46. Stringersi le mani

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Tyler pov's
Passo la palla ad Alexander che fa un canestro da tre punti. Esulto e batto il cinque al mio migliore amico. Siamo sudati da far schifo, abbiamo fatto un allenamento da dio. Siamo pronti per la finale.
La mia mente ha inserito troppe informazioni in questi giorni: fare la tesina (che dovrebbe essere già pronta, ma che palesemente non è neanche iniziata),vincere il campionato, Allison è in ospedale devo prendermi cura di lei.
Ieri è stata la notte più bella di sempre; lei era bellissima come sempre e il fatto che non l'avesse toccata ancora nessuno in un certo senso mi appaga. Non mi è mai importato se non avesse mai baciato nessuno o non avesse mai avuto una relazione stabile. Gli altri si sono persi un ottima occasione, è bella, intelligente e simpatica, tutti la vorrebbero, peccato che adesso sta con me e spacco la faccia a chiunque provi solo a sfiorarla maliziosamente. Ieri notte per un periodo è stata solamente mia e di nessun altro, sembrava di toccare il paradiso con un dito. Fremo ancora dalla voglia di toccare quelle sue meravigliose curve, di esplorare qualsiasi parte del suo corpo e di lasciare le mie tracce con scie di casti e umidi baci.
L'unica cosa che penso oltre ad Allison il basket, il college me lo posso permettere solo per questo.
Prendo la palla e corro schivando i miei avversari, faccio un canestro e mi appendo ad esso per poi scendere. Esulto di nuovo.
<<Bene ragazzi, per oggi abbiamo finito. Fuori dai coglioni.>>, urla il coach battendo le mani. Mi sfilo la pettorina e la lancio nel sacchetto, facendo stranamente canestro. <<Tranne Miller.>>, dice poi. Mi sfilo la maglia rimanendo a petto nudo. Il mio corpo necessita di respirare. Tengo con la mano destra la maglia e lo guardo col fiatone mentre guardo i miei compagni uscire dalla palestra.
Sospiro e vado verso di lui con uno sguardo serio. <<Mi dica coach.>>, dico posando le mani sulle ginocchia per sorreggermi. <<Ho deciso di darti un'altra possibilità Miller. Ma vedi di darti una calmata.>>, afferma. <<Non voglio più vedere un atteggiamento del genere a prescindere di quale sia la provocazione. So che Allison è un tuo punto debole, ma appena uscirai da questa scuola ti mangeranno; in tecnica, in tutto. Ce ne sono altri mille più bravi di te, sia a giocare che in comportamento. Ricorda che quello che conta di più è il comportamento, la tecnica la si può sempre imparare. Vedi di far capire che tu tra quei mille sei il migliore. Voglio vederti al college.>>, dice con un tono severo. Annuisco e abbasso lo sguardo. <<Vai a lavarti Miller. Puzzi.>>. Mi spinge verso la porta della palestra. Ridacchio ed esco dalla palestra.
Mi asciugo i capelli con l'asciugamano e resto con solo i pantaloncini addosso. <<Miller, sta sera a casa mia? Beviamo qualcosa>>, propone Luke. Parla con me ma in realtà tutta la squadra è invitata. <<Passo. Sono da Allison.>>, rispondo. Sta per rispondere ma Ashton lo precede. <<Avete fatto pace?>>, chiede con una smorfia. <<Oh che carini!>>, scimmiotta ancora. Stringo le mani a pugno e inizio a prendere profondi respiri. <<Piantatala Smith.>>, lo ammonisce Alexander. <<Sei la voce di Miller?>>, provoca ancora quel mezzo uomo. Butto per terra l'asciugamano e vado verso di lui senza però toccarlo. Il ragazzo si sta allargando troppo, non so cosa gli stia prendendo e non mi piace affatto questa sua arroganza, ne tanto meno che abbia il nome della mia ragazza sempre in bocca.
<<Non sei per niente furbo. Basta riferire de paroline al coach e tu la finale te la fai in panchina. Anche perché sono io il capitano, non tu.>>, sibilo a denti stretti. Alexander mi allontana leggermente da lui ma poi annuisce. <<Bene ora possiamo finirla qui.>>, commenta Luke mettendosi in mezzo. <<Sarà per un'altra volta.>>, dice poi. Annuisco e gli do una pacca sulla spalla. Sarei andato volentieri.
Mi vesto ed esco salutando gli altri. Salgo sulla mia Audi e imbocco subito la strada per l'ospedale. Sono ancora in tempo per passare un'ora con lei. L'avrei fatta divertire, in modo che non pensasse a niente, solo a me.
Nel giro di dieci minuti sono nel parcheggio dell'ospedale e cammino tranquillamente verso la segreteria. Anche se ho una brutta sensazione, la sento, nello stomaco, mi rende tutto più pesante. Non è solo preoccupazione è qualcosa di più, come angoscia.
<<Allison Cooper, sono il suo fidanzato.>>, dico sporgendomi un po' per guardare meglio la giovane infermiera. <<Terzo piano stanza 9>>, risponde. La ringrazio e vado verso la sua stanza. Ci impiego all'incirca dieci minuti per orientarmi e capire bene dov'è quella maledetta stanza. Busso ma non aspetto il permesso per entrare. <<Ei bellezza.>>, dico sforzandomi di sorridere e non sembrare preoccupato. Posa il suo disegno in quella specie di comò affianco al suo letto e si siede a gambe incrociate. Mi chino e la saluto con un dolce bacio. <<Tutto bene?>>, chiedo prendendole la mano. Annuisce e si morde il labbro. <<Che succede?>>, chiedo di nuovo.
Si morde il labbro o quando è in imbarazzo o quando è nervosa. <<Nulla.>>, mente guardandosi intorno. Prendo il suo volto tra le mie mani e la costringo a guardarmi negli occhi. <<Così non vale.>>, sbuffa. Mi tolgo le scarpe e mi siedo affianco a lei, le circondo le spalle e le bacio la tempia. Poggia la testa sulla mia spalla mentre le accarezzo dolcemente il viso.
<<Non lo so. Tutta questa storia, mio padre che torna, Dan che sparisce, Christian che inizia a fare il bambino ribelle. Non so più come comportarmi. Ho paura.>>. Intreccio le nostre dita. <<Sai, quando ero piccolo avevo sempre paura, non c'era mai nessuno pronto a stringermi la mano.>>. Tirai su le nostre mani intrecciate e bacia il dorso della sua mano. <<Quando hai paura, intreccia le nostre dita e ricordati che questo manda a fanculo tutte le tue paure. Perché le paure davanti ad un gesto d'amore, scappano.>>, sospirai. Sorride e si gira verso di me per lasciarmi un lungo bacio a stampo. <<Quando ci sei tu, niente fa paura. Quando mi stringi la mano niente mi blocca.>>, dico sulle sue labbra, baciandola di nuovo perché io senza le sue labbra non ci sono so stare, perché io senza lei non ci so stare. Lascio che si accoccoli sul mio petto e che giocherelli con i lacci della mia felpa.
<<Smettila.>>, dice poi. Corrugo la fronte. <<Di fare?>>, chiedo guardandola torvo. <<Di essere in ansia.>>, risponde. <<E tu smettila di leggermi nel pensiero.>>, ribatto fingendomi frustato. <<Parla quello che mi legge attraverso gli occhi.>>, commenta. Mi fa la linguaccia. É terribilmente adorabile.
Il suo sguardo cade fuori dalla porta della stanza e tre medici fanno irruzione nella sua stanza. Salto giù dal letto prima che potessero aggredirmi. <<Che succede?>>, chiede lei preoccupata mentre guardava i dottori infilarle le flebo nelle vene. <<Dobbiamo muoverci. Suo padre deve andare subito in sala operatoria.>>, dice il dottore misurandole i parametri vitali di fretta. <<Non potete portarla via così.>>, intervengo quando ricevo un occhiata di panico di Allison.
Allison si spaventa quando le cose succedono troppo in fretta. L'hanno fatta spaventare e sta entrando nel pallone. Sto al passo accanto al lettino mentre si dirigono fuori dalla stanza.
Prendo la mano di Allison e la stringo. <<Respira. Sono qui.>>, dico stringendole forte la mano senza però farle male. Annuisce e ispira ed espira fortemente. <<Tyler.>>, sussurra dopo essersi calmata. La guardo aspettando che continui. <<Sei scalzo.>>, dice poi. <<Lo so.>>, rispondo guardando i piedi avvolti nei calzini neri. Restiamo zitti e dopo tre secondi scoppiamo a ridere. <<Cosa mi fai fare.>>, scherzo. Le strappo un sorriso e con la mano libera le strizzo il naso. Arriviamo davanti all'ascensore. <<Si deve fermare qui.>>, mi informa un dottore, come se non lo sapessi.
Mi chino verso Allison e le lascio un bacio sulle labbra. <<Ti amo piccola.>>, sussurro sulle labbra. Sorride a trentadue denti e allunga il collo per ricevere un altro bacio. Glielo do rapidamente e poi la lascio andare.

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SPAZIO AUTRICE

Hello piccoli batuffoli di cotone!
Come procedono le vostre vacanze? Spero bene!

Se volete un po' di compagnia nei pomeriggi noiosi potete anche scrivermi in privato!
Buona giornata, scusate per gli errori. A presto!

By, M.

Il Ragazzo Dagli Occhi Verdi [Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora