Capitolo 31

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«Meg, Meg» sussurrai scuotendola, dopo che la mia sveglia-cellulare mi aveva svegliata segnando le sette, orario per alzarsi.

La ragazza fece un verso incomprensibile ed io le tolsi le lenzuola di dosso.

«Uff!» scattò a sedere.

«Dai, che ti faccio svegliare io! Da chi andiamo prima?» ridacchiai.

«Che hai in mente?» sorrise stropicciandosi gli occhi.

«Vieni» le presi la mano, convincendola a seguirmi. 

Arrivate in bagno presi una bacinella azzurra e ne misi un'altra verde nelle mani di Meg.

«Riempiamole e svegliamo i nostri fratelli per bene». Gli occhi di Meg si illuminarono.

«Come mi è mancato avere una sorella!» esclamò ridacchiando.

«Credo che ce ne saranno delle belle da oggi in poi» constatò Sasha, parlando con mio padre, facendolo ridacchiare, quando li incontrammo in corridoio, mentre trasportavamo le bacinelle pesanti. Intimai a tutti di fare silenzio.

«Da chi andiamo prima?»

«Ethan» sussurrò Meg.

«Okay, posa la tua bacinella lì e prepara il cellulare per un bel video» sorrisi. 

L'onore di svegliare Ethan era tutto mio. Con passi felpati, una dietro l'altra ci dirigemmo nella stanza provvisoria del ragazzo, trovandolo mezzo nudo arrotolato tra le coperte. Mi dispiacque più bagnare loro che lui.

Immersi un dito nell'acqua gelida per poi passarlo sul suo naso, che tirò su infastidito. Mentre stava aprendo gli occhi, versai velocemente tutta l'acqua sul suo viso, bagnandolo tutto.

«Ma che cazzo vi dice la testa?!»

«Delicato, appena mattina» sussurrai ridendo a crepapelle seguita da Sasha sul ciglio della porta e Meg che, con il suo cellulare, riprendeva la bella scenetta.

«Okay, uno è andato, andiamo dall'altro. A te il piacere» dissi, rubandole il cellulare dalle mani ed entrando in camera di mio fratello, seguita da Meg con la sua bacinella.

La svuotò tutta d'un colpo, facendo rabbrividire Jem, che si alzò di scatto, fulminandoci con lo sguardo, mentre io stavo attenta a riprendere per bene il suo volto; poi, mettendo la fotocamera frontale, dissi: «Il nostro risveglio è stato fantastico e il vostro?». Inviai sul nostro gruppo di amici, mentre la mia amica mi superò correndo.

«Scappa, sono arrabbiatissimi»

«Oh cielo!» esclamai, seguendola in giardino. 

Per le scale risuonavano le nostre risate e le loro imprecazioni, a queste aggiunte le sgridate dei nostri genitori. Eravamo solo in pigiama ed era un inverno assai freddo, così, arrivate a destinazione, ci fermammo, per evitare brutte figure con i vicini.

«Brutte stronze!» esclamò Ethan.

«Ehi! Attento a come parli» sorrisi, vedendoli uscire dal portone con i capelli e i corpi fradici.

«Altrimenti?»

«Altrimenti non sarà la sola mattina che vi sveglierete così!» ridacchiò la sorella.

«E dai! Ringraziateci, vi siete risparmiati una doccia mattutina!» continuai imperterrita.

«E poi ci siamo divertiti!» continuò Meg.

«Vi siete divertite!» azzardò Jem, sottolineando la parola "vi", prendendo il tubo di irrigazione e aprendo la valvola al massimo.

«Ma ora è il nostro turno!» risero di buon cuore, mentre io respiravo un'aria di casa e felicità come non mai, anche quando mi ritrovai bagnata da capo a piedi. Riuscivo ancora a ridere, ridere sul serio ed era quella la forza di una vera famiglia.

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