Cap.XXVIII

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《Psst. Isabella》sentii nel buio. Erano appena le mezzanotte e la figura poco illuminata di Diego, fece capolinea dalla porta della mia stanza. Mi sollevai ancora assonnata. 《Cambiati, oggi c'è qualcosa di grosso, ci servi》spiegò, dandomi dei vestiti completamente neri, uscendo. Mi cambiai rapida, cercando di raccogliere poi il mio nido che avevo in testa che ostinavo ancora a chiamare "capelli". In salotto, Diego e Charlie erano affiancati da Ghali Guai e Rkomi, che mi sorrisero non appena li salutai.
***
《Bella, devi prendere in ostaggio una ragazza》disse Charlie. 《No, no mi rifiuto》risposi incazzata. 《Non era una richiesta, era un ordine》continuò duro. 《Per favore》pregai. 《No, devi saper fare anche questo tipo di cose》disse ancora, parcheggiando. 《Ora mettiti quel passamontagna, prendi la pistola e stai zitta》
***
Ci introducemmo nella casa: aveva minimo tre piani, un salotto grande quanto la mia vecchia casa, una cucina con tre ripiani e due tavoli al centro, le scale erano infinite, così come le stanze. Una ragazza della mia età leggeva dalla sua stanza, riuscii a vederla mentre salivo. Entrai di soppiatto, sedendomi accanto a lei e tirando fuori l'arma. Misi una mano sopra la sua bocca, poi puntai la pistola con la sicura alla tempia. 《Sh》dissi tranquilla, quando dentro l'ansia mi mangiava viva. 《Adesso andiamo giù, prendiamo un po' di cose e andiamo via va bene? Tu stai qua》proposi. Lei annuì piangendo, mentre la portavo nel salotto incasinato dai ragazzi, che prendevano ciò trovavano. Appena mi videro con la ragazza, si fermarono, Charlie si avvicinò. 《La cassaforte》ordinò. La poverina ci condusse in una stanza stretta e buia, accendendo la luce e digitando il codice. Ci porse soldi e gioielli, richiudendo tutto. Se ne andarono soddisfatti, tutti eccetto me.
***
《Sparale! Ho detto sparale》premetti il grilletto, mentre il proiettile colpiva la fronte della ragazza. Una pozza di sangue macchiò il lenzuolo e il cuscino bianco del letto della ragazza.
《No!》urlai in preda al panico, svegliandomi sudata. Sentii dei passi in corridoio, mentre la porta si apriva e appirava Mario con un paio di pantaloni e i capelli incasinati. 《Hey che succede?》mormorò preoccupato, chiudendo la porta e coricandosi accanto a me. 《Nulla, tranquillo》sussurrai, girandomi dalla parte opposta. 《Parlami》disse supplicante, facendomi rivoltare verso di lui. 《Nel sogno sparavo ad una ragazza》confessai, fissando la porta chiusa. 《Chi?》chiese. 《La figlia del notaio in fondo alla strada》risposi. 《Lo avete rapinato stasera vero?》domandò incazzato. Annuii, mentre faceva domande a raffica. 《Perché continui ad andare se poi ti senti in colpa?!》esclamò. 《O vi mangio io, o mi mangiate voi》
Buona vigilia♡

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