Quando il ragazzo approfondì quel contatto, Abbie strinse di più la sua maglietta tra le dita. Probabilmente se le avessero chiesto cosa stesse provando in quel momento non sarebbe stata in grado di raccontarlo.
Thomas era delicato, gentile, e lei assolutamente non abituata a ricevere quel genere di trattamento.
Era sempre stata costretta a fare quello che Caleb voleva, quando voleva: non aveva mai avuto voce in capitolo, non aveva mai potuto confessare al suo ragazzo di sentirsi inadeguata, trascurata e soffocata quando le sue mani la toccavano senza il suo permesso.
Scioccamente però, l'era sempre andato bene così. Si era stupidamente innamorata di lui, dunque aveva imparato a farsi andare bene quelle attenzioni considerandosi quasi fortunata nel riceverle, cosa che la faceva sentire incredibilmente fuori luogo.
«Abbie?» la chiamò Thomas accarezzandole la guancia con il dorso della mano, «Abigail»
Il ragazzo la spinse con delicatezza contro alla parete, attirando la sua distratta attenzione.
«Mi dispiace, io...»
«Non fa niente» la rassicurò asciugandole le guance dalle lacrime.
«No, invece sì, i-io vorrei...» si fermò abbassando di nuovo la testa. Inchiodò lo sguardo sul pavimento e rilassò i muscoli dicendosi di non cedere. Di non dargliela vinta ancora una volta. «Non voglio più che la mia vita dipenda da lui e dal mio passato» confessò.
Thomas comprese a cosa si riferisse e, dopo averle allungato una mano, la invitò a sedersi sul bordo della vasca inginocchiandosi poi davanti a lei.
«Vorrei riavere la mia libertà» pianse, coprendosi il viso con entrambe le mani. Giurava su cosa di più caro aveva di detestare quella subdola parte di sé, di odiare le sue lacrime e la sua debolezza, e Thomas lo capì. Lo capì dal primo momento in cui l'aveva vista in quel letto con le lacrime a bagnare il cuscino e la sua pelle coperta di cicatrici.
Abbie era un'anima fragile, e Caleb non aveva fatto altro che ricordarglielo ogni giorno trattandola come una stupida e ingenua ragazzina incapace persino di ammettere a se stessa di essere una debole.
Un singhiozzo lo riportò alla realtà. Abigail si stava asciugando il viso con le mani, sorridendo imbarazzata tra ciò che rimaneva di quelle lacrime. Si sentiva fuori luogo nei panni di quel mostro che diceva di essere, ma nonostante questo non riusciva a mentire a se stessa.
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La Macchia Nera [version two]
Vampire«Tu non sei un mostro» «Eppure non hai mai smesso di trattarmi come se lo fossi» [...] Abigail Fillis era, all'apparenza, una semplice ragazza di Milwaukie con un turbolento passato alle spalle. Trattata da tutti con dolcezza e generosità in seguito...