Cap.XIV

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Quella sera, la domanda era rimasta sospesa in aria tra le note delle canzoni che risuonavano nella stanza piena di gente per due minuti, poi il ragazzo mi aveva preso per mano, trascinandomi fuori dal casino, e dicendomi che tutto sarebbe venuto fuori a tempo debito. Sospirai, sentendomi stanca e guardando l'orario nel telefono: le 3. Tedua mormorò qualcosa, prima che uscissimo dalla casa ed entrassimo in macchina, dove Charlie e Izi stavano ascoltando musica e fumando, stranamente. 《Sfera?》chiese il mio accompagnatore, sedendosi sul sedile posteriore, mentre spostava i piedi per farmi entrare e sistemare. 《Ha trovato compagnia》ridacchiò il moro, per poi fare un cenno al riccio per partire. Un'altra mezz'ora ed eravamo davanti ad una piazza. Lui e Tedua scesero dall'auto, mentre io e Izi rimanemmo in macchina. Osservai preoccupata la figura del pugile che si allontanava, poggiando la testa tra il sedile ed il finestrino. 《Comunque il mio vero nome è Diego, vengo da Cogoleto》ruppe il silenzio. 《Son scappato di casa qualche anno fa e mi son trovato nel giro di Gionata circa l'anno scorso》continuò. Sorrisi grata per il fatto che anche lui mi avesse detto qualcosa di se, mentre il mio sguardo veniva di nuovo catturato dal paesaggio fuori dall'auto: la nebbia avvolgeva i lampioni e le case, mentre la luna ed i lampioni cercavano di illuminare il luogo. Dieci minuti dopo, Charlie e Tedua risalirono e tornammo a casa.
***
Erano le mezzanotte meno cinque. Era il fatidico giorno in cui avrei accompagnato Tedua nei suoi affari. Mi avevano consegnato una pistola, che naturalmente non sapevo usare, ma che per precauzione il riccio mi aveva dato qualche giorno prima in caso di attacco, aveva detto.
《Eccomi》mormorò la voce del mio sorvegliante nel buio del salotto. Silenziosamente, aprii la porta, facendomi passare, per poi chiuderla. Iniziò a camminare rapidamente, mentre trafficava con la pistola. 《È la prima e ultima volta che ti metto così in pericolo》decretò, svoltando l'angolo. 《Non seguirmi le prossime volte》mormorò duro. Annuii, abbassando la testa ed infilando le mani fredde nella tasca della felpa, trovandoci la pistola. Trattenni il respiro, continuando a camminare come se nulla fosse. Arrivammo in un vicolo stretto, buio ed isolato. Deglutii, osservando Tedua: fissava il luogo con sospetto, guardandosi attorno ed assottigliando di tanto in tanto gli occhi, tenendo una mano sulla bocca a dirmi "Stai zitta"; sembrava un segugio. Ad un tratto, tre figure incappucciate balzarono dal fondo del vialetto, tutti e tre tenendo in una mano una busta azzurra e nell'altra una pistola argentata, che luccicava sotto la luce dei lampioni. 《Molinari》salutò uno. Automaticamente, il pugile mi mise dietro le sue spalle. 《Tranquilla non la tocchiamo, vogliamo solo i soldi》ridacchiò uno, porgendo la busta e poggiando il ferro. Il ragazzo rovistò nelle tasche, estraendo una mazzetta di soldi e dandogliela. Dopo, continuammo a camminare, giungendo in un altro vicolo. Altri ragazzi apparirono dall'ombra, sempre con una pistola a portata di mano ed una busta. 《Molinari avete 3000 euro dietro. Quando ce li dai?》disse uno minacciosamente. 《Quando ce li daranno》rispose ovvio. Uno dei tre sfilò la pistola, puntandola in fronte al pugile. Indietreggiai spaventata, quasi cadendo. 《Un'altra risposta così e ti faccio saltare il cervello》lo minacciò a denti stretti. 《Poi chi cazzo è questa》domandò, guardandomi storto. Tedua mi strinse a se. 《Chi cazzo sia importa a me, non a te》mormorò, tirando fuori anche lui la pistola. 《No!》sentii un urlo, prima di uno sparo e qualcosa che si conficcava nella gamba, poi del liquido caldo che colava. 《Ultimo avvertimento》urlò uno, mentre andavano via. Ted mi appoggiò la testa sulle sue gambe, prendendo la sua felpa e legandola alla gamba. 《Devi stare sveglia okay? Guardami》sentivo la testa girare, avevo freddo e mi faceva male la gamba. Sollevai lo sguardo e lui aveva le lacrime agli occhi, mentre teneva una mano sulla guancia e con l'altra chiamava i soccorsi. 《Sì, sì, esatto all'angolo per favore muovetevi》nel frattempo, era giunto Charlie a ritirare la roba e le pistole. Io stavo mollando, ormai gli occhi mi si stavano chiudendo da soli. 《No, no rimani sveglia okay? Rimani sveglia per favore rimani sveglia》mormorò ancora, accarezzandomi i capelli. Aveva iniziato a singhiozzare, quando delle sirene mi fecero sorridere e chiudere finalmente gli occhi.

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