55.Toilet

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«Luca, non è facile.» Rispose Giulio e credetemi, lo volevo strangolare.
«Luca, aspetta qui, non ti azzardare a muoverti che ti lascio qui, Ok?» Ordinai incazzato al piccolo, che mi guardò curioso. Scesi dalla sedia, e trascinai Giulio col braccio, e lo portai in bagno, rischiando di farlo inciampare.
«Giorgio, no, non ti faccio una sega.» affermò risoluto.
«Giulio, mi hai rotto il cazzo! Porcodue smettila!» Gli urlai contro, e subito lo vidi arretare spaventato.
«Cosa ho fatto?» lo vidi deglutire, mentre balbettava.
«Cosa hai fatto!? È da mesi che mi tratti come un fottutissimo giocattolo.» avanzati a grandi falcate, mentre lui, arretrava lentamente verso il muro. Mi allontanai da lui, giusto il tempo di vedere se Luca fosse ancora lì.
«G-Giorgio, ch-che intendi? Sai che ti-» tentò, ma lo bloccai.
«Porcodio, Giulio, non lo negare!» vidi i suoi occhi accendersi d'ira.
«Dio, checcazzo ti prende?» Disse allontanandomi da lui.
«Mi prende che da quando ci conosciamo, Cristo, sono il tuo pupazzino.»
«Ma di che cazzo parli!?»
«Di che parlo!? Mh... Vediamo...» Finsi di essere vago, ma sapevo già che dirgli.
«Iniziamo da quando hai iniziato a seguirmi su Twitter, e procedendo in ordine: mi dici che ti seghi su di me, e va bene. Poi, vieni a casa mia, fai il saputo del cazzo, dici due cazzate serie, e te ne vai. Poi ritorni qualche giorno dopo, e inizi a comportarti come un porco, e mi cavalchi a caso. Vengo a casa tua, e prima, fai il dolcioso con me, poi fai lo sclerotico che pensa al futuro. Poi ancora, ti calmi, ti faccio una sega, e tutto rose e fiori, eh? Dopo, credo quasi un mese, scopiamo, fai il coccoloso, e già la mattina dopo, dici che oltre la scopata di me non t'importa niente.» Mi fermo per riprendere fiato, lo guardo negli occhi, cerco Luca nel ristorante con lo sguardo, e dopo averlo trovato, riprendo.
«Da allora, non ci sentiamo più, vengo a caso un giorno a casa tua, e ti vedo farti un tuo amico, e mi dici che di me, non te ne sbatte il cazzo. Commetto uno sbaglio madornale, lo ammetto, e mi faccio il mio amico, e tu, allora, ti viene in mente di farti perdonare. E pretendi pure che lo faccia dopo come ti sei comportato. Faccio una colossata cazzata, e mi metto con lui, e ci sta che tu mi odi, ma io provo a farmi perdonare, e tu non lo accetti, però, ci vediamo, e cazzo, ti comporti così? Cazzo sei? Un bipolare lunatico di merda?» Concludo sprezzante.
«Io- Cazzo, prova a stare nei miei panni, io mi sono fermato, tu no.» Provò a difendersi.
«Mi sembra ovvio che ti sia fermato, sono entrato io! E poi, per quanto io ne posso sapere, tu con quello puoi averci fatto di tutto.» stette zitto. Bene avevo ragione. Si è scopato Mattia.
«E poi, scusa, ti rendi conto, che qualsiasi, ma dico proprio qualsiasi cosa tu faccia, sei giustificato, solo perché sei un biscottino al cioccolato adorabile? Io invece, cazzo, ci sto male, mi faccio trattare una merda per il tuo perdono, e niente, non cambia un cazzo.» sputai acido.
«Senti Giorgio, non è colpa mia, se mi perdoni subito, Ok? Impara la prossima volta.» Disse lui sbuffando. Stavo per uscire mentre Giulio, era ancora  appoggiato al lavabo con gli occhi chiusi. Mi lasciò andare e chiamai Luca per fargli sistemare le cose che aveva preso dal suo zainetto rosso, nel frattempo. Ero quasi arrivato al tavolo, chiamai pure il cameriere, e mi feci dare il conto, e quando ritornò, pagai la somma intera, non volevo avere debiti con lui. Non volevo avere più a che fare con quello.

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*@_la_sabatello_ volevi, eh?*

 Twitter; MoslowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora