Capitolo 17: La Guerra di Vernice di Yoongi - YoonHye Special

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Dopo averle strappato la coperta di dosso, fissai le sue piccole gambe ben proporzionate che erano coperte solo da un paio di... mutandine di pizzo blu...?

Per essere qualcuno che era a disagio con qualunque tipo di contatto umano – sociale o fisico – Hyemi era davvero stramba. Adesso riusciva a tollerare gli abbracci, ma ricordo quando si agitava nello stare con qualcuno nella stessa stanza, specialmente se si trattava di un uomo. L'unica volta che l'avevo lasciata da sola con Jungkook per andare in bagno, ero tornato e l'avevo vista rannicchiata in un angolo del divano mentre lui, ovviamente, giocava ad un videogioco.

Avevo notato che con me non si era mai comportata in quel modo, neanche quando l'avevo colpita. Si mosse nel sonno. Le venne la pelle d'oca alle gambe. Cercò di rimettersi nuovamente la coperta addosso, ma io rimasi immobile a fissare quelle gambe che sembravano implorare il mio tocco. Strinsi la mano per non farlo.

Hyemi non era ancora pronta per una cosa del genere. E neanche io avevo voglia di confrontarmi con un suo attacco di panico. Si tirò su con uno sbuffo. Sogghignai quando si raggomitolò a palla per coprirsi.

"Alzati."

Si passò una mano tra i capelli e si mise a sedere per dare un'occhiata in giro. Come per assicurarsi che fosse ancora nell'appartamento. Poi sollevò gli occhi su di me. Hmm. Non era brutta neanche appena sveglia. Voglio dire, dovevo ammettere che Hyemi era veramente una bella ragazza. La più bella che avessi mai visto. Ma qualche volta era poco attraente. Appena sveglia, era proprio come una bambina. Occhi gonfi per il sonno e – era una matita quella che stringeva in mano?

Doveva essere a causa del disegno che aveva lasciato vicino al mio letto. Non lo avrei mai ammesso, ma avevo piegato quello stupido disegno di Kumamon e l'avevo riposto nel mio portafoglio. Non perché l'avesse disegnato lei o perché per me fosse speciale. Semplicemente perché mi piaceva. Non chiedetemi il perché. Anche i più cattivi hanno i loro piaceri proibiti.

"Anche se ho già apprezzato la vista delle tue gambe dieci minuti fa, alza il culo e mettiti dei pantaloni."

Hyemi abbassò lo sguardo su di sé e lasciò uscire un urlo strozzato. Mi strappò la coperta dalle mani e si coprì mentre scappava nella sua camera. Non riuscivo a credere che avesse dormito solo con una maglietta e quelle dannate mutandine blu. Come ho già detto, Hyemi era veramente insicura di se stessa. Non metteva in mostra neanche le spalle. Se avesse potuto, probabilmente si sarebbe vestita per sempre come un eschimese.

Durante gli allenamenti, ero stato troppo concentrato ad insegnarle a difendersi per poterle squadrare le spalle.

Tornò nel soggiorno indossando un paio di pantaloni neri di cotone. Si passò la mano tra i capelli disordinati e si diresse in cucina. Sbirciai per vedere che si stava preparando una tazza di caffè. Mi chiese se avessi fame, ma io declinai l'offerta. Era così veloce nel provvedere a me che certe volte mi domandavo se fosse stata programmata così. Nella casa degli schiavi le avevano insegnato questo genere di cose?

Le domandai, "Hai mai sparato con una pistola prima d'ora?" Aspetta... sollevai gli occhi al cielo. "Ovviamente no." Quando diavolo avrebbe potuto impugnare una pistola?

Poi mi spiegò, "In realtà sì. Un paio di volte, ma ho colpito il bersaglio solo una volta."

Le mie sopracciglia si sollevarono. "Bersaglio?"

Sembrò vergognarsi. "Una volta ho cercato di lasciare la casa degli schiavi. Ovviamente non ci sono riuscita finché non sei arrivato tu."

"Immagino che il bersaglio sia stato uno di quei Superiori. Dove lo hai colpito?"

"In testa."

Il mio labbro si tese in avanti mentre annuivo. Ero impressionato. "Vestiti. Se sparassi più di un colpo, scommetto che prenderesti il bersaglio solo una volta. Il solito colpo di fortuna. Oggi imparerai a sparare come si deve. Sbrigati."

ɴᴇʟ ʙᴇɴᴇ ᴇ ɴᴇʟ ᴍᴀʟᴇ || ᴍ.ʏᴏᴏɴɢɪ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora