25. Tempeste

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SPAZIO AUTRICE

HELLO!!!
Spazio autrice qua, perchè boh, avevo voglia di farlo qua.
Allora, come state? Tutto bene a scuola?
Io domani ho una verifica, spero vada bene. Oggi sono stanta interrogata in storia tutto bene. Voi avete avuto verifiche?
Da notare Tyler Hoechlin nella gif, madonna mia, ma quanto è bello?

Bhe, vi lascio al capitolo, buona lettura!
Scusate gli errori, alla prossima.
-M.

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<<Non dobbiamo parlare di nulla.>>, sussurro senza girarmi.
Forse questa è la giornata peggiore di tutte. Rivedere mio padre e lasciarlo andare via, quanto posso essere stata stupida da una a dieci? Tremila.
Mi sono pentita, come sempre, delle mie azioni.
L'ora di arte passa velocemente, i miei pensieri e le mie preoccupazioni le metto nel disegno, che a fine dell'ora viene dato alla prof.
Avete presente quando volete solo stare da soli, senza pensieri, ma avete bisogno disperatamente di un abbraccio, ma non di una persona qualunque, della persona con cui stai bene, che non ti giudica, con cui puoi piangere e restare con essa per ore e ore a parlare di tutto, senza paura di essere giudicati. Ecco. Ho bisogno di tranquillità, chiedo tanto?
<<Allison.>>.
Ho sempre odiato ammettere di aver bisogno di qualcuno nella mia vita, anche perché è sotto inteso che, senza determinate persone io non andrei mai avanti e loro lo sanno, ma ho un orgoglio molto alto e non lo metto mai da parte.
<<Allison.>>.
Credo che però, aver bisogno di qualcuno non ci renda deboli, anzi. Penso che ammettere di aver bisogno di qualcuno ci da onore.
<<Allison.>>. Sobbalzo dallo spavento quando mi scuotono per la spalla.
Mi ritrovo quegli occhi verdi scrutarmi preoccupati. <<Dobbiamo andare.>>, dice porgendomi la mano. Rifiuto il gesto e guardo le scarpe di un ragazzo affianco a lui, alzo lo sguardo e vedo Alexander guardarmi come se non mi avesse mai visto persa tra i miei pensieri. <<Ci hanno convocato in aula magna per una riunione di emergenza.>>, aggiunge.
Sgrano gli occhi.
Una riunione di emergenza. Non è mai capitata da quando sono entrata in questa scuola. Raccolgo le cose, mi metto lo zaino in spalla e mi infilo tra loro due. Andiamo verso l'aula magna e ci sediamo in fondo, dove Noah ed Emily ci hanno lasciato i posti.
Il nostro preside, ubriacone e pelaticcio è sopra al rialzo dell'aula, con un microfono in mano, in realtà non serve a nulla, ma i prof lo usano perchè "noi in fondo non ci sentiamo". <<Come sapete, abbiamo convocato tutte le classi presenti oggi, per comunicarvi che la tempesta sta arrivando da noi.>>, dice tenendo il microfono in mano. <<Quindi per questa notte, resterete qui, o meglio, resterete sotto al nostro controllo.>>, afferma.
Ragazzi urlano insulti, sussurrano al compagno affianco, sbuffano e di tutto e di più, facendo rimbombare tutto i casino che hanno creato. Il preside li fa zittire. <<I ragazzi con gli appartamenti dati dalla scuola, cioè all'interno dell'istituto si sono offerti di ospitare alcuni di voi, per chi non troverà posto, un gentilissimo uomo, proprietario di un Motel, non poco lontano da qui, ci ha offerto le stanze per questa notte.>>, dice scandendo bene le parole come se fossimo dei bambini di 5 anni.
Non so cosa sia peggio. La tempesta o passare la notte in un Motel. Mi ricorda molto American Horror Story.
Guardo di sfuggita Emily per assicurarmi di stare con lei in camera.
Si sente un gran frastuono che fa eco in tutta l'aula, afferro la mano di Tyler scambiandola per i braccioli della sedia e la stringo, ma lascio subito la presa. Sta notte non ne esco viva.
<<Prima di andarvene, voglio che vi dividiate: chi ha già un posto dove stare sta notte si alzi e si metta alla mia destra.>>, ordina urlando per sovrastare il chiacchiericcio degli alunni. Un bel gruppo di persone resta seduto. Ci alziamo e andiamo alla sua sinistra. A capo della fila c'è un insegnate bassa, con un sedere enorme, molto sproporzionato rispetto al suo corpicino minuto e all'altezza di 1.50.
Io e Tyler ci scambiano un'occhiata e sbuffiamo contemporaneamente. Mio fratello Christian è di fronte a me, va a dormire nella stanza di un suo compagno di classe. Mi mordo il labbro e aspetto che ci dicano cosa fare.
<<Bene. La professoressa Debenham, vi accompagnerà al Motel.>>, dice indicando la professoressa alta come un tavolino. <<E voi potete andare nelle vostre stanze.>>, dice con un gesto non curante verso gli altri ragazzi.
<<Ragazzi, non voglio casini.>>, dice prima di andarsene e di lasciarci nelle mani di due professori.

Il Ragazzo Dagli Occhi Verdi [Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora