28. La verità

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Siamo arrivati al pronto soccorso sani e salvi e passeremo la notte qua per sicurezza.
Alexander sta bene, gli hanno pulito la ferita e messo i punti, ora sta riposando in stanza. Emily è con lui, mentre io e Tyler stiamo in sala d'attesa siccome c'è stato proibito muoverci.
Uno specializzando molto giovane viene verso me e Tyler. <<Signorina vuole per caso una coperta?>>, chiede toccando il mio braccio. <<Se non disturbo.>>, rispondo in imbarazzo. Mi fa un piccolo sorrisetto e va a prendere la coperta. <<Signorina, vuole per caso una coperta.>>. Tyler scimmiotta la sua voce, faccio una piccola risata e mi giro per rispondergli: <<Oh piantala Miller, oggi ti sei alzato dal letto col piede sbagliato?>>, ironizzo, si gira dall'altra parte e finge di scrivere un messaggio. Peggio di un bambino di otto anni. Alzo gli occhi al cielo e guardo lo specializzando arrivare con una coperta termica, lo ringrazio con un sorriso e me la metto sulle spalle. Mi metto comoda e chiudo gli occhi con l'intento di riposare qualche ora.
[...]
All'alba delle 8.00 finalmente ci hanno fatto uscire dall'ospedale, raccomandando ad Alexander ti tornare tra due settimane per togliere i punti.
Il sole splende e il cielo è limpido, ma l'aria è gelida, gli alberi sono ormai spogli e anziani e volontari raccolgono le foglie o detriti che la tempesta di ieri ha portato. Caffetterie, bar e negozi aprono, sono pronti ad iniziare una nuova giornata, le macchine che corrono sull'asfalto della strada iniziano una nuova giornata di lavoro, mezzi pubblici pieni di persone che vanno a lavoro o a scuola, gente che entra negli ospedali per fare controlli, gente che finalmente è stata dimessa, fidanzati che passeggiano tenendosi per mano, tutti pronti ad iniziare una giornata dopo la tempesta, tutti che nonostante i loro problemi la mattina si alzano e sfidano la vita.
Ognuno di noi torna a casa propria e quando entro in casa vengo assalita da mia madre. <<Oh tesoro stai bene, ero così preoccupata.>>, dice stringendomi forte. Si stacca dall'abbraccio e mi passa una mano sulla guancia. Quando si scosta vedo Dan dall'altra parte del corridoio, corro verso di lui e gli salto addosso. <<Non farmi preoccupare mai più. Hai capito?>>, dice tenendomi in braccio. Annuisco e scendo da lui, saliamo in camera mia e tutti e due ci sediamo sul letto.
<<Di cosa dovevi parlarmi?>>, chiede. <<Papà è venuto la scorsa notte.>>. Parlo senza esitare. I suoi occhi si spalancano e diventa rosso dalla rabbia. <<Cosa?>>, sbotta stringendo i pugni. <<Io gli spacco la faccia.>>, urla. Gli poso le mani sui suoi pugni serrati. <<Dan.>>, sussurro, ma non mi fa finire di parlare. <<Ti ha fatto qualcosa? Lo uccido con le mie mani, Allison.>>, afferma. <<C'è stata una piccola discussione tra lui e Christian.>>, dico in un sussurro.
So che queste cose non le può sentire, ma è la verità e lui la deve sapere. Sopratutto se si tratta di nostro padre.
<<C'era anche Christian?>>, chiede scioccato. Annuisco col capo. <<Io mi sono messa in mezzo per farli smettere ma la cosa è peggiorata.>>. Cerco di spiegarmi.
Delle lacrime minacciano di uscire, ma cerco di placarle, lui non si merita niente e non piangerò, non per lui. Ma mi è inevitabile, quella notte sono venute a galla tutte le mie insicurezze, tutti i miei ricordi peggiori.
Mi copro il viso con le mani e scoppio in lacrime. Le braccia muscolose di mio fratello mi cingono il corpo e mi porta vicino a lui. Mi accascio sul suo petto e cerco di tranquillizzarmi, respiro a fatica, e non riesco più a smettere di singhiozzare, il mio corpo si sta paralizzando e la voce di mio fratello diventa ovatta.

<<No papà!>>, dissi. <<Io lo dico alla mamma!>>, minacciai. Corsi disperata per la casa quando un bruciore atroce mi colpì la spalla e la schiena. Urlai dal dolore ma continuai a correre. <<Torna subito qua o la prossima volta sarà peggio.>>, urlò ubriaco. Mi rinchiusi dentro l'armadio e mi tappai la bocca per non far sentire il mio respiro affannato. Lo spiai tramite lo spiraglio che c'era nell'armadio. Restai immobile per tutta la notte ed aspettai che se ne andasse, che non mi trovasse.

<<Allison, ti prego.>>. Sento la voce di Dan e apro gli occhi scatto. Sono tra le braccia di mio fratello, il sudore mi cola dalla fronte, il respiro affannato e il terrore negli occhi. "Ci sei. Sei qui. Ci sono io, non ti succederà niente.>>, sussurra.
So che si sente in colpa per non esserci stato, ma il mondo va avanti e pure lui deve andare avanti, non può rimanere qua per la paura che a me e a Christian accada qualcosa, noi sappiamo, anzi, dobbiamo badare a noi stessi senza la protezione di nessuno.Stringo il tessuto della felpa di mio fratello maggiore e faccio entrare l'aria nei miei polmoni con un grande respiro. Mi porge una bottiglietta d'acqua e me ne fa bere un sorso. <<E' tutto okay.>>, dice accarezzandomi delicatamente la testa. <<Forse è meglio che ti riposi un po', hai passato una notte pesante, ti farà bene dormire per qualche ora.>>, afferma. Mi sdraio e mi copro con la coperta di lana blu.
Chiudo gli occhi e cerco di placare la mia ansia per un paio d'ore.

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SPAZIO AUTRICE

Hello!

Spero vi piaccia questo capitolo! Ho aggiornato il prima possibile.
-Com'è andata la vostra giornata?
-Che scuola fate?
Alla prossima!
Scusate per gli errori.
-M

Il Ragazzo Dagli Occhi Verdi [Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora