Credo di essere diventata un animale notturno ormai.
Anche questa notte non riesco a dormire. Sarà che domani pomeriggio mio fratello parte, sarà la paura per la nuova esperienza che la band sta intraprendendo, sono molto felice per loro ma ho come il timore che possano fare qualche cazzata.
Micheal e il suo stato d'animo, non sembrava avesse avuto solo una brutta giornata.
In cucina ho la mia residenza in questi giorni. Cercavo qualcosa di forte per dormire, un po' di rum, del vino, un sonnifero...qualsiasi cosa mi sarebbe andata bene, poi ho trovato una bottiglia di acqua tonica e la mia vita ha ripreso un senso.
Ed eccomi qui, seduta sull'isola della cucina con tra le mani un calice di acqua tonica con delle bacche di ginepro.
Bevo e rifletto.
La pioggia comincia a scendere e bagnare le finestre, creando dei disegni d'acqua che da sempre mi affascinano.
"Sapevo di trovarti qui" ed ecco che mio zio fa la sua comparsa, "Buon giorno zio, o buona notte come preferisci" esclamo sorridendogli e poggiando il calice sul piano dell'isola.
"Cosa tormenta l'animo della mia principessina?"chiede prendendo dal frigo una birra, classico di zio Isaac, "Zio quando smetterai di chiamarmi principessina?Non credo proprio di esserlo" chiedo inarcando le sopracciglia, "Sai io e tua zia avremmo tanto voluto avere un altro bambino ma la natura ce lo ha impedito. Tu sei nata proprio in quel periodo in cui lo abbiamo scoperto e non appena ti abbiamo vista ci siamo innamorati di te. Quando ti abbiamo visto per la prima volta indossavi una tutina color pesca con disegnata una tiara, da lì il soprannome che ti diamo io e Lydia. Sei sempre stata la nostra principessina e per sempre lo sarai. Sarà un po brutto da dire ma ci sarebbe sempre piaciuto averti con noi, tu per me è come se fossi mia figlia. Sembra stano a dirsi, forse anche un po' stronzo ed egocentrico ma tu per noi sei più che speciale principessina" mi spiega sorridendo zio Isaac facendomi sorridere, "Zio ti voglio tanto bene" "Anche io Avril".Sono ancora qui da sola in cucina, forse saranno le tre di notte ma non mi importa.
La pioggia scende ancora tranquilla ed il mio calice è ormai vuoto, tranne per le bacche di ginepro che giacciono sul fondo.
Ormai stanca di rimanere sempre in cucina decido di indossare una felpa ed uscire nonostante piova, ho bisogno di camminare e prendere aria.
E così alle tre del mattino, sotto la pioggia, con addosso un paio di jeans e una felpa non mia, mi aggiro per le strade di Sydney.
Sembra strano ma è quasi rilassante sentire le pioggia che ti scivola addosso, sembra sia in grado di far scivolare via anche i problemi, ma sappiamo benissimo che non è così.
Non so neppure dove sono ora che ci penso perché ho camminato con la testa bassa e la mente sgombra da ogni pensiero, sono andata dove i miei passi volevano.
"Avril cosa ci fai qui?" mi chiede una voce che conosco abbastanza bene, "Ciao Sam, avevo voglia di fare due passi" spiego semplicemente alzando le spalle e sollevando lo sguardo noto di essere arrivata davanti alla scuola da ballo dei genitori di Sam.
"Ma sei tutta fradicia, dai entra dentro" cerca di convincermi ma non voglio, "No voglio stare in giro. Sai mi rilassa, vuoi venire anche tu?" chiedo puntando le mie iridi nelle sue.
"Non saprei, sai non ho dietro l'abbigliamento adeguato" mi spiega giocando con le sue mani, quasi fosse nervosa o combattuta.
"Come vuoi. Ci vediamo a scuola" la saluto stringendomi nella felpa ormai fradicia, che ho capito appartenere a Micheal dopo avervi trovato un sigaretta tutta spiegazzata.
Tanto per cambiare indosso qualcosa di suo, ormai il mio guardaroba è costituito al 70 % da roba sua.
Sfilo al volo il cellulare dalla tasca anteriore della felpa e controllo lora, 4:00, credo che sia l'ora perfetta per andare verso il porto o sulla spiaggia, prima però devo collegare le cuffie perché ho proprio voglia di cantare e ballare sotto la pioggia come nei film.
Ormai abbastanza lontana dalla ragazza che ha deciso di intrufolarsi nei miei pensieri mi sento chiamare ancora da lei che mi raggiunge correndo.
Io resto ferma anche perché non appena arriva ha il fiatone e deve riprendersi un po'.
"Sai tu mi ricordi molto una tipologia di personaggio letterario. Sembri un personaggio dinamico, quei personaggi che ad inizio libro sono in un modo, per un po' agiscono come pensi sia normale ma poi cambiano le carte in tavola e si trasformano. Crescono o mostrano un altro aspetto del loro carattere.
Sono i miei personaggi preferiti perché spesso accompagnano anche la crescita dello scrittore stesso e aiutano il lettore a crescere e maturare" mi sorprende con questo discorso facendomi sorridere ed arrossire leggermente.
"Nessuno mi aveva mai detto una cosa così" "Sono felice di essere stata la prima allora" mi sorride gentilmente prendendomi per mano e facendo incastrare perfettamente le nostre dita.
Una piacevole sensazioni si fa spazio alla bocca del mio stomaco e chiudo gli occhi godendo il momento.
Quando mi riprendo decido di proporle una cosina "Sam ti va di fare una corsa fino alla spiaggia? Vorrei fare tanto una cosa" "Certo perché no" mi risponde la mora sorridendomi e cominciando a correre mantenendo le nostre mani unite.
Mentre corriamo ridiamo, sorridiamo, viviamo il momento perché come si dice 'Carpe Diem'.
Arrivate sulla spiaggia io mi tolgo subito le scarpe, ormai completamente zuppe, e le butto a caso, così come per le calze.
E subito sento la sabbia fredda, umida e compatta accarezzare i miei piedi. Una sensazione che ho sempre amato è camminare sulla sabbia.
Sam segue il mio stesso esempio però sistemando ordinatamente le sue cose.
L'oceano è mosso, la pioggia sta diminuendo ed io mi sento libera. Cosa si potrebbe chiedere di più dalla vita.
"Avril cosa vorresti fare?" chiede Sam affiancandomi e appoggiando la sua testa sulla mia spalla, "Ti andrebbe di ballare?" le chiedo togliendomi il cappuccio che fino a quel momento mi aveva riparato la testa.
"Certo, però ad una condizione" "Spara" "Potresti scioglierti la treccia?vorrei vederti con i capelli sciolti almeno questa notte" mi chiede dolcemente puntando le sue iridi nelle mie.
E davanti a quegli occhi marroni con pagliuzze gialline non riesco a resistere e silenziosamente porto due dita allelastico nero che da anni lega i miei capelli.
In religioso silenzio tolgo l'elastico e lo metto sul mio polso, Sam silenziosamente scioglie la mia treccia, con delicatezza e precisione libera ciocca dopo ciocca i miei capelli, che ormai resi mossi dalla treccia si liberano dove vogliono loro.
Sempre in religioso silenzio, e con ancora i nostri occhi incatenati gli uni negli altri, li sistemiamo cercando di dar loro una forma almeno passabile.
"Sei molto bella così" mi sorride dolcemente ed io sento le mie guance andare a fuoco mentre nel mio stomaco cominciano a svolazzare le farfalle di cui tutti parlano.
"Cosa balliamo?" chiedo con l'ultimo filo di voce che mi è rimasto in gola, "Niente di speciale, tu seguimi" mi risponde ed io annuisco ancora persa nel mio mondo.
Al suono di una melodia immaginaria che solo noi due conosciamo cominciamo a muoverci, prima avanti e poi indietro, ora e destra ed ora avanti.
I passi vengono da sé secondo un ordine a me ignoto ma seguo i movimenti di Samantha e cerco di assecondare il suo corpo con il mio.
Continuiamo a danzare fino a quando non vediamo in lontananza i lampioni della città spegnersi, segno che l'alba si sta avvicinando.
Non appena abbiamo smesso di ballare ci siamo sedute sulla spiaggia ad osservare l'oceano, abbracciate e stanche.
Abbiamo pur sempre passato la notte in bianco!
"Sai mi sono divertita insieme a te questa notte" esclama dal nulla Sam girandosi verso di me, "Anche io Sam. Mi piacerebbe vivere altre notti del genere in futuro" le sorrido sinceramente mettendomi a sedere proprio di fronte a lei.
"Sai stavo pensando, che un giorno...insomma...potremmo andare a prenderci qualcosa insieme" mi propone titubante e arrossendo un po', "Certo ne sarei molto felice. Se vuoi i ragazzi iniziano a suonare in un locale domani sera, ti passo a prendere con tutta l'allegra banda e andiamo insieme, così mentre loro suonano io posso parlare con qualcuno" le propongo e lei sembra pensarci su un po' ma poi mi sorride ed annuisce.
"Hanno trovato un nome per la band?" mi chiede portandosi le gambe al petto e appoggiango il mento sulle ginocchia, "Si, 5 Seconds Of Summer. L'idea è partita più o meno da Micheal, a tutti è piaciuto e hanno deciso di adottarlo" spiego sorridendole, perché quando si parla di loro quattro sorrido involontariamente.
"Carino come nome. Spero che facciano strada sono bravi, per quel poco che ho sentito se la cavano" "Sono molto bravi. Andrei in capo al mondo per aiutarli nel loro sogno. È così che si fa tra migliori amici, ci si aiuta sempre" spiego e la vedo annuire un po' distratta.
Dopo qualche altra parola restiamo in silenzio a bearci dei suoni della città che piano piano si risveglia, del suono dell'oceano che si scontra con gli scogli e della visione delle nostre figure illuminate dal sole nascente.
Improvvisamente il telefono di Sam comincia a squillare riportandoci alla realtà.
Velocemente lo spegne e si rimette le calze e le scarpe per poi alzarsi e andare via lasciandomi da sola.
Se nè andata via senza salutarmi, senza dirmi nulla...come se essere stata con me sia stato un peccato...avrò detto qualcosa di sbagliato?
Con molta pigrizia mi alzo e mi infilo tutto ciò che mi ero tolta appena arrivata in spiaggia anche perché adesso sento freddo e voglio andare a farmi una doccia calda.
Sono troppo stanca per rifarmi la treccia perciò decido di mettermi solo il cappuccio per cercare di nascondere un po' la mia faccia da cadavere.
Proprio mentre sto lasciando la spiaggia vedo in lontananza la figura di Samantha correre nella mia direzione, come se avesse dimenticato di fare qualcosa di importante.
"Ciao Sa... "non riesco a completare la frase che le sue labbra si posano delicate sulle mie.
Sanno di fragola e sono molto morbide.
Si tratta di un semplice bacio stampo che dura pochissimo perché dopo pochissimi secondi si stacca e corre via senza voltarsi a guardarmi.
Io resto di pietra per tutto il tempo perché proprio non mi aspettavo niente del genere.
Quando però realizzo quel che è successo mi tocco involontariamente le labbra con l'indice quasi incredula e sorrido.
Ma subito un pensiero mi si impianta nella testa facendomi tornare seria: perché mi ha baciata e poi è scappata via subito senza dire niente, come se fosse consapevole di aver fatto un errore?Buon pranzo/pomeriggio a tutti,
Spero che abbiate passato un bel Natale.
Mi auguro che il capitolo vi piaccia anche se non è molto lungo.
Tenetevi forte che da qui partiranno tante belle cose.
Ancora buone vacanze e ci vediamo al prossimo capitolo
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Half Aussie||5 Seconds Of Summer
Fiksi PenggemarAvril Smith è una ragazza di soli 17 anni che decide di lasciare la sua vita in Italia e partire per l'Australia, paese d'origine del padre. Partendo però abbandona due persone importantissime per lei, il fratello minore Tyler, col quale ha un rappo...