48. Silenzio

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Allison pov's
Le urla dei tifosi mi fischiano nelle mie orecchie. La nostra scuola è in delirio; si sta per svolgere la finale del campionato di basket e Tyler e Alexander si sono assicurati di averci in panchina, non solo per avere una buona visuale ma anche per essere più vicini a loro.
Girano voci di una certa rivalità tra la nostra squadra e quella di Manhattan, ma so che andrà liscio come l'olio o almeno lo spero. Il coach aveva fatto il giorno prima il discorso sulla rabbia e sull'impulsività, così mi ha detto Tyler ieri sera quando è venuto a casa mia. Andrà bene sanno contenersi e io stessa ho chiarito di nuovo l'argomento con Tyler.
Jessica guida le sue amiche cheerleaders in un balletto non solo imbarazzante ma a dir poco vergognoso siccome tutte le ragazze hanno il sedere e le tette di fuori appena fanno un passo. I nostri giocatori entrano in campo sfoggiando le loro divise arancioni e bianche abbinate con quelle delle cheerleaders che continuano il loro balletto agitando i pon pon a caso. Tyler entra con la sua maglia con il numero 22 e insieme ai suoi compagni viene verso il coach. Si crea un ammasso di giocatori e Tyler mi scocca un rapido bacio sulle labbra per poi fare un passo indietro ed integrarsi nel gruppo.
Formano un cerchio tra di loro e si guardano carchi di energia. Sono tutti troppo elettrizzati, ma non solo loro, anche la folla. Diamine ragazzi è una partita. <<Allora ragazzi siete pronti?>>, chiede il coach. È in agitazione anche il coach, per una coppa che hanno già vinto l'anno scorso.  Loro annuiscono convinti. <<Allora voglio lo schema che abbiamo provato l'ultima volta. Niente scherzi ragazzi; tutti guardano le spalle a tutti evitiamo di farci i dispetti come le femminucce all'asilo.>>. Dopo questa frase lancia uno sguardo di intesa a Ashton, quest'ultimo fa un cenno col capo. <<Niente stronzate di ogni tipo. Miller sto parlando soprattutto con te. Evita di fare certe stronzate di qualsiasi cosa si tratti.>>. Il coach saetta lo sguardo tra me e Tyler. Il mio ragazzo annuisce con le labbra serrate. <<Bene adesso spacchiamo i culi a questi cazzoni.>>, dice infine con la sua solita finezza e la squadra tira un urlo che mi fa sobbalzare dalla spavento.
Tyler da una pacca a tutti quelli della squadra prima che entrino in campo, così quando tutti vanno alle loro postazioni si avvicina a me. <<Come va la ferita?>>, chiede. <<Bene.>>, rispondo frettolosa cercando di sembrare il più credibile possibile. Cerca di leggermi negli occhi me glielo impedisco e unisco le nostre labbra. Mi poggia le mani sulle ginocchia e si spinge verso di me, come se non gli bastasse.
La ferità è peggiorata, è di un blu scuro adesso, l'altro giorno mi hanno tolto i punti e l'infermiera mi ha detto che è normale, come se fosse un livido, quindi è tutto nella norma, anche se il dolore lancinante che provo non mi rassicura per niente.
<<Vinci.>>, dico sulle sue labbra. <<Hai dei dubbi?>>, chiede staccandosi, ridacchio e lo guardo negli occhi. È bellissimo. <<Ti amo.>>, sussurra mettendomi le mani sopra le cosce. Mi guarda con quegli occhi enormi, di quel colore così scuro, eppure quando mi guardano si illuminano sempre, facendomi sentire protetta. <<Ti amo pure io.>>, rispondo e faccio unire le nostre labbra in un altro bacio. Mi fa un sorriso a trentadue dente e si allontana correndo verso la sua postazione.
Finalmente la partita ha inizio e la nostra squadra è subito in vantaggio. Applaudo quando Tyler fa un canestro da tre punti e lancia uno sguardo al Coach. Tra quei due c'è un'intesa di cui io non so niente. Sobbalzo quando Emily mi urla nelle orecchie, e questo gesto credo sia dovuto al canestro di Alexander. <<Per te piccola.>>, urla Alexander per farsi sentire, le manda un bacio volante e poi riprendere a correre peggio di Bolt.
Quanta dolcezza. Tyler odia quei nomi sdolcinati, per lui sono semplicemente Al, ne Allison ne Ally, Al è un soprannome che nessuno usa, solo lui e a me va bene così. E' il mio nome e non vedo perché dovrebbe chiamarmi diversamente. <<Hai visto quanto è stato carino?>>, chiede Emily elettrizzata. E' innamorata persa. <<Fin troppo direi.>>, commento scherzosamente. La folla è in delirio e devo urlare per farmi sentire da Emily. Quei due non li ha mai capiti nessuno. Si sono baciati un giorno ed è come se fosse scoppiata una scintilla. Io e Tyler siamo dovuti scappare da una festa per capire davvero che cosa provassimo l'uno per l'altra, dopo mesi di giochini, prese in giro e frecciatine. Sento il coach sbraitare in modo più aggressivo, così mi giro e vedo un ragazzo della nostra squadra accovacciato per terra che si tiene la caviglia. Riconosco Tyler solo quando si gira facendomi vedere nettamente il numero 22. Mi alzo di scatto ma il coach mi lancia uno sguardo che se avesse potuto mi avrebbe ucciso, così rimango in piedi a guardare la scena del mio fidanzato per terra con Luke seduto affianco a lui, Alexander che grida contro l'albritro e il coach che urla contro non so chi.
Ashton sta parlando con uno spilungone ed esile dell'altra squadra, è paurosamente calmo mentre cerca di farlo ragionare o di spiegare la situazione ma un allarme scatta in me quando Tyler si rialza a fatica e va verso il ragazzo che sta parlando con Tyler. Lo guardo mentre cerca di mantenere il controllo e Ashton e Luke sorvegliano le sue zone, ma quando lo vedo gesticolare animatamente e Luke lo allontana di qualche passo lascio perdere le urla del coach e corro verso di lui.
Ma le mie gambe dopo qualche metro si bloccano di scatto e d'improvviso mi ritrovo per terra, non vedo niente. Sento solo caos attorno a me, gente che mi chiama, persone che insultano non so cosa. Sono cosciente, continuo a dire, ma nessuno mi sente. Sento la voce di lui, e le sue mani mi prendono il collo. <<Chiamiamo il 911.>>, riconosco la voce del Coach. La voce di Tyler trema quando inizia a conversare col coach. <<Alexander prendi l'acqua.>>, urla Tyler. Persino le le sue mani tremano. Voglio stringergli la mano e dirgli di non avere paura, ma non riuscivo a muovermi, non riuscivo a parlare. <<Che cazzo le sta succedendo?>>, chiede Tyler senza peró ricevere risposta. Gli volevo risponde "niente, sto bene.", ma quando provo ad aprire bocca l'affermazione rimbomba nella mia testa. <<L'ambulanza è qui.>>. Luke fa il suo ingresso nella mia testa.Non capisco più niente le voci mi spaccano i timpani e il dolore si è alleviato ma piano piano non sento nulla, le voci sono passate da nitide, ad ovattate fino a non sentirle più. Silenzio. Nessuno parla, nessuno fiata ed è qui che ho realmente paura, qui vengono a galla tutti i pensieri, tutti gli incubi e non puoi fare niente se non aspettare che tutto questo finisca.

Il Ragazzo Dagli Occhi Verdi [Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora