Capitolo 23

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«Katy, per l'ennesima volta, provalo!», esclamai scocciata. Era circa una decina di minuti buoni che fissava un abito rosso, inclinando la testa prima da un lato, poi da un altro, ispezionando il lungo tessuto morbido.

«Credi mi possa stare bene?». Annuii convinta. 

Finalmente si decise ad indossarlo e, come sospettavo, le calzava a pennello. Oltretutto le donava davvero, e risaltava i suoi occhi verdi e i capelli chiari.

«Ora devi scegliere il tuo», sorrise, appoggiando l'abito che avrebbe comprato alla cassa.

«Non se ne parla. A casa troverò qualcosa da indossare». Annuì.

«Dai, almeno provane un paio, ormai che ci siamo». 

Risi per il modo in cui l'aveva detto e l'accontentai. Provai i tre vestiti che, ad occhio, mi piacevano di più in quel negozio. Tutti e tre lunghi e alquanto simili. Ce ne era uno che mi piaceva molto, ma non lo dissi; tanto non avrei voluto comprarlo.

Uscimmo da quel negozio con in mano la busta con l'abito di Katy e continuammo a cercare i regali giusti per Natale. Avevo già preso quello per mio fratello, con il contributo di papà e Katy. Gli avevamo preso una PlayStation. Da quando accidentalmente ruppi quella che aveva, non invitava più i suoi amici a casa per giocare e dopotutto mi piaceva vederlo gironzolare felice per casa.

«Desy, Katy!», ci chiamò qualcuno. Voltammo contemporaneamente il capo.

«Megan!», esclamammo all'unisono. Nonostante il fratello fosse così scorbutico, lei mi stava davvero simpatica. Si avvicinò a noi, con al suo fianco Ethan.

«Ethan», salutai per educazione, ma non più con felicità. Quello fece un cenno del capo.

«Allora, come ve la passate?», domandò Megan.

«È tutto il pomeriggio che giriamo in centro per trovare i regali perfetti». La ragazza ridacchiò, alzando le sue buste.

«A chi lo dici!».

«Avete sistemato le carte per poter essere ammessi a scuola?», domandò Katy.

«Sì, dopo queste vacanze saremo riammessi a scuola senza nessun problema. Finalmente hanno risolto quel malinteso».

«Così ci vedremo più spesso», sorrisi trasognante. Aveva un non so che di rassicurante quella ragazza, al contrario di suo fratello.

«Meg, si sta facendo tardi», disse Ethan a sua sorella.

«Hai ragione! Dobbiamo andare», rispose quella, guardando l'orologio sul polso.

«Scusateci, siamo un po' di fretta. Spero di rivedervi presto. Altrimenti ci incontriamo a scuola», sorrise lei. Ricambiammo il sorriso e ci salutammo.

«È proprio strano quel ragazzo!», esclamò la mia amica, avendo la mia piena approvazione.


Eravamo ormai a casa da un paio di ore, ce l'avevamo fatta! Inoltre avevamo comprato anche un regalino a Joe ed uno a Jasmine. Giusto un pensierino. 

Joe sarebbe venuto a cena da noi. Io e Katy avevamo insistito così tanto che alla fine il ragazzo aveva ceduto. Katy di pomeriggio mi aveva "abbandonata" per una mezz'oretta buona per andare chissà dove; non aveva voluto dirmelo.

Tra una chiacchiera e un'altra io e la mia amica stavamo preparando la cena. Jem era appena sceso di sua spontanea volontà per darci una mano. Un'ora dopo arrivò Joe. Aveva anche lui dei pacchetti tra le mani: «Questo mettilo in frigo, questi sotto all'albero», mi indicò i vari pacchi.

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