Rapporto in frantumi

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È passata una settimana dalla notizia bomba. Paulo è in pausa dalle partite fino al 22 e di comune accordo abbiamo deciso di ospitare Alessia finchè non risolveremo la situazione. Ovviamente ne io e ne Paulo vogliamo che lei interrompa la gravidanza e l'intenzione di Alessia è di darlo in adozione.
La cosa importante è che la stiamo facendo funzionare.
"Buongiorno!"dico entrando in cucina. È giorno di chiusura e me la sono presa comoda. "Buenos dias mi amor" Paulo mi da un bacio e Alessia mi fa un sorriso. Averla qui é ancora un pò strano ma prima o poi mi abituerò.  "Ho preparato i pan cakes come piacciono a te!" mi stringe un pò a se e mi da un altro bacio. Quest'uomo mi sta viziando. "MMH, tu si che sai come prendermi per la gola" sussurro e se non fosse per Alessia me lo farei in cucina in questo momento. Ora che ci penso, da quando c'è lei non abbiamo più nemmeno fatto sesso ed è frustrante perchè a parere mio abbiamo ancora un sacco da recuperare. "Oh scusate se vi interrompo, ma devo farvi vedere una cosa" Alessia corre verso la zona notte, io e Paulo ci guardiamo perplessi. Torna con una busta. "Ieri stavo facendo un giro in centro e quando l'ho vista non ho resistito" dalla borsina tira fuori una piccola maglietta, è a righe righe bianche e nere verticali e al centro un cerchio bianco con la scritta *Ho il miglior papà del mondo*. "Non  adorabile?" dice entusiasta e io non so perchè, ma avverto uno stano nodo allo stomaco. Se questo bambino non o vuole, perch gli ha comprato quella maglietta, cosa ne sa come sarà il papà adott...Oh cavolo. Non è riferito al papà adottivo,ma a Paulo. "Si è bellissima!" dico, facendo finta di nulla, magari sto fraintendendo. "è muy hermosa" dice Paulo e lasciando andare me, prende in mano la maglietta e come se fosse a cosa più normale del mondo l'appoggia sulla pancia di Alessia e si abbassa. "Hai capito?Hai il miglior papà del mondo!" dice Paulo e il sangue mi si gela nella vene. E' uno scherzo vero?Non fa sul serio. Posa anche la mano sulla sua pancia e li vorrei urlare. "Ehm...Mi sono ricordata che mi devo vedere con Arianna, quindi faccio colazione fuori" dico in fretta, prima che esplodo come una bomba. "Ma ti ho preparato i pan cakes" dice Paulo dispiaciuto. Dovevi pensarci prima di fare il paparino premuroso. "Lo so amore, ma proprio mi sono scordata e sono anche in ritardo. Vado a vestirmi"  me ne vado subito dalla cucina e vado in camera. Ho una strana sensazione. Sento che tutte le promesse che ci siamo fatti e le cose che ci siamo dette svaniranno presto. Vado in cabina e afferro il primo paio di pantaloni che mi vengono in mano e poi una felpa. Non devo vederla per davvero Arianna e nemmeno devo andare chissà dove perciò non serve che mi vsta bene. "Princesa...Tutto bene?" Paulo entra nella cabina armadio e si avvicina. "Si perchè?" dico, cercando di essere il più credibile possibile. "Non lo so, sei andata via dalla cucina in modo strano  e ieri sera non mi avevi detto che uscivi con Arianna" dice preoccupato. Cavolo, a volte odio che sia così attento. "Te lo stavo per dire, ma poi tu ti sei addormentato e mi è passato di mente, infatti sono di corsa" cerco di ridere e spero di non sembrare una pazza. "Non è per la maglietta?" chiede. Cazzo. "Ma va, è bellissima e poi anche se non lo tiene è giusto che gli faccia almeno un regalo" dico e lui sembra pensieroso. "Che c'è?" chiedo. "Non niente, insomma, non è nemmeno detto che lo darà via" dice e i miei dubbi hanno appena avuto conferma. "Che vuol dire?" chiedo allarmata. "Beh, in questi giorni, mentre eri al lavoro, abbiamo legato e..." alzo la mano per zittirlo. "Non andare oltre..." dico già alterata. "Princesa...". "NO" lo ammonisco. "Lo sapevo già, quando è entrata in questa casa dicendo che aspettava un figlio da te, sapevo già che avrebbe distrutto il nostro rapporto" dico rassegnata. "Non sta distruggendo niente" dice. "Ah no?Allora perchè non mi hai detto che stava cambiando idea?Perché mi sono dovuta trovare davanti a quella maglietta totalmente impreparata?" chiedo inacidita. "Non volevo farti preoccupare e non abbiamo ancora deciso niente" cerca di giustificarsi ma io sono sempre più arrabbiata e soprattutto delusa. "Non avete ancora deciso...Sbaglio o dovevo avere voce in capitolo anche io?" chiedo sconceratata. "Si, ma visto che il figlio é nostro..." il cuore mi si apre in due non ho più dubbi: Paulo vuole quel bambino e anche Alessia,lo vuole, insieme al padre ovviamente. "Ok" dico. Torno in camera e prendo la borsa. "Princesa!" mi chiama. "Tenetelo il bambino.É la scelta migliore" prendo anche la giacca ed esco dalla stanza.
"Michelle!" dice Alessia ancora in cucina, io la guardo male ed esco dalla porta sbattendola. Lo sapevo, quel giorno ho voluto credere a Paulo ma sapevo che sarebbe finita così, sapevo che non ci sarebbe stato posto per me e che alla fine avrebbe deciso di fare il padre. Non incolpo quel bambino e non incolpo lui per volerlo fare, lo incolpo di avermi ingannata e di non avermi più considerata in una decisione che potrebbe cambiare le nostre vite.
Un messaggio blocca la mia corsa sulle scale.

[PAULO:
  Che volevi dire con quella frase?

TU:
   Quello che ho detto.Tenete il bambino. Crescilo. ]

Rispondo di getto ed esco dal condominio.

  [PAULO:
     Mi stai lasciando? ]

Bella domanda. Io non voglio perderlo,ma questa situazione porterà inevitabilmente ad una nostra rottura. Ho sempre creduto alla famiglia, non ho mai creduto a quelle situazioni in cui il padre, ancora prima della nascita del bambino ha un'altra ed è presente nella sua vita si e no. Non sta chiedendo lui di venire al mondo, non ha colpe quindi merita che il padre e la madre stiano insieme o che almeno ci provino.

[ TU:

  Questo bambino ha bisogno di un padre e di una madre, di una stabilità. Non ha bisogno della compagna del padre che gli incasina la vita. In questi giorni verrò a prendere le mie cose. Ti amo.]

Mi infilo in un vicolo e inizio a piangere. Lasciarlo è la scelta più dolorosa e difficile che potessi fare, ma non ci riesco. Se Alessia è venuta a reclamare la paternità di questo bambino, non è solo per quella creatura, ho voluto fare finta di nulla, non vederci del marcio, ma gli sguardi e e le attenzioni verso Paulo erano inequivocabili. Ci ho creduto, ma è ora che mi faccia da parte. Il telefono inizia a squillare. E' lui. Rifiuto la chiamata, spengo il telefono, mi asciugo le lacrime ed esco da quel vicolo. Rimetterò insieme i pezzi piano piano e continuerò la mia vita, così come lui continuerà la sua insieme ad Alessia e il bambino.

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