26. Luna

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Dopo circa dieci minuti, sentì bussare.  Corsi subito, estasiato, alla porta. Prendo un respiro e la apro. Subito delle calde e ad una bassa altezza avvolgono i miei fianchi.
«Giò!» Mi saluta immergendo i suoi ricci nella mia felpa.
«Piccolo.» Sussurro lentamente, sentendo il cuore fermarsi per qualche istante. Oddio, ma non è che un in uno di questi abbracci mi viene un infarto? Gli accarezzo la testa e lo sento mugolare.
Si staccò per andarsi a sedere sul divano.
«Allora...» Disse impacciato
«Andiamo a farci una passeggiata? » Chiedi sorridendo.
«Certo Giò.» Presi il giacchetto dall'attaccapanni, e mi diressi verso la porta. Appena si avvicinò a me, lo presi per mano. Sentì dei brividi partiti dalla mia mano, diffondersi in tutta il corpo, fino ad arrivare alla mia schiena. Quanto cazzo stavo bene?
Camminammo fino a quando si fermò difronte una pasticceria.
«Giò! Giò!»
«Che c'è piccolo?»
«Voglio uno di quei dolcetti.»
«Quali?»
«Quelli tutti colorati.» Gli sorrisi dirigendomi all'entrata di quel negozietto. Guardai Giulio entrare poco dopo di me e gli chiesi che colore di quei cosi volesse. Scelse il celeste, il verde e il bianco.
«Mi scusi, signora?» La tipa dietro il bancone mi guardò male.
«Sono signorina. »
«Vabbè, mi potrebbe dare uno di quei cosi?» Dissi indicando ciò che voleva Giulio.
«Sono macaron.»
«Comunque, ne vorrei un paio blu,  verde e bianco.»
«Sii specifico. Quanti?» disse antipatica
«Sei, due di ogni colore.» rispose questa volta Giulio, di fianco a me, con le mani poggiate sul bancone, mentre guardava i vari tipi di dolci.
«Piccolo, quanti anni hai?» Chiese avvicinandosi al MIO Giulio.
«Ventiquattro.» disse calmo, e sorridendo vedendo la faccia (di cazzo) sbalordita della commessa.
«Oh, scusami.» Si scusò con fare superiore.
«Allora... Visto che sono un euro e dieci a macaron, sono sette e settanta.» guardai Giulio avvicinandomi al suo orecchio.
«Non ti assecondo più.»
«Ma... Ja, ch'strunz.» disse ad alta voce in dialetto napoletano.
«Tenga.» Dissi alla zoccola, porgendogli dieci euro.
«Il resto se lo può tenere.» Dissi uscendo seguito dal piccolo.
«Ma quanto è puttana quella?»Chiese lui ridendo.
«Tanto. Oh, Giù, che ne dici, se ti porto in un posto speciale. Sono le diciotto.»
«Certo Giò, puoi portarmi pure sulla luna.»

@LowLowofficial
“Portami sulla luna, non lei.”

 Twitter; MoslowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora