Una settimana dopo, puntuali come un orologio svizzero, suonarono al campanello Charlie e Izi. Dopo aver salutato mio padre ed aver preso le ultime cose che potevano essermi utili, tornammo nella villa.
《Avrai un nuovo supervisore》annunciò il moro cambiando stazione radio.
《Come? E Tedua?》chiesi, per poi sbuffare. 《Sarà sempre da noi, ma avrà compiti minori, Sfera è incazzato con lui per la sparatoria》spiegò il riccio, dando uno schiaffetto sulla mano di Izi, che la ritrasse ridendo. Dopo aver scaricato il mio misero bagaglio, entrammo in casa. Sfera era seduto in poltrona a mischiare uno sciroppo viola con della sprite, Tedua fumava una canna: portava del jeans, un cappellino della fendi al contrario, una maglia a righe, le Tn arancioni.
《Il tuo nuovo supervisore ti aspetta di sopra, andate a fare la spesa》ordinò Sfera, mentre il pugile ridacchiava. Salii a due a due le scale giungendo nella mia stanza e poggiando la borsa. Rkomi mi aspettava seduto sulle scale mentre smanettava il telefono. 《Hey》mi salutò, mettendo il dispositivo nella sua tasca dei jeans ed alzandosi. 《Che vuoi fare? Magari andiamo a fare shopping?》propose, sorridendomi imbarazzato. Annuii. 《Mi aspetti un secondo? Devo cambiarmi la felpa che questa è leggera e legarmi i capelli》spiegai. Lui annuì, avvisandomi che mi avrebbe aspettato di sotto. Entrai velocemente nella camera, recuperando una felpa nera in pile, legando i capelli in una coda di cavallo abbastanza alta, poi riuscii. Fuori dalla mia stanza, Tedua era seduto a terra, la schiena poggiata al muro, la testa tra le mani. 《Tutto bene?》chiesi, abbassandomi alla sua altezza e guardandomi intorno, sperando che Sfera non ci vedesse. Scosse la testa, per poi alzarla e guardarmi negli occhi. I suoi erano rossi, mezzo chiusi. 《Quante canne ti sei fatto?》mormorai, sollevandolo con fatica e trascinandolo in camera sua. 《Fooorsse quattttro. Ma foorssse》rispose appoggiandosi alla mia spalla. 《No, no dai sei pesante, cerca di stare su due secondi》lo implorai, sentendo le gambe piegarsi sotto il suo peso. Feci una smorfia di dolore quando sentii la ferita pulsare, camminando in fretta e raggiungendo il letto del pugile posto al lato sinistro della sua stanza. Lo feci coricare con poca delicatezza, mentre io mi sedetti accanto a lui messaggiando la gamba.
《Bella dove sei?》urlò una voce dal piano di sotto, mentre un rumore di passi si faceva più vicino. 《Merda》sussurrai. Uscii dalla stanza in maniera non notabile, mentre Tedua mormorava frasi sconnesse, tranne una, che rimase conficcata nella mia testa tutti i giorni a seguire in cui non ci parlammo. 《È colpa mia, è solo colpa mia》