Verità pt. 2

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Ieri sera era così  euforico per la notizia e per la vittoria che non ho voluto rovinarmi l'umore palando con Alessia. Sono tornato a casa il più tardi possibile, in modo che lei fosse già a dormire e l'ho evitata fino a questa mattina. Adesso però è giunta l'ora di parlarle e chiudere questa faccenda una volta per tutte. Entro in cucina e lei è seduta sullo sgabello dell'isola della cucina a fare colazione. "Buongiorno" le dico e lei si volta fulminandomi con lo sguardo. *Che vuole adesso?* mi chiedo. "Buongiorno un cazzo, dove sei stato ieri tutto il giorno?" chiede inviperita. Ma scherziamo. "Ieri giocavo e siccome abbiamo vinto sono uscito a festeggiare con i miei compagni" spiego, anche se a lei non devo spiegare proprio niente. "Non mi hai avvertito che giocavi e potevi anche tornare a casa a festeggiare con me"  replica e mi viene da ridere per quanto sembra ridicola. "Beh, visto che gioco nella Juventus anche se non ti avverto lo puoi trovare ovunque il calendario delle partite e poi non vedo in che modo avremmo potuto festeggiare" le dico e voglio proprio vedere  fino a che punto arriva. "Beh, ci saremmo potuti divertire un pò" si alza e fa il giro dell'isola fino a raggiungermi. "Avrei potuto ingoiare qualcosa di diverso dal gelato per una sera" mi sussurra all'orecchio cercando di sembrare sensuale. "Possiamo rimediare però se vuoi" aggiunge e porta la mano direttamente sul cavallo dei miei pantaloni. "No, no" dico allontanandomi come se avessi preso la scossa. "Come scusa?" chiede confusa avvicinandosi. "Alessia no" la esorto indietreggiando. "Perchè?" chiede con aria sorpresa. "Perchè non voglio che ingoi proprio niente" le dico sincero. "Però quando mi hai scopata me l'hai lasciato fare e ti è anche piaciuto" sbraita e il mio cervello si ferma. Si è per caso tradita da sola. "Come?" chiedo. "No, cioè..."  è titubante e i suoi occhi sono talmente spaventati che sembra abbia davanti un mostro invece di me. "Hai appena detto che quando abbiamo fatto sesso tu..." . "No, devo essermi sbagliata...insomma...come potrei essere incinta altrimenti" dice facendo una risatina nervosa. "Si, è così mi sono sbagliata, quella sera tu mi sei...". "Alessia basta" la interrompo prima che dica altro e risulti ancora più patetica e lei fa un sorriso più rilassato, ma non ha capito nulla. "So tutto" rivelo e il suo sorriso si spegne immediatamente. "Tutto cosa?" chiede con aria molto più che colpevole. "Che mi hai preso in giro e che il bambino non è mio"  è la prima volta che lo dico ad alta voce e finalmente il macigno che ho sul cuore si sgretola del tutto. "Paulo non dire sciocchezze...questo bambino". "Alessia è stata una tua amica, ha detto tutto quanto ad un mio amico, una persona di cui mi fido" la informo prima che possa iniziare ad arrampicarsi sugli specchi ed inventasi scuse che non reggerebbero. "E' impossibile, una mia amica non direbbe mai una cosa del genere" dice cercando di ricomporsi. *E' davvero incedibile*. "Ti stai sicuramente sbagliando e tutta questa faccenda è ridicola. Questo bambino è tuo" ribadisce e sinceramente mi sto realmente alterando. "E' ridicolo che tu stia negando anche davanti all'evidenza e che continui a dire che quel bambino  è mio. Questa tua cosiddetta amica dopo qualche drink ha raccontato tutto, di come tu le abbia detto che mi hai aiutato a finire con la bocca e di come tu ti sia fatta mettere incinta da qualcuno che poi non voleva e così hai pensato di fregare me e il problema non sarebbe stato nemmeno tanto quello, ma al fatto che non ti sei fermata quando hai visto che avevo una compagna e hai fatto di tutto per rovinare il nostro rapporto" dico alzando il tono di voce, davvero sta superando il limite. "E' lei che se n'è andata!" urla e mi chiedo con che coraggio. "Se n'è solo perchè pensava che fosse meglio per il bambino,non di certo perchè il suo desiderio era quello di vedere me e te insieme. Io amo LEI, voglio stare con LEI" scandisco in modo che capisca bene il concetto. "Mi stai per caso cacciando?" chiede come se la cosa non fosse ovvia. "Non so se ti è chiaro, tu stavi qui solo perchè credevo che portassi in grembo mio figlio, ma visto che non è così, direi che non è più necessario vivere qui con me. Credimi, mi spiace che quel ragazzo ti abbia respinta, ma io non sono disposto a pagare per i vostri errori, deve assumersi lui le sue responsabilità" dico calmandomi e lei sospira. Spero davvero abbia capito. "Vado a prendere le mie cose allora" dice rassegnata e io faccio un sospiro di sollievo. "Ovviamente, tutte le cose che ho preso per il bambino puoi tenerle" le dico e lei accenna un sorriso. "Grazie" dice prima di andare in camera sua e io mi lascio andare sul divano. Ce l'ho fatta.Sono libero.


"Ho fatto!" Alessia mi raggiunge in cucina e mi spiace vederla così amareggiata, sono certo che non sia una cattiva persona, ma davvero non posso rimetterci la mia vita perchè lei ha deciso di fare il salto di qualità. Che lo faccia pure, ma con qualcuno che sia disponibile sentimentalmente. "Vuoi che ti chiami un taxi?" le chiedo, sono pur sempre un gentil uomo e lei è comunque incinta. "Ti ringrazio, ma ho chiamato un amico e sta venendo a prendermi lui" risponde e io annuisco. "Davvero Alessia, mi spiace che sia andata così" le dico. "Anche a me, ma avevi ragione, dovevo fermarmi quando ho visto lei e soprattutto che viveva qui con te" dice a testa bassa e anche se so quanto le sta costando dirlo, lo apprezzo. Il suo telefono sua e lei alza finalmente lo sguardo. "E' arrivato" dice e io le apro la porta del mio appartamento. "Ti auguro tanta felicità" dice. "Anche io te la auguro" esce dalla porta e appena la chiudo mi sento leggero come mai nella vita. Mi volto e appoggio la schiena ad essa. Da domani rivedrò la mia Princesa girare per casa e non vedo l'ora che questo accada. Vado alla finestra e vedo Alessia salire su una macchina e salutare con due baci sulla guancia il ragazzo alla guida. Ora che è andata posso uscire e dedicarmi alla sorpresa di domani. Finalmente.

Juve: storia di un grande amore || Paulo Dybala ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora