Mario stava preparando una valigia, mentre io stavo a letto e lo fissavo: era senza maglia, indossava solo dei jeans mentre canticchiava e spostava vestiti dall'armadio. I muscoli della spalle guizzavano rapidamente, mentre prendeva le cose e le lanciava nella valigia. 《Hai finito di fissarmi?》rise. Ridacchiai anche io, nascondendo la testa sul cuscino, per poi raddrizzarmi e prendere il cellulare sul comodino.
Stasera alle 23 vieni all'angolo. Non farlo sapere a Mario.
-Charlie.
Bloccai il telefono, scostando la coperta e scendendo. 《Ti piego la roba vah》dissi, prendendo le sue maglie e portandole sul letto, dove cominciai a mettere in ordine. Mario continuava a mettere altre cose in valigia e io, invece, a pensare alle 23 di stasera. Non avevo un buon presentimento, proprio per niente.
Il ragazzo mi abbracciò da dietro. 《A che pensi?》sussurrò, dandomi un bacio sulla nuca e poi sulla spalla. 《A nulla》sospirai sorridendo e voltandomi. 《Sei stanco?》chiesi, notando i suoi occhi mezzo socchiusi. Annuì. Finii di aiutarlo con la valigia, poi si coricò. 《Vieni qui》mi invitò. Mi infilai sotto le coperte, mentre lui mi stringeva, come sempre a se. 《C'è una cosa che non ti ho detto》disse, accarezzandomi i capelli e guardandosi attorno. 《Ho-ho contribuito al rapimento di una ragazza l'anno scorso. Un rapimento come quello che hai subito tu con gli stronzi di un paio di settimane fa》iniziò. Deglutii, guardandolo ed incitandolo a parlare. 《Un giorno l'hanno picchiata più del dovuto e lei è morta》sussurrò, mentre una lacrima gli solcava la guancia. 《Mi-mi sento ancora tremendamente in colpa per non aver fatto niente, sono rimasto lì zitto a non dire nulla, non ho neanche provato a fermarlo capisci?》continuò singhiozzando. 《Mario》mormorai, abbracciandolo. 《Sh tesoro sh respira, ci sono io sh》gli baciai la testa, le guance, il naso storto, la bocca, mentre le mie mani gli accarezzavano la nuca e le guance. 《È il passato ormai, ma puoi cambiare il presente》dissi, asciugandogli le lacrime e dandogli un bacio in fronte. 《Il fratello mi ha dato quel conto, tipo una specie di incantesimo. Sapeva dei rapimenti che organizzava Gionata, sapeva tutto, non so come abbia fatto. Ma sapeva che il rosso ne stava organizzando un altro imminente. Sono riuscito a fermarlo, ma gli ho dato l'idea di rapire te》raccontò triste. Sospirai, sorridendo falsamente. 《Quando l'ha organizzato, gli ho ricordato del conto che c'è su e ha deciso di alleggerire il trattamento》spiegò. Mi accarezzò una guancia. 《Mi ha assegnato come tuo supervisore per cercare di fermare questo conto, dovevo portarti a casa, cose del genere. Ma alla fine l'ho finita a fare altre cazzate e a provare qualcosa per te》ridacchiò. 《Andrà tutto bene...Ma cosa succede se non completi la missione prima della fine del conto?》chiesi. Mi guardò scuotendo la testa. 《Non ne ho la più pallida idea》
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Indossai una felpa e dei pantaloni, ai piedi le mie scarpe da ginnastica distrutte. Afferrai il giubbotto e lo zaino, poi scesi le scale a due a due. Avevo cinque minuti ancora per arrivare all'angolo. Il freddo mi schiaffeggiò, il vento scompigliò i capelli, mentre correvo e cercavo di rispondere al telefono. 《Hey Charlie》dissi. 《Muoviti》sussurrò chiudendo. Trenta secondi dopo, ero davanti a loro: Charlie indossava un giubbotto di pelle nero, pantaloni blu e scarpe nere, Diego era sempre di nero. Mi porse la pistola, poi il passamontagna. 《Si tratta di una banca. Dobbiamo solo scassinare la cassaforte》spiegò il moro, caricando la pistola e calandosi il passamontagna. 《Ragazzi non c'è la faccio》dissi, sentendo l'aria mancare. 《Sì invece, dai su》mi esortò il riccio, prendendomi per il braccio e trascinandomi nella banca. Calato il passamontagna, entrai impugnando la pistola. 《Fermi o sparo! Mettete le mani in alto o dietro la nuca!》urlai minacciosamente, mentre il moro prendeva un impiegato ordinandogli di dirgli il codice della cassaforte. Charlie mi affiancava, quando uno degli impiegati si mosse verso il telefono e il riccio premette il grilletto. Lacrime bagnarono le mie guance silenziosamente, mentre il corpo della donna era a terra con una pozza di sangue sotto la testa. Iniziai a tremare e lo spazio sembrò soffocarmi. Non riuscivo ad urlare o a muovermi, ero paralizzata mentre la mai vista si faceva più appannata e le gambe deboli. 《Prendila!》sentii gridare, poi tutto nero.