Capitolo 21

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La mattina seguente fu una tortura svegliarsi per andare a scuola.

Avevo trascorso una serata perfetta, a parer mio, e avevo il brutto presentimento che la gioia nel mio cuore sarebbe durata soltanto poco.

La mia routine cominciò quando misi piede fuori dalle calde lenzuola sopra il pavimento freddo.

L'anno scolastico, il quinto, precisamente, sembrava non essere cominciato da molto, eppure eravamo quasi arrivati al periodo natalizio e soprattutto alle desiderate vacanze di Natale. Niente scuola per un po', niente studio e solo tranquillità. Mancava una sola settimana, una noiosa settimana che avrei aspettato con molta ansia.

Come ogni mattina, fu Joe ad accompagnare me e Jem a scuola. Mio padre era uscito presto, diretto al lavoro, ed io stavo pensando di trovarmi un lavoretto serale per contribuire con le spese a casa. Se tutto si fosse aggiustato, avrei potuto continuare a sognare l'Università.

«Ehi!», la mia scimmietta mi saltò addosso e quasi non persi l'equilibrio.

Jem, come al solito, si era allontanato per unirsi col suo gruppo di amici, mentre Joe era sempre con noi. Katy riservò il mio stesso trattamento al ragazzo che sorrideva sempre impacciato. Ancora una volta vidi James stringere i pugni. Sembrava sempre così arrabbiato quando guardava la mia amica stringere Joe. Per una volta pensai io di fare qualcosa di buono per la mia amica. James avrebbe dovuto darsi una svegliata se avesse voluto Katy. Non capivo cosa lo frenava. Così pensai di aiutare a far avvicinare i due, in qualche modo.

Mi avvicinai ai ragazzi della squadra di basket, più precisamente a Kyle. Doveva aiutarmi. Questo era incollato alle labbra di Abbey, il che mi fece un po' male al petto, ma tralasciai la sensazione, ripensando che stavo facendo tutto quello per un bene più grande: quello della mia amica.

Tossii fortemente, in modo da attirare l'attenzione del ragazzo. Ottenni persino quella di tutta la squadra, che mi guardava ormai, chi ridendo sotto i baffi, chi scioccato, chi preoccupato. Mi soffermai un momento sul volto di Ryan e soprattutto sui suoi occhi, ma poi mi concentrai sul mio vero scopo. Il moro.

Tra lo sguardo di tutti, presi per i capelli sia Abbey che Kyle e, con non molta violenza, li separai. Lei iniziò a guardarmi scioccata e arrabbiata come non mai, sistemando frettolosamente i capelli che avevo leggermente arruffato. Delle risate si alzarono, ma non me ne curai. Kyle mi stava fissando con un sorrisetto sghembo. Lo presi per un braccio e lo tirai vicino ad un albero.

«Ti andrebbe di aiutarmi?».

«No», rispose secco, guardando Abbey che si stava lentamente avvicinando a noi. Non avevo tempo.

«Okay, riformulo la frase... DEVI aiutarmi», sorrisi falsamente.

Mi guardò senza che io potessi capire la sua espressione e disse annoiato: «Sentiamo, dai». Sorrisi.

Ma non c'era tempo per spiegare, Barbie ormai era vicino al suo bersaglio: io.

«Come ti sei permessa?!», mi puntò un indice contro. Possibile che fossi stanca di quel trattamento?

«Non mi pare abbia fatto qualcosa di così eclatante», sventolai una mano, annoiata. Gli alunni ormai erano tutti intenti a guardare noi e la sua scenetta. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma uscì solo uno sbuffo.

«La pagherai», urlò, prima di andare via ondeggiando violentemente il suo fondo-schiena di proposito, seguita da Kyle che mi fece un occhiolino e un sorriso.

Quanto altro avrei dovuto pagare? Mi sarei fatta un mutuo a fine anno. Risi per la mia stupida e squallida battuta. Joe mi stava letteralmente contagiando. Povera me!

Dopo quel piccolo momento di "litigio" ognuno tornò a fare i propri affari e Ryan mi raggiunse.

«Sai che se ti comporti così si arrabbia...», cominciò «...perché lo fai?». Bella domanda.

«Avevo bisogno di Kyle... e poi non sopporto che lei voglia comandare tutti. Sai che con me non funziona», sorrisi e lui fece altrettanto.

«Per questo mi piaci», disse, continuando a guardare avanti, mentre i nostri passi avanzavano verso l'entrata della scuola. In che senso? Mi stava davvero dicendo di piacergli così spontaneamente? Il mio viso, credo, divenne rosso, anche se, probabilmente, non era quello che intendeva. I suoi occhi erano di quell'azzurro che ti entra dentro, che potevi leggere, peccato io non fossi brava, nonostante lo conoscessi ormai da tutta la vita.

RYAN'S POV

«Per questo mi piaci», le dissi.

Be', era la verità, ma speravo non avesse colto il vero significato di quelle parole. Mi erano uscite spontaneamente, senza pensarci. Era così vero!

Desy arrossì visibilmente e le sorrisi, un sorriso che lei ricambiò. In un momento ebbi paura, paura che lei scoprisse tutto quello che io e quell'altro stronzo le stavamo nascondendo, da anni. Paura che lei si allontanasse da me più di quanto non fossimo già lontani. Non volevo perderla, non proprio in quel momento che stavo tentando di recuperare almeno la sua amicizia, sebbene la volessi sotto un altro aspetto.

Arrivai nell'aula in cui tenni la prima lezione del giorno e trovai già Kyle seduto, intento a fissarmi con sguardo di sfida. Ce l'avrei fatta ad ottenere quello che tanto desideravo? E lui... ci teneva davvero a lei, oppure era solo per vendetta?

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