Cap.XIX

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《Mario non sta a te decidere》disse a denti stretti il rosso, guardando male il pugile. 《L'idea di rapirla per i soldi l'hai data tu, ma io amministro tutto, sono io il pilastro, il vortice》continuò Sfera. 《Sentite, non ci importa dei vostri drammi famigliari, la volete o no questa qua? Perché altrimenti me la tengo io volentieri》ridacchiò, facendo scivolare la mano sul mio seno. 《Non toccarla!》urlò il pugile, puntandogli la pistola. 《Ho già ucciso uno dei tuoi, lasciala》disse. 《Oh Molinari, Molinari, caro Molinari. Se ci date quei cazzo di documenti, la principessa torna al castello》ripetè. 《Altrimenti rimane qua per sempre e mi fa da servetta》mi osservò qualche secondo. 《Servetta con benefici》precisò. Il pugile strinse i pugni, sputando a terra. 《Gionata paga》gli disse autoritario. 《Ma io non voglio soldi, io voglio i documenti》continuò il boia, tirandomi i capelli. 《Sentite voi discutete un po' su cosa fare, nel frattempo io porto lei di nuovo dentro e la punisco un po', anche da parte tua Gionata okay?》propose, prendendomi per il polso e buttandomi sul letto di schiena. Arrivarono altri colpi, poi mi fece sollevare e mi riportò nel salotto.
《I documenti li ho persi》sentenziò il rosso, mentre Tedua mi guardava speranzoso. Avevo gli occhi chiusi, non sentivo più la schiena e le mie guance erano incrostate di polvere, sangue e lacrime. 《Non ci credo》urlò il boia spazientito, dandomi uno schiaffo e facendo riaprire i tagli. 《Possiamo pagarti》disse il pugile. 《Non voglio essere pagato! Voglio i documenti》continuò. 《Li ho persi nel trasloco》spiegò Sfera.
《Riprendetevela》sentenziò. Tedua mi corse incontro, prendendomi in braccio e facendo adagiare la mia testa sulla sua spalla, mentre crollavo nel sonno.
《Siamo arrivati piccola, sei al sicuro》mormorò una voce lontana, ma che mano a mano che aprivo gli occhi era sempre più chiara. 《Hey》sorrise il pugile, adagiandomi sul letto. Appena la schiena venne poggiata sul letto, emisi un gridolino, alzandomi di scatto. 《Fammi vedere》disse autoritario. Scossi la testa imbarazzata. 《Vado a farmi una doccia》gli dissi, prendendo dei vestiti puliti. 《Chiamami per le ferite》mormorò, attaccando le cuffie al telefono, coricandosi sul letto e chiudendo gli occhi.
Dopo mezz'ora, ero fuori dalla doccia, mentre mi disinfettavo le braccia, le guance e cercavo anche di passare il cotone sulla schiena, con scarsi risultati. 《Pronto Sara?》sussurrai. 《Oh Gesù, Iza, come stai? Diego mi ha detto tutto, sei a casa?》chiese allarmata. 《Sì, solo che ho un problema con la emh medicazione》mormorai. 《Sto arrivando》ridacchiò, chiudendo la chiamata. Mi sedetti sul bordo della vasca, infilando il pigiama, tranne la parte superiore. Asciugai i capelli, poi qualcuno bussò alla porta. 《Sono Sara, Mario è incazzato》disse. Aprii la porta di poco, giusto per vedere la rossa con un grande sorriso e il pugile con le braccia conserte e lo sguardo duro. 《Smettila di fissarlo così, te lo scopi con gli occhi》disse, prendendo il cotone e il disinfettante, passandolo delicatamente su tutta la schiena. 《Ti hanno ridotto proprio male》mormorò, assumendo un'espressione triste. Mi fasciò il busto, poi misi una felpa e seguita da lei uscii dal bagno. 《C'è Diego che mi aspetta. Ci sentiamo più tardi se hai bisogno okay? Buona serata》disse, dandomi due baci sulla guancia e scappando. Rimasi sola con Tedua. 《Perché non mi hai chiamato?》chiese. 《È imbarazzante. E non è un bello spettacolo》sbuffai, coricandomi di lato. Mi raggiunse, attirandomi a se. 《Ma perché ti cacci sempre nei guai?》sussurrò, dandomi dei baci sui capelli, accarezzandomi la schiena. 《Perché tremi?》chiesi, prendendogli una mano e stringendola tra le mie. 《Ho avuto paura》rispose, baciando la mia mano unita alla sua. 《Posso fare una cosa?》ruppe il silenzio, dopo svariati minuti passati a guardarci. Annuii, poi prese il mio viso tra le mani attirandomi a se e baciandomi.

Bang Bang/TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora