《Pronto?》sussurrai. 《Isabella Rossini? Siamo l'ospedale di Sesto San Giovanni, io sono Marta》disse una voce squillante. 《Chi è?》mormorò con la voce roca Mario, attirandomi a se e dandomi un bacio sulla spalla nuda. 《Che succede?》chiesi preoccupata. 《Suo padre è ricoverato in cardiologia》sentenziò, balzai in piedi, raccogliendo i vestiti e indossandoli. 《Posso venire adesso sì?》domandai, correndo in bagno e notando macchie violacee nel mio collo. Le sfiorai sorridendo al ricordo della notte precedente, poi misi una sciarpa al collo e pettinai i capelli alla bell'e meglio. 《Certo》acconsentì la tipa. Chiusi la chiamata, tornando in camera e infilandomi le scarpe.
《Dove vai?》mormorò il mio ragazzo, abbracciandomi. 《In ospedale, papà sta male》sospirai. 《Vengo pure io, due minuti》disse, baciandomi.
***
《Hey pa'》lo salutai. Distolse lo sguardo dal libro e sorrise. 《Bella, vieni qui fatti abbracciare tesoro mio, come sei cresciuta!》esclamò a braccia aperte. Mi ci fiondai sorridendo, ripensando alla mia infanzia.
《Lui è il tuo ragazzo?》chiese, guardandolo dalla testa ai piedi. Mario arrossì, entrando nella stanza e grattandosi la nuca imbarazzato. Mi avvicinai a lui ridendo e mettendo un braccio intorno alla sua vita.
《Papà lui è Mario, Mario lui è papà》presentai. Il mio ragazzo mi diede un bacio tra i capelli, per poi porgere la mano al mio vecchio, che la fissò storto, poi la strinse sorridendo. 《Mi piaci dai, vieni che facciamo una chiacchierata. Bella fai il favore, prendi un caffè al ragazzo e a me del the》chiese. Scesi al bar dell'ospedale, notando i medici e le infermiere che facevano avanti ed indietro, parenti dei pazienti e bambini. 《Ciao》mormorò una vocina. Abbassai lo sguardo, vedendo una bambina con i capelli castani e gli occhi azzurri, due guance paffute.
《Come ti chiami?》chiese, mentre ordinavo il caffè e il the. 《Isabella tu?》risposi, abbassandomi alla sua altezza con le bibite tra le mani. 《Io mi chiamo Aurora》disse, dondolandosi sui talloni imbarazzata. Sorrisi intenerita. 《Cosa ci fai qua?》domandò, seguendomi. 《Papà non sta tanto bene, tu?》continuai. 《Ho una malattia al sangue. Si chiama leu leu...》tentò. Deglutii. 《Leucemia》mormorai. Lei annuì. 《È molto brutta?》chiese spaventata, osservando la mia reazione. 《Abbastanza》sussurrai. 《Vieni, ti faccio conoscere Mario》proposi. Lei mi seguii felice, prendendomi per mano. 《Mario, c'è una bambina che vuole giocare con te》annunciai. Il mio ragazzo si girò, guardandola intenerita. 《Andiamo alla sala giochi?》propose. Aurora lo guardò imbambolata, prendendolo per mano.
Rimanemmo in ospedale fino alla fine dell'orario di visita.