero, ma quando l'ho capito sono scoppiata a ridere. <<Oh.. Allora l'hai letto?>> <<Si.>> <<E che ne pensi?>> <<Forse non è il momento giusto per parlarne.>> Lancio un'occhiata in direzione di Tyler che sta ordinando. <<Si, hai ragione.. Però mi dispiace davvero di averti baciata, non avevo intenzione di..>> Spalanco gli occhi perché Tyler è dietro di lui con la faccia bianca come la neve.. <<Hai baciato Ethan?>> Perché mi fissa in quel modo? <<Io, no.. Posso spiegare..>> <<Non c'è un cazzo da spiegare, Avie.. Non voglio più vederti, ne a te ne a lui.>> Dice in tono calmo, va verso l'uscita. È arrabbiatissimo, mi ha chiamata per nome.. Aspetta.. "Non voglio più vederti"? <<No, fermati..>> Cerco di bloccarlo afferrandogli il braccio, si gira e mi guarda male, ha gli occhi iniettati di sangue, non l'ho mai visto così.. A essere sincera mi fa un po' paura. Strattona il braccio. <<Non provare più a toccarmi o a rivolgermi la parola.>> <<Tyler, ti prego..>> <<Con te ho chiuso!>> Grida. Tutti si girano a guardarci. Lui esce dal bar. Io vado fuori per seguirlo. Lo vedo andar via, sotto la pioggia, senza parlare, senza guardarmi. Ethan mi abbraccia, mi prende la testa e me la posa sul suo collo. <<Lascialo sbollire.. Poi tornerà..>> Spero che abbia ragione, anche perché senza di lui non riuscirei a vivere. Sento la sua macchina che va via a tutta velocità. Non fare nessun incidente, non sopporterei un'altra perdita. È come se mi avessero strappato il cuore dal petto, lo avessero calpestato e lo avessero anche bruciato per poi buttarlo in un cassonetto della spazzatura. È una sensazione che solo un cuore spezzato, per due o più volte, può capire. Mi stacco da lui. Mi prendo la testa fra le mani e incomincio a piangere. <<Mi hai rovinata, Ethan..>> Singhiozzo. Cammino fino alla panchina dall'altra parte della strada. Non sento nemmeno la pioggia che mi bagna il viso, ormai è già bagnato di lacrime. Non mi importa di bagnarmi, odio la pioggia, perché odio quando ti si appiccicano i vestiti addosso e i capelli alla faccia. Ma per una volta non me ne frega. Questa serata rispecchia il mio umore. Mi segue, mi lascio cadere sulla panchina. Non ho nemmeno le forze di pensare.. Non riesco neanche a reggermi in piedi. <<Mi dispiace. Io pensavo che gliel'avessi detto..>> Si siede accanto, a me, girato nella mia direzione. <<No, Ethan.. Come facevo a spiegargli che ho baciato il suo migliore amico?>> <<Non siamo migliori amici..>> <<Che importanza ha adesso..>> Non riesco neanche a parlare, sto ancora piangendo. <<E poi, se ti ricordi.. Ti ho baciata io.>> <<Non importa più..>> <<Sai come tornare a casa?>> <<Chiamerò un taxi..>> <<Ti posso portare io.>> <<No, grazie. Hai già fatto troppi danni.>> <<Non mi dire così... Permettimi di scusarmi, portandoti a casa.>> <<Va bene, ma solo per stasera. Non ho le forze per litigare anche con te.>> Sorride soddisfatto. <<Vieni, la mia macchina non è lontana.>> <<Ti dispiace se stiamo ancora un po' qua? Non voglio rivedere mia madre in questo momento, e ho tanto bisogno di aria.>> Ma la mia aria se n'è appena andata, forse, -oltre che da me in questo momento-, anche dalla mia vita, per sempre.. <<Va bene, come vuoi.>> Mette le braccia dietro la testa e una gamba sull'altra, nella tipica posizione dei ragazzi. Dopo pochi minuti gli chiedo di non portarmi a casa, ma in un albergo e lui si rifiuta dicendo che posso dormire da lui, perché non disturbo. <<Tu vivi da solo?>> <<Si.>> Mi sale un brivido di freddo, sta piovendo, ed è ancora inverno e di sera le temperature calano sotto lo zero. Combinazione perfetta per indossare un vestito corto fino al ginocchio e un copri spalle.. <<Vieni qua.>> Mi abbraccia. Che bello.. Si sta bene al calduccio nelle sue braccia. Ma solo perché ho freddo e le sue braccia sono calde. <<D'accordo verrò a casa tua. Ma dovrai stare al tuo posto.. Non dovrai toccarmi.>> <<Va bene, ragazza problematica, come vuoi. Non ho pigiami femminili, te lo dico già.>> <<Non serve, dormo in mutande e canottiera.>> È imbarazzante da dire a un ragazzo che conosco appena, ma già che ci siamo.. <<Ah.. Bene, anche io. Cioè.. Senza canottiera, ma con i boxer.>> <<Perfetto, allora sarò in compagnia.>> <<Già. Dai andiamo, inizia a fare troppo freddo per te, e il tuo vestito è fradicio..>> <<Non ti devi preoccupare per me.>> <<Si, lo so. Ma non posso farne a meno. Non riesco a non preoccuparmi. Mi sento protettivo verso di te in una maniera che non è mai successa con nessuna..>> <<Allora è grave la cosa.>> Ride, mi alzo per guardarlo. <<Hai una bella risata..>> Rido. <<Grazie, anche la tua mi piace.>> Ci fissiamo negli occhi per un istante interminabile, senza dire nulla. Non è un silenzio imbarazzato è solo silenzio. <<Emm.. Okay andiamo. Ho freddo.>> Dico distogliendo lo sguardo dagli occhi nocciola di questo ragazzo disagiato, ma terribilmente carino. Si, ero imbarazzata. Un pochino, e allora? <<D'accordo, principessa. Andiamo.>> <<Principessa?>> <<Si, ti chiamerò così.. Ti dà fastidio?>> <<No, per niente, mi piace..>> <<Bene.>> Non solo mi chiama così, ma mi tratta, pure, come se davvero fossi una principessa. Una principessa idiota che non cerca nemmeno di ricontattare il suo ragazzo, ma forse è meglio, per ora, perché non voglio che faccia incidenti. Mi riprometto di richiamarlo quando arrivo a casa di Ethan. Ma perché vado a casa sua?!

Lui, la mia cura... [Completata] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora