Corsi velocemente in bagno, ma quando ero alla porta, delle manine mi fermarono.
«Mi scusi, signore, mi sono perso.» Era un bimbo, ma non aveva nulla di minimamente adorabile, in confronto a Giulio. Poi, no, come cazzo fai a perderti all'Honiro? Voglio dire, manco chissà quanto fosse grande.
In effetti, lavoravo in un tugurio quattro metri per quattro. Ok, no, ora sto esagerando.
«Piccolo, chi sei?» Chiesi fingendo gentilezza.
«Mi chiamo Luca, mio padre è Dom- oh, Dio! Quella è una pistola!?» Sbarrò gli occhi, indicando la patta dei pantaloni.
«Papà una volta mi ha detto che quando sei un poliziotto che deve nascondere quella cosa, la mette nel pantalone. Sei un poliziotto, vero?» Parlò a raffica, ancora prima che potessi negare.
«Aspetta, non ho capito, chi sono i tuoi genitori, puoi ripetermelo, così ti porto da loro?» Chiesi gentilmente, scompigliandogli i capelli sistemati in una cresta. Pensai a come potesse essere il mio piccolo da bambino. Forse era un bambino più basso di lui, forse era più cicciottello. Sicuramente, per colpa del suo Disturbo Anti-Sociale, era più silenzioso. Mi ripresi subito dai miei pensieri, quando Luca inziò a tastare il mio membro, ancora eretto.
«Caz-Cavolo fai!?» Urai al piccolo.
«Avevo ragione, lì c'è una pistola!» Esclamò entusiasta.
«No, non c'è una pistola. Ora chiamo Domenico e vediamo di chi sei figlio.» Dissi, mentre Giulio entrava.
Digitai il numero di Domenico.Sta squillando...
«Ciao, Giorgio. Che succede?»
«C'è un bambino qui, sai di chi è? » Dissi velocemente. Avvertì un sospiro di sollievo da parte del mio capo.
«Oddio, Giò grazie! È biondo?» Chiese entusiasta.
«Sì, ma perché?» chiesi confuso.
«Perchè è Luca, mio figlio, credevo di averlo perso.»
«Domenico, è un bambino, non un portafoglio!» sentì urlare da sua moglie. Lei la conoscevo benissimo. Me l'ero fatta un paio di volte, nei miei primi periodi qui.
«Giò, me lo puoi tenere tu? Per favore?»
«Certo Nico.»
«Sicuro che non ti dia fastidio?» Chiese preoccupato.
«No, non ho nulla da fare. Non ti preoccuparti.» Lo tranquillizai. Non volevo passare il pomeriggio da solo, e il mio Giulio non sarebbe mai venuto.
«Ok, allora a stasera Giò.» Staccai senza nemmeno salutarlo.«Ok, Luca, staremo un pò di tempo insieme.» dissi prendendo per mano il bambino.
«Oh, Sì. Così mi fai vedere la pistola!»
«Non h-» Iniziai, però Giulio, che mentre parlavo con Domenico, aveva conosciuto il piccolo, mi zittì.
«Che pistola?»
«Nessu-» E m'interruppero di nuovo.
«Eccola qui!» Disse Luca tastando la mia erezione.
«Cosa? Ah, si sì. Dopo la voglio vedere pure io la pistola. » Dice ridendo. Io la pistola te la volevo cacciare pure prima, ma tu niente.--
*Volevi si baciassero, pugnalatalcuore, eh?
E invece no, devi soffrire. :P
Comunque per scrivere sta cosa, tipo sono morta dal ridere, immaginando la scena.*
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Twitter; Moslow
FanfictionTwitter, uno dei social network più usato al mondo, pieno page su barzellette e profili privati. È proprio lì, che i due rapper, Giulio Elia e Giorgio, in arte LowLow e Mostro, si incontrano, ed è proprio lì che nasce una qualcosa, che non finirà ma...