Capitolo 21: Persuasione

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Odiavo dover uscire dalla doccia, ma odiavo anche far aspettare Seohyun. Conoscendola, probabilmente stava camminando avanti e indietro per il covo, con i tacchi che lasciavano dei solchi nel pavimento di cemento. Ed era proprio quello che stava facendo quando uscii dal bagno. Meno i solchi, ovviamente. Rabbrividii al contatto delle dita dei piedi contro il pavimento freddo.
 
Jungkook fu così gentile da lanciarmi un paio di calzini. Con abilità, li afferrai a mezz’aria con una mano. Faticai ad indossarli, ma rifiutai quando si offrì di darmi una mano.
 
Appena mi alzai in piedi, una donna bionda si precipitò ad abbracciarmi. Urlai quando il suo braccio si strinse intorno al mio bicipite ferito. Seohyun si affrettò ad allontanarsi, le braccia strette contro il petto. Si scusò profondamente, ma il danno era fatto e il dolore si stava diffondendo. Brontolai e cominciai a tossire.
 
Jin si avvicinò con un kit di pronto soccorso. Avevo visto quel coso già troppe volte.
 
“Fammi solo tamponare per assicurarmi che i punti non si siano bagnati.” Prese un batuffolo di cotone pulito e lo tamponò gentilmente sulla ferita prima di mettere un grosso cerotto impermeabile sui punti. “Suga avrebbe dovuto dirmi che avresti fatto la doccia. Prima di entrare ti avrei applicato uno di questi.”
 
“Dov’è Yoongi?”
 
“Non preoccuparti. J-Hope non lo fa ancora entrare nella stanza. Suga è appena uscito a prendere una boccata d'aria. Tornerà presto, ne sono sicuro.”
 
Annuii e mi sedetti di fianco ad una Seohyun ancora in colpa. Mi chiese se avessi bisogno di qualcosa, ma le risposi di no. Ero sorpresa che fosse venuta a trovarmi. Sapevo che avevamo passato molto tempo insieme, ma non mi ero resa conto che ci eravamo avvicinate così tanto da farla venire personalmente a controllarmi. Mi faceva piacere, così come apprezzavo la sua presenza. Era bello sapere che c’era qualcuno che teneva a me. Era bello avere qualcuno che potevo chiamare amica.
 
Jin mi rimise la stecca sul braccio e sentii di nuovo tendere la spalla.

“Ripensandoci, non mi dispiacerebbe un altro antidolorifico. Penso che l’effetto di quei due stia svanendo.”

Jin annuì. “Jimin, puoi prendere la medicina? Preferibilmente idrocodone. Ha dormito per ore e quando si è svegliata era ancora esaltata dal Vicodin.” Lanciò un’occhiata a V. “Sei fortunato che Suga non ti abbia ucciso dopo aver saputo che glielo avevi dato.” V chinò la testa come un cane bastonato. Jimin gli lanciò un flacone di pillole e mi portò una bottiglia d’acqua. “Tieni, Hyemi-noona.”

Jungkook alzò la mano. “NO!” Ci girammo tutti a guardarlo attraverso la tenda. “Suga-hyung ha detto di non darle più antidolorifici.” Alzò le spalle, dispiaciuto. “Noona, devi prendere qualcosa di meno forte.”

“Una tachipirina non mi farà passare questo dolore,” gli dissi.

“Mi dispiace, ma Hyung mi ha mandato qui per dirtelo. Non puoi prenderne più.”

Sospirai. “Va bene. Quello che è. Datemi solo qualcosa, per favore?” Jimin mi diede due tachipirine extra forti che mandai giù avidamente. “Yoongi ha detto che i Block B stanno arrivando.”
 
“Saranno qui a momenti.”
 
In quel momento, Yoongi entrò nella stanza con al seguito un gruppo di sette ragazzi. Avevano tutti i capelli castani, tranne uno con i capelli rosso acceso e un altro con i capelli biondi e le labbra spesse. Il loro stile mi ricordava quello dei Bangtan, ma era molto più colorato. Voglio dire, l’unico colore che avevo visto sui Bangtan era la felpa rosa di Namjoon. Grazie a Dio non l’aveva più indossata. Un Gangster non dovrebbe mai indossare il rosa, specialmente il Leader.
 
Un ragazzo dalla voce profonda chiese a Seohyun se era stata bene. Lei gli fece un piccolo sorriso, chinando la testa verso di lui. Lui le restituì il gesto cortese.
 
“Bene, P.O. Tu?”
 
“Eh,” si strinse nelle spalle magre. “Bene, credo. Come sta Taeyeon-noona?”
 
Noona? Dio, sembrava più grande di Taeyeon. E lei aveva un viso molto giovane per la sua età. Avrebbe potuto passare per una teenager. Almeno sapevo che il nome di quel ragazzo era P.O. Chissà per cosa stava quella sigla.
 
Un ragazzo dalla pelle unta m’indicò. “Wow. Chi è quella?”
 
Yoongi lo guardò con un’espressione dura. “Mia moglie.”
 
S’inchinò a lui. “Le mie scuse, Suga-ssi.”
 
Mi spostai vicino a Seohyun.
 
Un altro ragazzo, alto e biondo, ridacchiò. “Tieni le tue opinioni per te, Kyung, finché non scopri chi appartiene a chi.” Immaginai che fosse il Leader dei Block B. Mi sembrava che Kris l’avesse chiamato Zico. Che nome strano.
 
“Giusto.” Il ragazzo chiamato Kyung si raddrizzò.
 
Seohyun rise. “Sei divertente come sempre, Kyung-ssi.”
 
Lui sogghignò. “Per te, potrei diventare serio.”
 
Jin sollevò un sopracciglio, a cui Kyung rispose inclinando la testa. I suoi occhi tornarono su Seohyun, ma non si scusò con Jin come aveva fatto con Yoongi.
 
Scossi la testa. Preferivo che Seohyun finisse con qualcuno come Jin, anche se faceva parte di una Gang pericolosa come quella dei Bangtan. Almeno Jin l’avrebbe messa al di sopra della Gang, a differenza di altri teppisti. O così avevo sentito. Comunque non era passato neanche un mese da quando avevo parlato con lei di Luhan. Forse era indecisa tra i due. Non conoscevo bene Luhan, ma se viveva in Cina, molto probabilmente non l’avrebbe seguito. Dopotutto, non era per questo che aveva deciso di non stare con quel Younghwa? Come aveva detto lei, Jin invece era qui.
 
“Hyemi, questi sono i Block B,” m’informò Yoongi.
 
Il ragazzo alto alzò la mano, “Sono Zico, il Leader dei Block B. Hai già sentito il nome di P.O e quello di Kyung. Lascia che ti presenti il resto di loro.” Indicò ogni membro, introducendo i loro nomi. Erano tutti belli, ma non riuscivo a decidere chi fosse più carino tra Yukwon e Jaehyo. O persino B-Bomb. Ad essere onesti, probabilmente Jaehyo. Ma Taeil sembrava un ragazzino bisognoso di cure. Lo sguardo nei suoi occhi mi diceva che probabilmente era più grande di quanto pensassi.
 
“Allora, è la prima volta che ti sparano, Hyemi-ssi?” domandò quello chiamato P.O. Che domanda improvvisa.
 
Scossi la testa. “È la prima volta che un proiettile riesce a prendermi.”
 
Sembrò sorpreso. “Il matrimonio non è facile, eh?”
 
“La prima volta fu prima di incontrare Yoongi.”
 
“Oh.” Si strinse nelle spalle. “Devi essere una noona interessante. Scommetto che Suga-ssi-”
 
“Quanti anni hai?” lo interruppi bruscamente, ma essendo la moglie di Yoongi, avevo imparato che dovevo dire quello che volevo quando ne avevo il coraggio. Sbatté le palpebre mentre gli altri sogghignarono. “Hai detto che Taeyeon è una tua noona. Ma sembri più grande di lei. Cioè, lei sembra abbastanza giovane per avere ventisette anni. Hai chiamato anche Seohyun la tua noona. Quindi non hai ancora trent’anni. Quanti anni hai?”
 
Taeil ridacchiò. “È piuttosto perspicace, eh?”
 
“Ho ventitré anni,” rispose P.O.
 
Wow. Non mi aspettavo che avesse solo un anno più di me.
 
“Abbiamo finito di comportarci in modo strano?” chiese Jaehyo rivolgendosi a nessuno in particolare.
 
“Perché dovrebbe essere strano? Ormai conosciamo i Bangtan da un po’,” disse Zico. Si strinse nelle spalle. “È solo che non abbiamo mai avuto l’occasione di parlare veramente tra di noi. Voglio dire, eravamo alla cena organizzata dal padre di Suga-ssi, ma… Non abbiamo parlato con loro.”
 
“Eravate lì?” domandò Seohyun. “Huh. Quella sera non vi ho visto.”
 
Zico scrollò le spalle. “Non ci piace attirare l’attenzione.”
 
Guardai P.O e poi Zico. “I suoi capelli di certo non vi aiutano ad evitare i riflettori. I tuoi? Forse.”
 
Si voltarono verso P.O, che cercò di guardarsi i capelli. Gli si incrociarono gli occhi. Risero della sua stupidità. “Immagino di no,” concordò Zico.
 
Yoongi sospirò. “Basta con le stronzate. Dov’è il tizio?”
 
“Oh, ce l’ha J-Hope,” Yukwon indicò la porta. Lanciò un’occhiata a Namjoon quando Yoongi lo guardò male. “Non… dovevo… darlo a J-Hope? Ha detto che era lui il responsabile dell’interrogatorio.”
 
“Suga ha avuto qualche problema a far parlare I.M.,” disse Jin.
 
“Metterlo fuori uso non lo chiamerei ‘problema’,” Jimin scrollò i muscoli. “Il tizio è svenuto da un paio d’ore.”
 
Yoongi lo fulminò. “Cosa avrei dovuto fare? Dovrei lasciare che ogni coglione del Paese pensi di potermi fottere andando da Hyemi? È vivo. In realtà sono un po’ deluso da me stesso. Per quanto l’ho colpito forte, mi aspettavo di avergli fatto qualche danno serio.”
 
Jin gli lanciò un’occhiata. “Gli hai rotto il naso, Suga. Penso che tu abbia fatto abbastanza danni al punto che J-Hope ha avuto ragione a buttarti fuori.”
 
Namjoon era d’accordo. “Siamo fortunati che non gli hai rotto la mascella. Altrimenti non avrebbe potuto dirci niente.”
 
“Alcuni uomini sono più protettivi di altri nei confronti delle loro donne,” disse sorridendo il basso Lee Taeil. “È un semplice istinto umano.”
 
Namjoon sbuffò. “Suga solo protettivo nei confronti di Hyemi-noona? Sì, come no.”
 
“Hai qualcosa da dire?” domandò Yoongi al suo Leader.
 
Quando scosse la testa, un sorrisetto furbo apparse sulle guance paffute di Namjoon. “Niente affatto.”
 
Poi Yoongi si voltò a guardare la Gang di fronte a lui. “Chi di voi è il maknae?”
 
Yukwon spinse P.O in avanti. P.O cercò di rientrare nella formazione, ma Kyung lo spinse di nuovo. P.O si voltò verso mio marito con un’espressione agitata. La sua voce si spezzò, “I-Io…?” Povero P.O.
 
“Vai a prendere il membro dei Romeo. Ora.” Yoongi fece un cenno con la testa verso la porta. “J-Hope non mi lascia entrare. Quindi tu lo recupererai per me.”
 
“Davvero pensi che J-Hope-hyung ti lascerà avvicinare a quel tipo?” domandò Jimin. “È già incazzato con te perché hai fatto svenire il primo. Per non parlare del fatto che a malapena si capisce quello che dice a causa del naso rotto.”
 
Namjoon affermò, “Ho già messo in chiaro che finché non otterremo informazioni da entrambi, a J-Hope non è permesso farti entrare in quella stanza. Non ti avvicinerai a nessuno dei due.”
 
Yoongi gli lanciò uno sguardo che fece tremare tutti. “Che cosa hai appena detto?”
 
Mi leccai le labbra per prepararmi all’accesa discussione che sarebbe esplosa dopo aver aperto la bocca. “Yoongi, perché non lasci che sia J-Hope ad occuparsi del membro dei Romeo? Voglio dire, possono aiutarlo Namjoon o V. Anche tu dovresti riposare, giusto?”
 
Mio marito si voltò a guardarmi. Mi studiò il volto prima di girarsi nuovamente verso i Block B. Tutti lo guardarono in attesa. Schioccò le dita dietro di lui, cioè verso di noi, e poi indicò la stanza degli interrogatori. V ci lasciò per seguire gli ordini silenziosi di Yoongi. I Block B lo fissarono scioccati. Zico mi guardò con stupore prima di posare nuovamente gli occhi sul ragazzo dalla pelle lattea.
 
“Hai appena… persuaso Suga-ssi, quello Suga, a seguire il tuo suggerimento,” ansimò B-Bomb. Era la prima volta che diceva una parola da quando si era presentato.
 
“Incredibile,” annuì Taeil.
 
“Voi due dovete avere un bellissimo rapporto,” soffiò Jaehyo.
 
“Un matrimonio diverso dagli altri,” disse loro Jungkook.
 
Yoongi gli lanciò un’occhiata per quel suo commento da sapientone. Si diresse verso la tenda. Namjoon gli chiese dove stesse andando con tutto il lavoro che c’era da fare con i Romeo. Yoongi lasciò che uno sguardo stanco gli attraversasse il volto. “Sono sveglio da più di dodici ore, con un sonnellino di soli quindici minuti. Sto andando a dormire.” I suoi occhi si spostarono su di me e capii che dovevo seguirlo.
 
Avevo notato che quando Yoongi andava a letto e c’erano altri uomini nella stanza, io dovevo restare al suo fianco, anche mentre dormiva. Sistemai la tenda mentre lui si stendeva sul materasso nell’angolo. Mi guardai intorno, notai una piccola poltrona a sacco e mi ci sedetti sopra. Questa volta guardai Yoongi mentre dormiva.
 
Come al solito, aveva quello sguardo innocente su quel suo viso perfetto. Non faceva mai facce brutte mentre dormiva. Questo attirava sempre il mio interesse, considerando che quando era arrabbiato, ero testimone delle sue smorfie più brutte e contorte. Avevo visto sia la sua malvagità che la sua innocenza. Era come se fosse composto da entrambi, ma l’innocenza era rinchiusa così in profondità che era stata soffocata dalla malvagità nata dalla mancanza d’amore. Io volevo semplicemente portare più spesso alla luce quel piccolo pezzo di lui.
 
Non volevo cambiarlo. Diavolo, mi ero abituata alla sua freddezza. Forse mi dicevo che ne valeva la pena per quel sorriso che mi aveva fatto alla cena di suo padre. Cosa avrei dato per rivedere di nuovo quei denti perfetti che si illuminavano. Che portavano la luce in quegli occhi di solito freddi e marroni. Ciò che mi piaceva di più del suo sorriso, era probabilmente il fatto che si riuscivano a vedere le gengive. Ma non era un tratto brutto come nella maggior parte delle persone che avevano un sorriso gommoso. Mi scombussolava lo stomaco, mi riempiva il petto d’adrenalina e mi mandava a fuoco le guance.
 
Avrei tanto voluto rivedere quel sorriso.

Autore originale: kristinxm
Traduttore: Btsuga_D

ɴᴇʟ ʙᴇɴᴇ ᴇ ɴᴇʟ ᴍᴀʟᴇ || ᴍ.ʏᴏᴏɴɢɪ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora