«Da quando è in questo stato pietoso?» domandai, preoccupata per mio padre, a mio fratello.
Papà stava vomitando anche l'anima e ciò non poteva che dispiacermi. Ancora non capivo perché si riducesse così!
«Diciamo dalle sette» rispose guardando l'orologio al polso, indifferente ai continui conati di vomito di papà. Io, invece, tra un po' gli avrei fatto compagnia a vomitare.
Quel pomeriggio a scuola con Kyle, avevamo pulito tutto in meno tempo della volta precedente. Comprensibile, visto e considerato che quella volta non ci eravamo trovati chiusi in nessun ripostiglio!
Alle 17:30 ero già a casa e avevo un bisogno urgente di fare una doccia, soprattutto a causa della pittura che ancora imbrattava i miei vestiti e qualche residuo che sporcava la mia pelle. Quando finii, andai un po' a casa di Katy, per raccontarle tutto, e quando tornai a casa mia, verso le 19:30... be', era tutto un disastro.
In quel momento mi trovavo in bagno con Jem, a fare da badante a nostro padre. Avrebbe mai risolto i suoi problemi?
Okay, il dottore cosa aveva detto riguardo questi casi? Dannazione a me e alla mia tremenda memoria! Il suono del citofono mi fece saltare dallo spavento.
«Vai tu, qua me la vedo io, ricordo quello che ha detto il medico» mi rassicurò mio fratello. Ogni tanto era bello vederlo in versione autoritario.
Aprii la porta e il cancello, vizio bruttissimo, e, vedendo chi fosse, rimasi sorpresa: «Kyle... che ci fai qui?» domandai in imbarazzo e socchiusi la porta in modo che non vedesse il disastro nel salone: c'era vomito dappertutto.
«Ehm... io... ehm...»
«Arrivi al dunque o dobbiamo stare qua fino a domani?» lo punzecchiai, anche se era bello vederlo in imbarazzo ed estremamente raro.
«Sì, mi sono trovato nelle vicinanze e quindi ho colto l'occasione per riprendermi la giacca. Sai, te l'ho prestata, non regalata» mi ammonì, ritornando il solito stronzo di sempre. Non era mia intenzione rubare qualcosa a qualcuno, sicuramente gliel'avrei ridata, un giorno o un altro.
«Sì... te la prendo subito» sussurrai mentre aprii la porta il giusto necessario per poter passare, ma non feci in tempo.
«Posso entrare?»
«Ehm... sarebbe meglio di no» sussurrai con la porta ancora socchiusa.
«Sicura sia tutto okay?» domandò sfiorandomi una guancia il giusto per portarmi a guardarlo dritto negli occhi.
«Sicurissima» trillai velocemente staccandomi. Ma il ragazzo mi regalò uno sguardo strano e ammonitore.
Capiva gli stessi mentendo. Mi scostò delicatamente e spalancò la porta entrando, mentre io, rimasta ancora fuori, non potei che alzare gli occhi al cielo ed entrare a mia volta. Perché quel ragazzo faceva sempre di testa sua? Era odioso.
«Che succede?» chiese preoccupato, guardando il vomito nel salotto.
«Niente... ti vado a prendere la giacca, così vai via» sussurrai imbarazzata, prima di sparire di sopra.
Velocemente estrassi l'indumento dall'armadio e corsi giù per le scale, così veloce che per poco non inciampai nei miei stessi piedi, ma non trovai più Kyle, il salotto era vuoto.
Un altro conato mi perforò le orecchie. Non ne potevo più! Capii subito che fine aveva fatto il ragazzo e, quando lo trovai ad aiutare Jem in bagno, mi congratulai con me stessa per aver intuito alla svelta. Okay, non ci voleva chissà quale intelligenza!
Mio padre si rialzò dalla sua posizione accovacciata sul water dopo vari secondi. Era ovvio, dato che era ormai molto il tempo da cui stesse cacciando quello schifo dal corpo. Ero convinta ormai che il suo stomaco fosse vuoto.
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Un amore al π
Teen FictionNon è semplice ricominciare, essere in bilico tra il ricordare e il dimenticare. Come reagiresti se da un giorno all'altro quelli che tu hai sempre ritenuto i tuoi migliori amici si allontanassero da te, come se tutto fosse normale? Come se fosse so...