«Ce l'avete fatta!» esclamò mio fratello, non appena mettemmo piede fuori dall'auto. Sorridemmo innocentemente senza dare una risposta.
«Tutti dietro, forza!» intimò Sasha dolcemente.
Quando fummo tutti sistemati in macchina- per fortuna, a sette posti- partimmo per vedere la casa in cui avremmo dovuto vivere da quel giorno stesso.
«Potevamo andare anche a piedi...» sussurrò Ethan quando fummo arrivati.
Con mia grande sorpresa vidi la casa dalla quale quella stessa mattina ero quasi fuggita e pensai che, se me lo avessero detto, avrei potuto benissimo non farmi la strada a piedi, restando lì ad aspettarli.
«Questa è la casa, che ve ne sembra?» disse mio padre, facendomi voltare sulla casa di fianco. Era identica alla villa di Kyle, probabilmente strutturata dallo stesso architetto.
«Bussiamo, dai, il venditore ci sta aspettando»
Dopo aver bussato ed essere entrati a fare un giro della casa, già arredata in stile moderno, vidi, dal piano superiore, appoggiata alla balaustra, mio padre e Sasha firmare un foglio, segno che la casa ci era ormai stata venduta. E io... io volevo davvero liberarmi dell'unico luogo che mi ricordava la mamma?
***
«C'è una stanza per ognuno al piano di sopra, mentre al pian terreno c'è tutto l'essenziale. Poi abbiamo una tavernetta, dove c'è un tavolo da biliardo, e fuori abbiamo un piccolo campo che potete utilizzare per il basket, il calcio, la pallavolo... quello che volete» disse mio padre, quando fummo rimasti a casa da soli, rivolgendo queste ultime frasi soprattutto a Jem ed Ethan.
«Ora, ragazzi, scegliete le vostre stanze. Io intanto preparo il pranzo e, dopo aver mangiato, traslochiamo le nostre cose» sorrise Sasha, amorevole come sempre. Stavo cominciando a comprendere perché mio padre la voleva al suo fianco.
Fui l'ultima a salire al piano di sopra, tanto una stanza valeva l'altra. Erano piuttosto uguali.
«Io prendo questa!» esclamò Meg, non appena misi un piede in una stanza a caso. E anche quella era andata! Entrai in quella vicino, affacciandomi alla finestra e, udendo pronunciare il mio nome, la spalancai.
«...dai, Meg!» concluse Kyle, affacciato dalla finestra della sua stanza.
«E va bene» sentii sbuffare la ragazza dalla finestra accanto.
Kyle mi vide e accennò un occhiolino, chiudendosi poi la finestra alle spalle.
«Ehi, Desy, voglio io questa stanza. Prendi tu la mia» Meg entrò nella camera e di fretta chiusi la finestra.
«Come vuoi...» sospirai, prima di uscire ed entrare in quella che sarebbe stata la mia stanza.
Mi lasciai cadere sul morbido letto color panna, abbracciando i soffici cuscini bordeaux, posti per decorazione, chiudendo gli occhi.
***
Non mi ero resa neanche conto di essermi addormentata, fin quando Jem, non era entrato nella mia stanza svegliandomi. Sobbalzando, annuii alla richiesta di scendere a mangiare e guardai verso la finestra, dove intravidi Kyle sorridere divertito.
Quando fui rimasta sola, alzai gli occhi al cielo e presi un foglio e un pennarello indelebile, iniziando a scrivere: "Non diventare uno stalker, ora!".
Mi alzai dal letto, avvicinandomi alla finestra e mostrando il foglio, facendo nascere in Kyle uno stupido sorriso. Aspettai pochi secondi prima di trovarmi davanti agli occhi una sua frase: "Non è colpa mia! Ti sentivo russare addirittura da qui". Bene, mi prendeva anche in giro. Alzai il dito medio e poi salutai con la mano, prima di chiudere le tende bordeaux. Il cibo mi stava aspettando!
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Un amore al π
Teen FictionNon è semplice ricominciare, essere in bilico tra il ricordare e il dimenticare. Come reagiresti se da un giorno all'altro quelli che tu hai sempre ritenuto i tuoi migliori amici si allontanassero da te, come se tutto fosse normale? Come se fosse so...