Capitolo 3: Oggetto

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Quando mi accorsi che la spesa stava cominciando a terminare, Yoongi mi gettò addosso la sua carta di credito. L'afferrai a mezz'aria. M'incaricò di fare una lista di ciò che serviva e poi di andare al supermercato a prenderlo. Non gli ricordai che non sapevo dove fosse il supermercato. O che non sapevo usare la carta. Mi aveva solo detto che avrei dovuto firmare con il mio nome.

Presi tutto con facilità. Non sapevo davvero cos'altro fare e mi limitai a seguire le altre persone con i carrelli pieni. La cassiera era veloce nel fare il suo lavoro. Continuava a sorridere mentre mi spiegava come inserire il pin. Firmai con il mio nome ma poi lo cancellai. Corressi il mio cognome e inserii Min Hyemi. Poi raccolsi le buste e m'incamminai verso l'appartamento.

Per diverse volte avevo quasi rischiato di perdere le buste. Una stava iniziando a lacerarsi in cima, ma riuscii ad arrivare a casa di Yoongi in meno di due ore. Potevo cominciare a preparare la cena prima che iniziasse a lamentarsi di avere fame. Forse non mi avrebbe punita per la mia lentezza.

Il mio labbro era guarito. Jin aveva rimproverato Yoongi per avermi colpito, ma disse soltanto questo. Che non avrebbe dovuto farmi del male visto che me ne avevano già fatto a sufficienza. Non gli disse altro e non ritornò più sul discorso. Nemmeno quando comparve il livido che mio marito mi aveva lasciato sul polso per avermi afferrato troppo forte. Ma ero davvero stanca del suo trattamento duro nei miei confronti. Lo ero davvero. Non potevo passare il resto della mia vita ad essere percossa per degli stupidi fraintendimenti o per cose non fatte nel modo giusto. Questo ambiente era nuovo per me. Non potevo farci niente se non capivo nulla di tecnologia.

Parlando di tecnologia, sono stata fortunata che ieri Yoongi non mi abbia uccisa. Mentre stavamo litigando, gettò la sua macchina fotografica contro il muro. Avevo cominciato a rispondergli, per questo avevo il livido sul polso. Sono dovuta rimanere nella mia stanza per tutto il giorno. Mi aveva promesso che se avessi fatto un solo rumore, mi avrebbe punita facendomi incontrare Dio. Almeno pensava che sarei andata in Paradiso.

Raccolsi con fatica le buste dopo aver inserito il pin sul tastierino numerico. Non volevo spiegare a Yoongi perché non ci sarebbero state le uova nella minestra di pollo di stasera. Alcune ragazze della prigione la chiamavano "Minestra Allucinogena Di Pollo" perché ci aggiungevo la pancetta. A quanto pare, la rendeva buona come la droga. Non saprei; non avevo mai provato la droga.

Udii delle voci dall'altro lato della porta. Sollevai gli occhi al cielo. Fantastico. I BTS erano di nuovo qui. Urrà per me. Le chiavi tintinnarono nella serratura quando aprii la porta principale. V si guardò alle spalle con una strana espressione sul viso. Sembrava deluso nel vedere che ero io. Ouch.

Jungkook mi guardò e contrasse le labbra. Sollevai un sopracciglio verso Jin, che chiamò Namjoon dicendogli di sbrigarsi.

"Immagino che rimarrete tutti per cena?" Guardai l'orologio al mio polso. "Sono già le sei. Tanto vale che rimanete."

Jin si alzò dal pavimento. "Cucinerò io, Hyemi-ssi. Siamo arrivati senza avvisare, perciò cucinerò io. I ragazzi laveranno i piatti."

V stava per controbattere, ma Jin gli lanciò un'occhiataccia. "Esatto."

"Senza offesa, ma oggi non ho voglia di morire. Se Yoongi ritorna e ti vede cucinare, mi ucciderà in cento modi diversi. È impossibile, ma sono sicura che ci proverà."

Jin scosse la testa. "Vai a sederti, Hyemi-ssi. Me ne assumerò la responsabilità."

Entrai nella stanza. Mi passai una mano tra i capelli e lanciai lo zaino in un angolo. Lo sguardo mi cadde su Namjoon, immobile sul posto che mi guardava con gli occhi spalancati. Non mi sarei infastidita così tanto se avesse avuto addosso qualcos'altro a parte un semplice asciugamano. Non che la vista fosse male. Perché fidatevi... non era male per niente.

ɴᴇʟ ʙᴇɴᴇ ᴇ ɴᴇʟ ᴍᴀʟᴇ || ᴍ.ʏᴏᴏɴɢɪ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora