La Macchia Nera [version two]

42 ⎸Senza via d'uscita

Non parlare con Abigail per quattro giorni si era rivelato più complicato di quanto pensassi: seppur fossi al corrente di quali sarebbero state le conseguenze del mio gesto mi era bastato compierlo per rendermi conto che, sebbene la contraddizione, le stavo salvando la vita.
Era stato difficile da ammettere e se devo essere onesto probabilmente senza Min non sarei neanche mai stato in grado di farlo.

Tenevo ad Abigail, tenevo a lei, alla sua salute e, seppur in minor modo, anche alla sua famiglia; ciò che avevo fatto non fu niente di egoistico, bensì l'ennesima dimostrazione che dopo averla ritrovata non avevo intenzione di rinunciare a lei.

E forse fu per questo che quel giorno aprii con così tanta leggerezza il portone di casa, annebbiato dalle incredibili sensazioni che quella ragazza era in grado di farmi provare.

Ed ero morto dentro, un corpo vuoto senza un cuore pulsante, eppure quando ero insieme a lei quell'aspetto di me che avevo imparato così tanto ad odiare si dissolse come sabbia al vento.

I miei occhi erano pieni di lei, del suo viso e della sua bellissima risata, e fu questo che mi permise di sopravvivere per così tanto in quelle segrete.

D'altronde mi era bastato vedere le facce di coloro che mi ero ritrovato di fronte per capire che, ancora una volta, fossimo in pericolo; che Abigail in particolare lo fosse, e che io avrei dovuto proteggerla a costo della mia vita.

Nessuno conosceva la sua vera natura, dunque durante la mia permanenza mi fu d'obbligo riflettere sulla ragione che aveva spinto Devil ad ordinare la sua cattura. Forse Penelope Battiman aveva fatto la spia, ma era davvero improbabile che l'incantesimo di suo marito fosse durato il tempo di farla tornare indietro, quindi c'erano poche possibilità che si trattasse di questo.