41. Una chiamata inopportuna

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Tyler pov's
Come fa Allison ad addormentarsi ovunque? L'ho portata nel nostro parco. Dove tutto è cominciato, dove abbiamo capito che c'era davvero un sentimento e che eravamo gli unici a non averlo ancora capito.
Abbiamo deciso di venire qui approfittando del tempo e della tranquillità per finire il disegno, ma si è addormentata con la testa poggiata sulla mia coscia circa due ore fa, alla faccia che doveva darmi una mano.
E si, sono rimasto immobile per due ore, solo per non svegliarla, l'unica cosa che muovevo erano le mie mani intente a disegnare l'amore come una cosa concreta. Non mi è mai capitato di rimanere immobile -almeno fino d'ora- per non svegliare una persona, un gesto così semplice, futile, ma che contiene mille significati.
Questa ragazza mi fa uscire pazzo.
L'unica cosa che non mi torna è che è sempre bella, anche con la bocca leggermente socchiusa e gli occhi chiusi, mentre sogna chissà cosa.
Ringrazio il cielo che non sbava, se no altro che dormire sulla mia coscia.
Dopo aver esaminato ogni sua dettaglio che la rende semplicemente bellissima decido di svegliarla.
<<Al.>>, sussurro massaggiandole il braccio, che a paragone con la mia mano è uno stecchino. Mugola qualcosa per poi sprofondare di nuovo tra le braccia di morfeo. <<Al, svegliati.>>, dico di nuovo. Mi chino e le bacio la spalla, un sorriso compare sul suo volto. <<Dai alzati che si è fatto tardi.>>, affermo. Gira la testa verso di me e ne approfitto per lasciarle un bacio a stampo sopra il suo sorriso.
Mi allontano quando si alza per sedersi sul telo. <<Che ore sono?>>, chiede.
Mi alzo e guardo il mio disegno mentre Allison raccoglie tutte le sue cose rimanendo seduta e se le infila nello zaino frettolosa. <<Le sette passate.>>, rispondo con noncuranza. <<La prof sarà fiera di me!>>, dico entusiasta. Fa per prendermi il disegno dalle mani ma la blocco. <<Sarà una sorpresa per te.>>, cantileno mandandole un bacio volante mentre mette giù il broncio.
Si alza dal telo in modo da farmi sistemare le ultime cose, piego il telo e lo metto dentro allo zaino mentre lei mi guarda in piedi. <<Un casalingo.>>, commenta ridacchiando, le faccio il dito medio in risposta. <<Sta zitta.>>, borbotto raggiungendola. <<Altrimenti?>>, mi provoca.
Poso lo zaino per terra e con un passo le prendo il braccio e la trascino verso di me. Fa cadere lo zaino per terra volontariamente in modo da prepararsi al peggio.
La sollevo da terra e la prendo a mo' di sacco di patate. <<Altrimenti ti butto dentro al lago.>>, esclamo mentre cammino verso di esso. Si agita sulla mia spalla. <<Tyler!>>, strilla. Rido sonoramente ma quando sento i suoi denti azzannarmi il fianco lascio la presa e la vedo rotolare per terra. <<Aia.>>, diciamo contemporaneamente. Scoppia a ridere rimando per terra mentre io mi guardo il segno che mi ha lasciato sul fianco. <<Cazzo sei un vampiro?>>, chiedo esaminando la sua dentatura stampata sul mio fianco. Le porgo la mano per aiutarla a tirarsi su. <<Mi hai fatto male.>>, brontola toccandosi il gomito. Fa il labbruccio ma non mi convince per niente. <<Mi hai morso!>>, mi difendo, ma continua ad ignorami e a guardarmi con la faccia da cucciolo bastonato. Le afferro delicatamente le braccia e la porto verso il mio petto, le circondo il corpo con le braccia mentre lei non si muove di un millimetro. Le bacio la tempia, alza la testa e mi guarda basso verso l'alto, chino la testa per far unire le nostre labbra ma il suo telefono squilla. Faccio una smorfia e le blocco la mano che sta per prendere il telefono dentro la tasca. Senza chiederle il permesso le do un bacio che approfondisco senza pensarci su un secondo. Delicatamente mi prende il viso tra le mani e si alza in punta di piedi mentre le stringo i fianchi per evitare di spingermi oltre.
Il telefono smette di squillare e mi rilasso un secondo ma dopo cinque secondi ricomincia di nuovo. <<Tyler.>>, sussurra sulle mie labbra mentre io insisto nell'allungare ancora un po' di più il bacio. Fa scendere le mani sul mio petto e mi allontana di un millimetro. <<Magari è importante.>>, dice poi. Ora tocca a me fare il broncio ma mi allontano comunque. Giocherella con le mie labbra toccandole con l'indice mentre tira fuori il telefono e guarda il numero. Numero sconosciuto.
Serra le labbra in una linea sottile e accetta la chiamata. Appoggia la fronte sul mio petto e risponde smettendo di giocare con le mie labbra. <<Pronto?>>, chiede e alza lo sguardo verso di me in attesa di una risposta che le viene data dopo neanche un secondo. Si paralizza di colpo.
<<È tanto grave?>>, chiede allontanandosi di colpo. È troppo calma, prende a calci i cespuglietti di erba sfogando la sua frustrazione. Si mordicchia le unghie e cerco il suo sguardo per capire che diamine stia succedendo, ma guarda tutto tranne me. <<Si, ecco. Sarò lì appena posso.>>, balbetta. Chiude la chiamata e si rimette il telefono in tasca.
Viene verso di me e allungo la mano per prendere la sua. <<Che succede?>>, chiedo mentre si avvicina a me. <<Mio padre deve essere operato per un trapianto. Vogliono vedere se sono compatibile e se sono disposta a farlo.>>. Giocherella con il mio anello. Le prendo il viso tra le mani e faccio in modo di guardarla negli occhi. <<Non vorrai mica farlo?>>, chiedo forse un po' brusco.
Cerca di abbassare lo sguardo ma glielo impedisco e delicatamente sposto la mia mano e le poggio le dita sotto il mento. <<Non c'è bisogno di abbassare lo sguardo.>>, sussurro. Alza la mano e cinge il mio polso con delicatezza. <<Non ti giudicherò.>>, dico. <<È solo un esame e poi vedremo.>>, afferma.
Sospiro e faccio scendere le mani sui suoi fianchi scolpiti. <<Lo so.>>, rispondo a denti stretti ma sforzandomi di non sembrare incazzato.
Quell'uomo non si merita di certo l'aiuto di Allison, tanto meno sottoporla ad un intervento non grave, ma comunque un intervento. Suo padre non si merita decisamente nulla, solo qualche pugno in faccia giusto per fargli capire che danni ha provocato a sua figlia e agli altri componenti della famiglia.
<<Tyler è mio padre.>>, dice. Posa la mano sul mio bicipite. <<Lo so.>>, rispondo. <<Fai come vuoi.>>, dico poi.
Dire che sono arrabbiato è poco. Ovvio che non voglio che si faccia un'operazione per un uomo che l'ha tormentata per anni. Ma non posso neanche dirle che non può farlo, io non sono nessuno per negarle una cosa del genere, ma sa benissimo che non sono d'accordo. Certe cose non si perdonano.
Non risponde, il silenzio regna.
<<Ti accompagno in ospedale.>>, dico. Sono arrabbiato si, ma non l'avrei lasciata andare da sola in ospedale, non se ne parlava. Mi scosto da lei con freddezza, mi chino prendo il mio zaino e la sorpasso .

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SPAZIO AUTRICE

Hello amori belli!

Come state? Tutto bene?
La scuola sta per finire e non credo ci sia qualcosa di più bello.
Promossi, rimandati o bocciati?

Scusate per gli errori.
Alla prossima, vi amo.
-M.

Il Ragazzo Dagli Occhi Verdi [Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora