August Bettiman aveva appena finito di nutrirsi della sua sposa quando qualcuno bussò alla porta, interrompendo quel dolce attimo di piacere che, tanto dolce, non era.
«Avanti» disse monotono l'uomo, spingendo la donna ancora stesa al suo fianco verso il bagno in fondo alla stanza in un indiretto invito a levarsi di torno.
Dal canto suo Penelope si limitò ad obbedire e, giunta in quella direzione, si nascose dentro a quelle quattro mura respirando per la prima volta dal suo risveglio l'aria fresca e pulita che entrava dalla finestra aperta.
Aveva sempre amato vivere nella foresta, e forse era questo che, dopo secoli di vincolante unione, la teneva ancora legata a quel palazzo.
La possibilità di respirare aria pulita, una cosa di cui, fino a pochi giorni prima, non ricordava nemmeno più cosa significasse.
La caduta dell'ultima dinastia di purosangue aveva avuto delle conseguenze forti e, con tutte le famiglie considerate mezzosangue, ricevevano la peggio da parte del Congresso, venendo perlopiù fatte a pezzi sottordine dei sei consiglieri.
Penelope aveva avuto paura ai tempi ma pensava che, essendosi donata anni prima ad un purosangue, il Congresso avrebbe sorvolato sulla loro condizione, ma benché questo non fosse possibile, era stata rinchiusa nelle segrete del castello dal suo stesso marito, il quale senza troppi scrupoli aveva deciso di lasciarla là sotto a marcire.
Dei suoi figli non aveva mai avuto alcun riguardo essendo, come li definiva lui, privi di qualsiasi utilità mondana se non quella di essere sbranati vivi dai loro stessi simili, dunque non si sbilanciò, né tanto meno disse loro che aveva spedito senza troppe cerimonie la madre sei metri sotto terra; eppure per loro lui era sempre riuscito ad apparire come la perfetta rappresentazione di cosa significasse essere un purosangue, e come sotto al più potente degli incantesimi, lo avevano seguito accogliendo torture e sevizie come puri simboli d'affetto.
Sedici anni rinchiusa in quelle segrete non era servito però a farle dimenticare il suo passato.
La donna si strinse nelle spalle e senza indugiare troppo sui suoi futili pensieri si immerse nella vasca da bagno godendo del calore dell'acqua sulla sua pelle ferita.
Non era stata sua la colpa. Non era, e non lo sarebbe mai stata.
Erano stati avvertiti che ci sarebbero state delle complicazioni, eppure entrambi avevano deciso di rischiare la loro stessa pelle pur di donare al mondo il frutto del loro amore.
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La Macchia Nera [version two]
Vampiro«Tu non sei un mostro» «Eppure non hai mai smesso di trattarmi come se lo fossi» [...] Abigail Fillis era, all'apparenza, una semplice ragazza di Milwaukie con un turbolento passato alle spalle. Trattata da tutti con dolcezza e generosità in seguito...