Il vento mi colpiva le guance, ed io alzai le mani davanti al viso per proteggermi dai detriti che portava con sé. Non ricordavo neanche più quando avevo iniziato a correre. Ciò che sapevo era che qualsiasi cosa fosse accaduta, non avrei smesso di farlo.
Alle mie spalle il paesaggio sembrava rarefarsi ad ogni mio passo, inghiottendo il terriccio fangoso in cui erano immersi i miei piedi nudi. Non indossavo che una semplice vestaglia color perla, non sufficiente nemmeno a coprirmi per intero le gambe.
Il fiato mi si mozzò in gola quando, inciampando nella radice di un albero, caddi a terra rimbalzando sul suolo bagnato e sbattendo la fronte contro una roccia.
Annaspai in cerca d'aria, ma i miei polmoni divennero all'improvviso sentieri invalicabili. Mi sembrava di aver respirato catrame per tutto quel tempo e che, inevitabilmente, questo si fosse incastrato nei miei bronchi impedendomi di respirare.
Cercai di rimettermi in piedi, ma l'adrenalina che mi aveva spinta a correre a più non posso fino a lì si era esaurita presentandomi il conto.
«È inutile che corri, ragazzina. Non puoi scappare da me»
Mi aggrappai alla radice sulla quale ero inciampata e mi spinsi più in là col solo uso delle braccia. Mi rotolai su una spalla e appoggiai la schiena al suolo ritenendo di gran lunga più opportuno guardare negli occhi il mio interlocutore, piuttosto che limitarmi solo a sentire la sua voce.
Quando mi voltai però, ciò che vidi aveva tutt'altro che dell'immaginario.
Spalancai gli occhi. Era Thomas; e la mia mano era stretta attorno al suo avambraccio come se ne andasse della mia vita.
Altro che radice, pensai; dovevo essere completamente impazzita per sognare Thomas nei panni di un malfattore. Più precisamente nei panni di Caleb.
I suoi occhi ambrati mi guardavano nella penombra della stanza, mentre un trambusto al piano di sotto portò i miei a scattare verso la porta chiusa. Trattenni un singulto quando le sue dita si arpionarono attorno alle mie allontanandole dal mio braccio.
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La Macchia Nera [version two]
Vampire«Tu non sei un mostro» «Eppure non hai mai smesso di trattarmi come se lo fossi» [...] Abigail Fillis era, all'apparenza, una semplice ragazza di Milwaukie con un turbolento passato alle spalle. Trattata da tutti con dolcezza e generosità in seguito...