MICHELLE

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31 LUGLIO 2017

Believer degli Immagine Dragons mi costringe ad aprire gli occhi e ad alzarmi di scatto dal letto, maledetta me e quando ho deciso di metterla come sveglia, sono già le sei e anche se devo essere al Juventus Museum per le nove e ci metto solo un quarto d'ora in macchina,ho deciso di alzarmi presto e prepararmi con calma; voglio essere perfetta per il mio primo giorno in quanto la divisa la devo solo utilizzare durante le visite guidate, mentre negli altri giorni e agli eventi importanti, posso vestirmi a mio gusto, con l'unica variante che sul petto devo avere la spilletta con lo stemma della Juve. Ora è una semplice "J" stilizzata,ma che racconta una storia:la storia di un grande amore che per me dura da 20 anni o per lo meno da quando ne ho memoria. Mi alzo dal letto e vado ad alzare la tapparella. Il sole sta sorgendo su Torino e il cielo è talmente limpido che posso scorgere in lontananza la Mole Antonelliana. Quanto adoro Torino.Annuso l'aria e posso sentire l'odore dell'erba appena annaffiata di Parco Ruffino. Mi allontano dalla finestra e deciso che è meglio andare a fare la doccia, prima che Antonio, decida come ogni mattina di alzarsi presto per andare a correre e rubarmelo per sistemarsi i capelli. Ancora davvero non capisco perchè si debba pettinare per andare a correre. Io credo che sia perchè crede che così rimorchierà di più. Come dice lui "La pettinatura alla Dybala le fa cascare tutte ai tuoi piedi in qualsiasi momento!" io non ho mai voluto smorzargli l'entusiasmo dicendogli che la pettinatura di Dybala era solo un dettaglio e che se a Dybala cascano ai piedi è perchè è figo tutto e non perchè ha quella capigliatura, ma infondo Antonio ha solo sedici anni e anche se gli voglio un bene dell'anima devo ammettere che è parecchio stupido. Esco dalla mia stanza e come al solito inciampo sul borsone che si ostina a lasciare in corridoio, davanti alla sua porta. L'appartamento dove abitiamo non è enorme, ma siamo riusciti a ricavare una stanza per entrambi in modo che possa sfogare per fatti suoi tutte le sue frustrazioni da adolescente, cosa che io non potuto fare, visto che l'ho avuto in stanza fino a un paio di anni fa.Quando ci hanno divisi, stavo già migliorando. Entro nel bagno e apro l'acqua calda della doccia, mi spoglio e mi ci infilo. L'acqua calda è un vero toccasana e in genere ci starei ore sotto, ma oggi, Dio non vedo l'ora di essere la ed essere circondata da tutto quel bianco e tutto quel nero. Risciacquo il balsamo ed esco dalla doccia, mi avvolgo nel mio accappatoio rosa della Juve e torno in camera mia, sicura che da qui a poco mio fratello mi avrebbe interrotta. Apro l'armadio e inizio a fissarlo. Non so davvero che cosa mettere, ho fatto tutto ieri sera a pensarci,ma il risultato è stato che mi sono addormentata e zero in testa. E' estate, mi hanno detto che posso vestirmi comoda, ma visto che non vado in spiaggia ,ma al lavoro ci tengo a fare bella figura. "Che palle!" dico lasciandomi andare sul letto, senza togliere gli occhi dai miei vestiti. Sbuffo e prendo il telefono e su google digito: outfit da lavoro estivo. E' passata praticamente un'ora, in rete ho trovato tante proposte carine, dei quali io non ho quasi niente, ma vedendo un foto ho un'illuminazione.Ho quello che serve, per essere comoda, fresca e bianco nera. Mi alzo dal letto e dall'armadio tiro fuori una camicetta bianca, leggera ma non troppo trasparente e un paio di pantaloni alla capri che non ho praticamente mai messo.Non mi hanno mai ispirato più di tanto, ma per questa occasione sono perfetti.L'infilo, aspettando a chiuderli, metto la camicetta e poi la infilo all'interno del pantaloni; aggiungo una cintura nera con fibbia dorata, una collanina semplice e un paio di ballerine a righe bianche e nere. Prendo la spilletta che mi hanno dato il giorno della firma del contratto e l'appunto alla taschina all'altezza del seno della camicetta. Mi guardo allo specchio e la sfioro.Non mi sembra vero, vorrei urlare in questo momento ma rischierei di far prendere un infarto ai miei genitori quindi mi trattengo e mi limito a sorridere, esultando silenziosamente.Metto un filo di trucco e spazzolo i capelli che si sono asciugati grazie al calore naturale.Prendo la mia borsa nera, quella che Antonio chiama  valigia e ci metto dentro tutto quello che mi serve, a volte forse esagero un pò, ma essendo fuori casa non voglio farmi trovare impreparata in nessuna occasione.La chiudo ed esco dalla mia stanza, so che dovrei fare colazione ma sono talmente emozionata che ho lo stomaco chiuso, mangerò qualcosa in un bar, prima di entrare a lavoro. Lascio un biglietto ai miei e prendo le chiavi della macchina.

Juve: storia di un grande amore || Paulo Dybala ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora