Capitolo 37

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«Sveglia, ragazzi!» urlò felice Sasha per il corridoio.

«Avete la scuola» continuò, facendoci alzare tutti infastiditi dal letto.

La giornata precedente era volata sui libri, soprattutto per prepararmi psicologicamente per il compito in classe di matematica.

E dei miei amici, solo Kyle frequentava il corso con me. Se poteva definirsi amico... Non avevamo parlato più della notte trascorsa, in realtà non avevamo parlato più e basta. Era stato troppo occupato a baciare Barbie per preoccuparsi per me. Lo stronzo.

«Tieni- diedi una trombetta a Sasha-, così si sveglieranno sicuramente» conclusi, prima di tapparmi le orecchie.

«Oh, grazie, tesoro» sussurrò squadrandola, dirigendosi in corridoio e riempiendola col fiato. Delle forti grida, provenienti da diverse stanze, si innalzarono e, se fosse stato un cartone animato, la casa sarebbe sicuramente esplosa.

«Desy!» urlarono tutti uscendo nel corridoio.

«Mi dispiace, ma non è stata colpa mia, stavolta» risi e alzai le mani in segno di innocenza. Degli sguardi torvi mi colpirono e io non riuscii a frenare la risata.

Quando fui rimasta sola, aprii la tenda della finestra, vedendo dall'altra parte Kyle a torso nudo stiracchiarsi ai piedi del letto. Lo vidi prendere un foglio e una penna, per poi concentrarsi a scrivere, cacciando anche un po' la lingua.

"Buongiorno", diceva il foglio. Feci lo stesso, per poi chiudere la tenda e togliere il pigiama, preparandomi per un'altra stressante giornata scolastica. Benché odiassi Kyle per quello che mi aveva fatto- stare con Barbie-, non potevo che amare quei piccoli gesti che sentivo riservasse solo a me.

***

«Quindi... fammi capire bene. Tu il professor McQueen già lo conoscevi?» mi domandò Katy, quando eravamo in mensa a riempire i nostri vassoi. 

Quel giorno avevamo avuto un'altra lezione, sempre sul capolavoro di Emily Brontë, ma, avendo già detto la mia, avevo trascorso l'ora ad ascoltare opinioni altrui. Molte le condividevo, molte no. Con mia grande sorpresa, quel giorno, era intervenuto anche Kyle. Probabilmente aveva passato la notte sul libro per poterlo finire. Max, o meglio, il professor McQueen mi aveva rivolto qualche sguardo fugace, ma mai rivolto la parola. Sembrava ci fosse un'aura misteriosa intorno a lui; qualcosa che non mi quadrava, che non capivo.

«Sì, ci eravamo incontrati la sera prima» risposi, ricordandole dei tipi di cui le avevo parlato.

«Devo cambiare corso! È Theo o Max?» domandò Jas, che aveva fatto la loro conoscenza con me.

«Max» risposi, prima di sedermi ad un tavolo vuoto.

«Dov'è Meg?» domandò Jas.

Dietro di noi arrivarono Ryan, Kyle ed Ethan e a rispondere fu quest'ultimo: «Con Joe!». 

Si sedettero al nostro tavolo, cominciando a parlare. Non riuscivo ad ascoltare, così com'ero concentrata ad evitare che Kyle mi rubasse le patatine fritte, l'unica cosa abbastanza decente di quel giorno.

«Guarda, c'è il professor McQueen» Kyle mi indicò l'entrata.

«Io non vedo ness....»

Poi capii, girandomi di scatto verso di lui, vedendolo prendere una manciata di patatine e portarla alla bocca.

«Ma non potevi prenderle al buffet, come tutti gli esseri umani?» domandai infastidita.

«Sono le mie queste!» continuai esclamando e avvicinando il vassoio a me.

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