Martedì

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MICHELLE POV

Antonio fortunatamente sta bene e dopo aver parlato con i miei sono pronta a tornare da loro, ho spiegato la situazione e ovviamente hanno ritenuto come me che sia stata la scelta più giusta quella di lasciare Paulo, anche se ovviamente erano parecchio dispiaciuti: Paulo piace molto ad entrambi, come a me del resto.
Visto che vuole parlarmi ho ritenuto opportuno dire a Manuel che sarei andata da sola a prendere le mie cose,non so di che natura sia il discorso ma non è il caso di metterlo in mezzo, è una cosa tra me e Paulo anche se sono certa che quella stronza di Alessia starà li a gongolare per tutto il tempo della mia visita.
Lascio la macchina nel parcheggio poco distante da casa di Paulo e trascinando il trolley mi avvio verso quella che, anche se per poco è stata anche casa mia. Arrivo davanti il suo portone e mi stupisco di non trovarci qualche tifoso davanti, forse hanno già tentato la sorte questa mattina. Suono il campanello e prima che me ne possa pentire il portone scatta. Conoscendolo era appostato davanti al citofono ad aspettarmi.Entro nel palazzo e prendo l'ascensore, soluzione più comoda vista la presenza del trolley. Le porte si aprono e appena mi affaccio vedo Paulo appoggiato allo stipite della porta del suo appartamento. Una sentinella proprio. "Avevi paura che non avrei suonato alla porta?" chiedo. "Il pensiero che saresti potuta scappare in effetti mi ha sfiorato" dice facendo un passo indietro per permettermi di entrare nell'appartamento. "Prego Princesa" entro in casa e con un piccolo saltello si appresta a chiudere la porta. "Non scappo tranquillo" dico seria, anche se al momento la voglia di scappare è tanta: essere qui dentro mi provoca un'ondata di emozioni non indifferente e un maremoto di ricordi mi invade, tutti talmente felice che mi fa rabbia sapere che non torneranno e che non potrò viverne altri con lui . "Ti va qualcosa da bere?" chiede Paulo massaggiandosi le mani nervoso, probabilmente anche lui sta rivivendo tutti i ricordi insieme in quella casa. "No grazie" rispondo, prima lo faccio parlare e prima posso prendere le mie cose per andarmene e lasciare spazio ad Alessia. Ora che ci faccio caso però, non vedo niente di suo in giro, come accadeva invece quando vivevo qui e soprattutto non è appostata sul divano, pronta a sbattermi in faccia la sua vittoria. "Dov'è Alessia?" chiedo guardandomi intorno. "Alessia non c'è" risponde accennando un sorriso e io faccio un sospiro di sollievo, voglio parlare con Paulo e fare quello che devo fare senza la sia ingombrante presenza. "Bene", mi tolgo il cappotto, lo appoggio sul divano e mi siedo. "L'altro giorno mi hai detto che volevi parlarmi, sono tutta orecchi" gli dico e lui viene a sedersi accanto a me, quanto mi manca questo divano e quanto mi mancano le serate accoccolati qui mentre guardiamo un film. Mi manca la nostra vita insieme. "Ricordi quando ti ho detto che avrei fatto di tutto per sistemare questa situazione?" mi chiede visibilmente nervoso; non credo di averlo mai visto così. "Si e io ti ho anche detto che la cosa non si può sistemare perchè...". "L'ho sistemata" dice di getto interrompendomi. Sbarro gli occhi confusa e mi chiedo come possa essere possibile. "Centra con il fatto che Alessia non è qui?" chiedo curiosa, ma anche preoccupata. So che Paulo è una brava persona e so che non farebbe del male nemmeno ad una mosca, ma temo che l'abbia comunque mandata via con in grembo suo figlio. "Esatto!Lei non è qui perchè da ieri lei non vive più in questa casa" dice soddisfatto e con gli occhi più luminosi che mai. "Hai cacciato di casa la madre di tuo figlio.Sei impazzito?" chiedo sconcertata. Alessia non mi sta simpatica, questo è ovvio, ma non voglio che venga mandata via solo perchè così posso tornare. "È qui che ti sbagli amore mio, lei non è la madre di mio figlio" risponde e io davvero sono confusa sia dalla sua calma, sia dal suo sguardo tronfio. "Paulo hai bevuto per caso?Stai dicendo una cosa che non ha senso. Alessia è incinta" dico realmente preoccupata che lui abbia esagerato con l'alcool come la sera in cui ha aggredito verbalmente sia me che Federico, anche se a guardarlo mi sembra sobrio. "Si lei è incinta, ma il bambino non è mio. Federico aveva ragione, mi stava mentendo" dice tornando serio, prendendomi le mani tra le sue. A quelle parole il mio cuore si ferma un attimo per ripartire all'impazzata, il cervello poi si è totalmente azzerato trasmettendo solo le parole di Paulo in loop. "Non può essere" sussurro scioccata. "Invece si mi amor, Federico è riuscito a far parlare un'amica di Alessia e gli ha detto che Alessia ha raccontato tutto di noi e che quella sera quando abbiamo fatto sesso, non posso averla messa incinta perchè  lei mi ha fatto finire con la..." . "Si ho capito" dico fermandolo, non voglio sapere di certo tutti i dettagli della sua scopata con quella. "Il padre del bambino è un ragazzo che gia conosceva con cui a fatto sesso qualche giorno dopo di me" continua il racconto e sento che il cuore si sta piano piano alleggerendo. "Lui non la voleva e così ha pensato bene di provare ad incastrare me" conclude e io no so davvero cosa dire. "Wau" dico solo cercando davvero di sistemare tutte le informazioni nella mia testa. "È finita Princesa, sono libero" dice con un largo sorriso e io istintivamente lo abbraccio stringendolo fortissimo a me. "Dio mio" sospiro sentendo finalmente il mondo tornare a posto, con tutti i suoi pezzi. "Ma adesso lei dov'è?" chiedo, realizzando che però l'ha comunque sbattuta fuori casa. " E' tornata a casa sua e ha detto che riparlerà con quel ragazzo, le ho detto che mi dispiace, ma che non voglio essere bloccato a vita per colpa loro" risponde  e io di nuovo non so che dire. Quando sono arrivata qui ero pronta ad una delle sue solite promesse e a smentirle come sempre, di certo non ero pronta alla conclusione di questa faccenda e ad avere di nuovo l'uomo della mia vita disponibile. "Dio mio non ci credo" dico scoppiando in un pianto liberatorio, dopo settimane sento finalmente il nodo allo stomaco sciogliersi e tutti i miei nervi distendersi. "Credici amore mio" lo guardo negli occhi, anche i suoi sono lucidi e non credo che siano mai stati così belli, lo bacio senza pensarci nemmeno un attimo, assaporando di nuovo le sue labbra; l'ho baciato tante volte, l'ultima al museo, ma questo bacio ha un sapore diverso, sa di una nuova occasione, un nuovo inizio e spero davvero che questa volta la conclusione sia parecchio lontana. "Vieni con me" sussurra sulle mie labbra, io annuisco, mi prende per mano e mi conduce insieme a lui nella sua stanza. Sul letto è posizionata una camicia tutta strappa e io mi porto la mano alla bocca per lo stupore, conosco benissimo quella camicia, è quella che ho dovuto strappargli per evitare di rompere il suo orologio, che all'epoca era nuovo. "L'hai tenuta?" gli chiedo sorpresa, anche perchè non può farsene molto di quella camicia, è irrecuperabile. "Certo, ha un valore affettivo per me" risponde sorridendo e io scuoto la testa. "Ma cosa te ne fai?" chiedo. "La guardo volta che non ci sei e mi manchi, la guardo per ricordare il giorno in cui ci siamo conosciuti, la prima volta che i miei occhi ti hanno incontrata,l'ho ritrovata per caso mentre non c'eri e da quel giorno l'ho sempre tenuta vicino, per ricordare quella sera meravigliosa" mi spiega tenendomi le mani strette. "Quella sera non sapevo quanto saresti diventata importante per me, quanto saresti diventata indispensabile per essere felice. Mi ero da poco lasciato con Antonella e mai avrei pensato che avrei incontrato qualcuno capace di farmi provare quello che mi aveva fatto provare all'inizio, poi però sei arrivata tu e non solo ho provato le stesse cosa, ma anche di più, a volte avevo talmente voglia di vederti che il cuore mi faceva male e il solo tuo pensiero mi faceva mancare il respiro, quella sera ovviamente per me eri solo una bella ragazza che mi stava dando una mano, ma sarei un bugiardo se ti dicessi che non mi sarebbe piaciuto avere le tue mani addosso e fare quello che poi abbiamo fatto qualche giorno fa" conclude ammiccando un pò e io abbasso lo sguardo leggermente imbarazzata, se ancora penso a quello che è successo al museo vorrei sotterrarmi per quanto è stato avventato e totalmente sconsiderato. "Quello che voglio dirti è che quella sera non sapevo cosa avrei voluto da te, nemmeno quando ho lasciato il mio numero alla tuo collega lo sapevo, ma ora lo so, so cosa voglio" dice serio e il suo sguardo è talmente intenso che mi sta letteralmente entrando dentro, perforandomi l'anima. "Voglio te..." si inginocchia e dalla tasca della tua tira fuori una piccola scatola. "Oddio" sussurro. *Non lo sta facendo sul serio* mi ripeto nella mente. "Per tutta la vita" aggiunge e apre la scatolina rivelando un bellissimo anello all'apparenza doppio con un diamante rosa in messo e dei diamantini bianchi laterali che formano delle foglie. "Paulo..." la mia voce è un sibilo per quanto mi si è seccata la gola. "Michelle, quieres casarte conmigo?" chiede usando la sua lingua madre, sintomo che sta facendo più che sul serio e sapendo anche quanto mi piace sentirlo parlare in spagnolo. Sul suo viso si è aperto un enorme sorriso e i suoi occhi sono talmente luminosi che la luce quasi non serve perchè illuminano la stanza a giorno. 
Questa mattina sono uscita di casa con l'intento di venire le mie cose e lasciarmi Paulo allo spalle, per ricominciare e chiudere definitivamente il capitolo calciatori, ero convinta che sarei venuta qui, che avremmo parlato, che lo avrei scoraggiato in merito ad un nostro riavvicinamento e che gli avrei dato un bacio di addio prima di andarmene. Invece nulla è andato come avevo in testa, sono entrata, lui mi ha detto che era finalmente libero e ora è inginocchiato davanti a me, con un anello e mi chiede di essere sua moglie. "Si!" rispondo con il cuore letteralmente che mi scoppia senza pensarci due voltee perchè dovrei? Essere sua per tutta la vita è l'unica cosa che voglio realmente. Lui sorride ancora di più, tira fuori l'anello dalla scatolina e prendendo la mia sinistra mi infila l'anello sull'anulare. "E' bellissimo" dico prima di costringerlo ad alzarsi e tuffarmi letteralmente sulle sue labbra. Lui mi stringe a se e mi solleva per farmi girare. Mi sento come una bambina sulle giostre e non riesco di smettere di ridere. "Ti amo!" dico tra le lacrime e le risa. "Ti amo anche io Princesa" dice mentre continua a depositarmi baci su tutto il viso. "Hai detto si" dice prima di lasciarmi andare e correre verso la finestra che da proprio sulla piazza. "Ha detto si!" grida e io lo raggiungo trascinandolo dentro. "Ma sei pazzo?" chiedo ridendo. "Si, sono pazzo di te" mi afferra per i fianchi e mi bacia, con più passione, proprio la prima volta, solo che quella volta non sapevo dove ci avrebbe portato quel bacio, mentre ora si. Porto le mani fino all'orlo della sua maglietta e gliela sfilo, mi prende un attimo per ammirarlo perchè mi è mancato guadarlo e al museo è stato così precipitoso che ora me lo voglio godere. "Che fai?" chiede con un sorrisetto. "Ti guardo" dico sussurrando iniziando ad accarezzargli il petto fino a tracciare il tatuaggio arabo che ha sul fianco con il dito. Sospira e so quanto gli sta piacendo, con la mano mi attira a se e ora i suoi occhi sono un vortice di desiderio ed eccitazione. Mi fa voltare in modo che la mia schiena sia contro il suo petto, mi libera del maglioncino che ho addosso per iniziare ad accarezzarmi, esattamente come ho fatto io con lui; anche lui vuole prendersi del tempo probabilmente. "Mi sei mancata da morire" sussurra al mio orecchio prima di morderne leggermente il lodo. "Anche tu" ansimo, sa quanto mi piace quando lo fa. Mi fa girare di nuovo e abbassandosi un pò mi afferra per le gambe, mi solleva e io allaccio le mie gambe ai suoi fianchi, prima di ricominciare a baciarlo. Inizia a camminare con me ancora aggrappata e dopo poco sento qualcosa sotto di me, è sicuramente l'isola della cucina. Sorrido sulle sue labbra e mi allontano di poco per guardarlo. "Bentornata a casa" dice dolcemente scostandomi i capelli che mi sono ricaduti sul viso, portandoli dietro l'orecchio. Non ho altre parole da aggiungere e faccio l'unica cosa che mi permettere di esprimere la gioia che sto provando in questo momento, lo bacio di nuovo e attirandolo di più con le gambe, gli faccio capire quanto voglio di più ora. Mi fa sdraiare sull'isola e come è già successo mi slaccia i jeans e me li toglie, facendo cadere con essi anche il mio intimo. L'isola della cucina è stato il secondo posto in cui abbiamo fatto sesso, era tornato da un'allenamento pomeridiano e io ero a casa, gli stavo preparando qualcosa da mangiare in modo che poi potesse rilassarsi, appena mi ha visto mi è letteralmente saltato addosso e inutile dire che tutto il cibo che era sull'isola è finito a terra, insieme ai piatti e altre cose. Questa volta non dovremmo rompere niente "Aspettami qua!" dice frettoloso e corre in camera, quando torna è in boxer e ha in mano un preservativo, poteva metterlo di la, ma so benissimo quanto adora quando lo spoglio. Con il dito gli faccio cenno di avvicinarsi e appena è perfettamente posizionato tra le mie gambe porto le mani sull'elastico dei suoi boxer, dalla sua bocca scappa un gemito e glieli faccio scendere. Con la bocca apre la confezione e se lo infila, senza togliere gli occhi dai miei. Quando fa così mi manda letteralmente in tilt il cervello, lo afferro per la nuca e lo bacio con foga, per fargli capire che il tempo dei preliminari è finito e che lo voglio; mi afferra le cosce e attira un pò in avanti. "Quanto..." . "Paulo!" una voce ci fa voltare e troviamo davanti a noi Alycia, la mamma di Paulo. "Mamà!" esclama frettoloso e si rialza i boxer, io invece scendo dall'isola e mi rimetto più in fretta che posso le mutande e i jeans. "Salve signora!" dico imbarazzata e corro in salotto per prendere il maglioncino e la maglia di Paulo. "Tieni!" gliela passo e se la infilo. "Dime que esta pasando?" ( Che sta succedendo?)  chiede sconcertata e solo ora mi rendo conto che io e la mamma di Paulo non ci siamo mai viste, me l'ha passata al telefono per Capodanno visto che lei era andata in Argentina, ma questa è la prima volta dal vivo; ottima prima impressione proprio. "Mamà, es Michelle, requerdas?Hablaste con año nuevo"(Mamma, lei è Michelle, ricordi?Vi siete sentite a Capodanno)  gli spiega e io ringrazio di aver sempre preso dieci in spagnolo. "Requerdo Michelle" ( Ricordo Michelle) dice scrutandomi. "Despues de lo que me dijiste ayer, vine a ver come estabas, pero parentemiente bien." (Dopo quello che mi hai detto ieri ero venuta a vedere come stavi, ma a quanto pare bene) dice accennando un sorriso divertito, io vorrei solo sotterrarmi. "Lo siento senora, no sabìa che que iba a venir"  ( mi dispiace signora, non sapevo che sarebbe venuta) le dico molto imbarazzata, non mi ero di certa immaginata così il nostro primo incontro. " Huberia preferido encontarte en otra circunstancia, pero ed evidente que ha echo la paz" ( Avrei preferito conoscerti in un'altra circostanza, ma è evidente che avete fatto pace) dice sospirando e il suo sguardo sembra anche più dolce. "Si mamà, Michelle y yo volvemos a estar juntas" ( si mamma, io e Michelle siamo tornati insieme) comunica Paulo con un enorme sorriso, prendendomi per mano. " Para se honestos..." (Per la verità) guarda me e poi la madre "Nos casamos" (Ci sposiamo).

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