II

2K 78 6
                                    

Erano passate due settimane da quando ero stata trasferita da Gionata e più passavano i giorni, più rivolevo la mia vita indietro.
Ogni giorno, il ragazzo dal ciuffo rosso mi derideva o mi provocava. Inutile dire che alla fine la collana l'aveva venduta, lasciandomi giorni a piangere. Era l'unico oggetto rimasto di mia madre e la cosa mi faceva incazzare.
Uscivo dalla mia stanza solo per mangiare, andare al bagno e prendere nuovi libri o dei fogli per studiare e scrivere, la maggior parte del mio tempo era impiegato tra quelle quattro mura tra libri e musica e lezioni online.
Erano circa le due quando sentii la porta di ingresso sbattere. Mugugnai, alzandomi e raccogliendomi i capelli, per poi mettermi una felpa e delle scarpe. Aprii lentamente la porta, vedendo la porta di una stanza aperta.
Tedua. Scesi le scale facendo il meno rumore possibile, per poi affacciarmi alla grande finestra del salotto. Aveva una felpa, dei jeans e delle scarpe rosse e si guardava continuamente indietro o intorno. Quando superò di almeno 10 metri la casa, aprii la porta di ingresso e sgusciai fuori. Feci un respiro profondo e l'aria di dicembre di caminetti e freddo mi invase invase le narici. Camminavo a passo svelto seguendo il ragazzo, cercando di fare meno rumore possibile e di non farmi notare. Dopo 20 minuti, camminava ancora, poi arrivò in uno spiazzo dove c'erano dei ragazzi. Mi nascosi dietro ad un muretto, osservandolo, quando sentii un braccio avvolgermi il collo, una canna di una pistola puntata sulla tempia e una mano alla bocca. Mi trascinò dagli altri, mentre mi muovevo per cercare di liberarmi.
《Molinari ha portato la ragazza》ridacchiò il tipo che mi teneva.
Tedua, fino a quel momento rimasto di spalle, si girò impallidendo.
《Cosa cazzo ci fai qua?》mi disse duro, avvicinandosi al tipo, che nel frattempo aveva aumentato la presa.
Tedua tentò di liberarmi dalla morsa del ragazzo, ma questo indietreggiò.
《Oh oh oh Molinari, non è così semplice》ridacchiò, accarezzandomi la guancia con la canna fredda. Rabbrividii, guardando Tedua spaventata.
《Dacci i soldi, Ted》ordinò incazzato il tipo. La pistola scivolò di nuovo sulla mia tempia, appoggiando il dito sul grilletto. Solo in quel momento, mi accorsi di stare piangendo, mentre fissavo il mio sorvegliante, che a sua volta mi guardava spaventato. Sospirò, estraendo dal dietro del pantalone una pistola, per poi puntarla verso di noi.
《Lasciala immediatamente o ti sparo》mormorò, avvicinandosi.
Il ragazzo che mi teneva rise, facendo scivolare l'arma sulla mia schiena, liberandomi la bocca dalla sua mano. Cominciai a singhiozzare dicendo parole sconnesse. Nel mio cervello lampeggiava la frase "ma a cosa stavo pensando?", mentre non riuscivo a respirare.
《Molinari dacci i soldi o la tua Bonnie avrà un buco sulla schiena》lo minacciò ancora.
Tedua mi guardò ancora una volta, spostandosi a destra rispetto a noi, sollevando la pistola e mirando. Colpì il ragazzo preciso alla tempia. Cadde lateralmente, trascinandomi con se. Piansi ancora più forte, iniziando a tremare. Gli altri ragazzi si erano ammutoliti e lentamente lasciavano la piazza.
《Scusami scusami scusami》mormorò piangendo, mettendo la sicura alla pistola e mettendola a posto. Mi sollevò, abbracciandomi.
Tornammo a casa in silenzio, stretti l'uno all'altro.
Mi feci un bagno, poi tentai di dormire, ma quando chiudevo gli occhi rivedevo quella scena.
Sentii la porta aprirsi e, temendo fosse Sfera, mi nascosti sotto le coperte. Sentii invece la risata cristallina di Tedua, che entrò nella mia stanza e chiuse a chiave la porta.
《Perchè hai riso?》chiesi sussurrando e spostandomi di lato per fargli spazio.
《Sei pessima a fingere di dormire》rispose, coricandosi. Mi osservò per qualche secondo, poi sollevò una mano. Stava per avvicinarmela al viso, poi la ritrasse improvvisamente.
《Stai bene?》chiesi, vedendolo perso.
《Ho paura di farti male》sussurrò.
Lo guardai sorpresa, prima di avvicinarmi a lui e poggiare la testa sulla sua spalla. A quel gesto, rantolò, per poi poggiarmi una mano sulla guancia.
《Perchè mi hai seguito?》chiese.
《Non riuscivo a dormire e ti ho visto uscire. Credo che sarà l'ultima volta》deglutii, fissandolo. Aveva un'espressione distrutta, delle occhiaie sotto al viso e sembrava dimagrito rispetto alla prima volta che ci eravamo visti.
《Non-Non avevo mai ucciso nessuno》mi confessò sul punto di piangere. 《Io non volevo ma so che non ti avrebbe lasciata andare e-e se ti avesse fatto del male non me lo sarei mai perdonato perché...》mormorò, mentre due rivoli di lacrime gli scorrevano sulla guance.
《Shh va tutto bene okay? È finita, è tutto finito》dissi, abbracciandolo. Soffocò i singhiozzi sul mio collo, per poi staccarsi e stringermi a se. Mi poggiò un bacio sulla fronte, chiedendomi ancora scusa, poi si addormentò: sembrava un angelo caduto a cui erano state nascoste le ali. Dovevo salvare lui quanto lui doveva salvare me. Dovevo tentare l'impossibile, l'inimmaginabile.
Così iniziarono i miei casini.

Bang Bang/TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora