Capitolo 45

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L'ansia era a mille e l'idea di tornare indietro si faceva sempre più grande man mano che mi avvicinavo alla scuola. Ringraziai mio padre con un bacio sulla guancia e scesi attentamente, evitando di rovinare quello splendido vestito che tra l'altro mi calzava alla perfezione. Mi sembrava la scena di un film. Io, ragazza jeans e maglietta con una coda fatta totalmente a caso, ero quella che stava camminando sul prato con un vestito bianco da principessa e dei riccioli castani che scendevano sulle spalle. Sentivo i capelli spostarsi per il vento e il rumore delle persone si faceva sempre più insistente, spingendomi quasi ad abbandonare l'idea che mi stava frullando in testa. Avevo la pelle d'oca, ma non per il freddo. Non potevo credere di star facendo ciò che a momenti avrei fatto. Stringevo tra le mani il foglio che da lì a poco avrei fatto vedere a Kyle. Basta bugie, basta orgoglio. Non puoi sapere una cosa se non la provi prima.

La porta della palestra era spalancata e vidi aprire un varco al mio passaggio, come se fossi Mosè.

 La sala era decorata proprio come avevamo deciso. A terra c'era un tappeto di erba sintetica, un palco improvvisato era situato in fondo, decorato da fiori finti, tra cui potevo riconoscere principalmente quelli che avevo scelto io: rose colorate, margherite, viole, orchidee. Lungo le pareti vi erano dei rimandi alle varie fiabe. Potevo ammirare perfettamente la mela di Biancaneve posta su un davanzale e lo specchio scintillante della strega appeso al muro; dall'altro lato c'era il letto di Aurora, la bella addormentata; al centro, chiusa in una campana di vetro, vi era la rosa rossa della Bella e la Bestia; vicino al palco c'era la casa di marzapane di Hansel e Gretel; esattamente vicino all'entrata, sulla destra, era ben visibile la scarpetta di cristallo di Cenerentola che rifletteva i colori delle luci della sala. Era bellissimo poter ammirare tutti i particolari, vedendo le persone ridere e scattare foto. 

Sentivo gli occhi di tutti bruciarmi addosso, ma riuscii a sorridere solo quando vidi Kyle proprio difronte a me. Per un attimo mi sembrò di vederlo spalancare gli occhi e sospirare un "wow" prima di sorridermi e girarsi totalmente verso di me, ma era soltanto immaginazione probabilmente. Strinsi più forte il foglio ripiegato nella mia mano.

Senza neanche accorgermene i miei passi si stavano dirigendo verso lui e i suoi verso me. Barbie, con un vestito arancione acceso e i capelli biondi lisciati alla perfezione, fermò con un braccio la direzione del ragazzo, posizionando poi il suo corpo davanti a quello di lui. Kyle la spostò delicatamente e lei iniziò ad urlare qualcosa che non udii per via della musica alta. Il ragazzo scosse la testa per un momento, come per dire che non aveva importanza qualunque cosa lei gli stesse dicendo. Dopo rivolse tutta la sua attenzione a me e anche io spostai lo sguardo da una Abbey scioccata e arrabbiata al ragazzo che ogni volta faceva saltare un battito al mio cuore. Immersi i miei occhi nei suoi e sembrò che tutti fossero scomparsi, mentre i miei passi continuavano ad andare a rallentatore verso di lui. Ricordai il foglio stretto nella mia mano e, senza riuscire a far scomparire il sorriso dal mio viso, lo aprii davanti ai suoi occhi. "Ti amo", diceva. Mi resi conto di ciò che avevo fatto solo quando l'attacco di panico mi assalì per via della possibile risposta negativa. Lo vidi mettere una mano in tasca e un sorriso comparve sul suo volto quando, con un gesto veloce, tirò fuori un foglio. Ero sicura che il mio sorriso si fosse allargato al massimo, immaginando cosa potesse essere. Lo aprì davanti ai miei occhi, mentre ci avvicinavamo ancora l'un l'altro. "Ti amo" era scritto in blu. Le nostre gambe velocizzarono il passo e le nostre labbra si trovarono ad un soffio. Guardai i suoi occhi luccicanti e poi le sue labbra che un attimo dopo si unirono alle mie in un dolce bacio. Forse era soltanto la mia immaginazione, ma sembrava che la gente intorno a noi avesse iniziato ad applaudire, così come il mio cuore. Mi sentivo più leggera, finalmente a casa. Appoggiai la testa nell'incavo del suo collo e iniziammo a danzare al ritmo della musica. Ci sono emozioni che non si riusciranno mai ad esprimere, basta chiudere gli occhi, pensare per un attimo soltanto a se stessi. E così feci, senza dare importanza alle opinioni altrui e consapevole del fatto che Barbie mi stesse davvero incenerendo con lo sguardo. Ma cosa me ne sarebbe mai potuto importare? Volevo solo godermi il momento: Carpe diem.

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