36. Segreti

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La mia vista mette a fuoco un luogo a me fin troppo conosciuto, il rumore della macchina che registra i miei battiti cardiaci mi infastidisce parecchio, mi stropiccio gli occhi e mi guardo intorno. La flebo ha smesso di fare effetto e me ne accorgo solo quando un dolore mi colpisce la testa, faccio per toccarmela ma un peso non troppo pesante mi blocca, mi giro verso la mia mano e Tyler sta dormendo sopra di essa, corrugo la fronte e con la mano libera gli accarezzo i capelli per svegliarlo. Guardo fuori dalla finestra, è buio e c'è solo la luce del lampione. <<Tyler.>>, sussurro. Mugola qualcosa e alza lo sguardo verso di me. <<Finalmente ti sei svegliata.>>, brontola alzando la testa, giocherella con le dita della mia mano. <<Sei qui da tanto?>>, chiedo. Mi sistemo il cuscino e mi metto comoda, sposta la sua mano sulla mia coscia e la stringe leggermente. <<Sono arrivato e c'era tuo fratello e tua madre, se ne sono andati pochi minuti fa. Il medico ha detto che ti riprenderai presto, era solo un appendicite, sicura di non aver avuto sintomi?>>, chiede. Nego con la testa e ancora rintontita guardo l'orario sull'orologio di Tyler: 23.46.
Che diamine ci fa qui a quest'ora, ma soprattutto chi gli ha detto che mi sono sentita male?
<<Vai a casa.>>, ordino indicando la porta della stanza. <<Non ci penso minimamente.>>, risponde mentre mi massaggia la coscia coperta da un sottile lenzuolo. Non voglio che passi la notte qui, non per me ed una stupida appendicite. Alzo gli occhi al cielo e poggio la mano sopra la sua.
Che diamine stiamo combinando noi due? Siamo due anime perse e vuote che si rincorrono e si lasciano andare come una molla, che si sono trovate e cercano un motivo per stare insieme ignorando i mille motivi per starsi lontani. Siamo un insieme di casini che cerca di far nascere qualcosa di buono. Per la prima volta non riesco a sopprimere le mie emozioni, sono rimaste sepolte per troppi anni, e il mio carattere apatico è cambiato da quando qualcosa ha iniziato a nascere tra noi due. <<Se tuo fratello non mi avesse chiamato tu non mi avresti detto niente, vero? Come quando tuo padre è tornato e non me l'hai neanche accennato.>>, dice con un tono acido. Mi mordo il labbro e il muro azzurro chiaro della stanza diventa improvvisamente interessante.
Come ha fatto a saperlo? E' per caso uno stalker?
<<Come hai fatto a saperlo?>>, chiedo senza guardarlo negli occhi. Non devo dargli certo spiegazioni, ma mi sentivo male al solo pensiero di averlo deluso. <<Perchè non me l'hai detto?>>, sbotta. Mi poso una mano sulla fronte e mi giro verso di lui. <<Non lo ritenevo così importante.>>, mento.
In realtà mi è balenata molte volte l'idea di dirglielo, ma mi spaventava la sua reazione. Sgrana gli occhi e un sorriso ironico compare sul tuo viso. <<Non dirmi cazzate.>>, dice lanciandomi un'occhiataccia che se avesse potuto mi avrebbe ucciso. Sbuffo e distolgo di nuovo lo sguardo. <<Non sono arrabbiato, Al. Sono preoccupato e il fatto che tu non mi abbia detto una cosa così importante mi fa preoccupare ancora di più.>>. Cerca di spiegare gesticolando in un modo imbarazzante che lo rende più carino ed impacciato. Scoppio a ridere non riuscendo più a trattenermi. <<Perchè ridi?>>. Ha un tono disperato. Stare troppo tempo con me lo confonde. Scrollo le spalle e mi allungo verso di lui per passargli la mano tra i capelli. <<E' che sei estremamente bello quando ti imbarazzi.>>. Sorrido leggermente e mi mordo il labbro. <<Ah si?>>. Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. <<E se ti dicessi che tu sei bella ogni ora del giorno?>>, afferma dandomi un bacio a stampo.
Mi allontano e gli faccio cenno di salire sul letto. Sale con un salto atletico e mi accoccolo su di lui, mi da un leggero bacio sulla tempia e cerca la mia mano, quando la trova intreccia le nostre dita e mi cullo con il suono dei battiti del suo cuore.
<<Tyler.>>, sussurro dopo un paio di minuti. Faccio dei disegnini immaginari sul suo petto. <<Al.>>, risponde restando immobile. Prendo un respiro profondo e mi chiedo se è il caso di fare questa domanda e rischiare o stare zitta. <<Che cosa siamo noi due?>>, mi mordo il labbro e sospiro impaurita, sto per rimangiarmi tutto ma lo sento muoversi violentemente.
Il suo viso è ad un millimetro dal mio, mi da un bacio a stampo che poi approfondisce leggermente senza esitare. Si stacca e si rimette nella posizione di prima, rimango paralizzata da quel gesto e alzo un sopracciglio. <<E questo?>>, chiedo alzando lo sguardo verso di lui, incrocia i suoi occhi con i miei e si morde il labbro. <<Interpretalo come vuoi.>>, dice per poi chiudere gli occhi e stringermi tra le sue braccia.

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SPAZIO AUTRICE

Hello! So benissimo che dovevo aggiornare molto prima, ma con lo stage e tutto non sono riuscita!

Come state? Spero bene, io sto collassando dal sonno, ma sono felice perchè finalmente nevica e adoro. Vi piace la neve? A me si, troppo.
E questo è tutto!
Alla prossima, scusate per gli errori.
-M.

Il Ragazzo Dagli Occhi Verdi [Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora