Capitolo 38: Senza Fiato

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Quando tornammo all'appartamento, non desiderai altro che fare la doccia e il mio spazzolino da denti. Piansi mentre entravo nella doccia, durante la doccia e mentre mi lavavo i denti. Il mio corpo aveva trattenuto fin troppe lacrime e ne avevo passate così tante che pensavo andasse bene piangere solo per oggi. Mi guardai allo specchio e mi esaminai il volto.

La doccia calda mi aveva rilassato i muscoli quanto bastava per non farmi più sentire tesa. Ciò nonostante, tutto il movimento che avevo fatto in precedenza aveva solo peggiorato il dolore che sentivo nel corpo.

Presi gli antidolorifici che Yoongi mi aveva lasciato sul tavolo. Gradii così tanto l'acqua che ne bevvi altri due bicchieri. Sapevo che nell'appartamento, vicino a Yoongi, ero al sicuro. Ma eravamo al covo, uno vicino all'altra, quando ero stata rapita. E sapevo che stava facendo la doccia. Si meritava un po' di privacy.

Eppure mi ritrovai in piedi di fronte alla porta socchiusa del bagno. Dei movimenti sotto l'acqua mi suggerirono che stava ancora facendo la doccia. Mi sedetti di fronte alla porta con le ginocchia contro il mento, le braccia strette intorno alle gambe. La testa, e così anche il cuore, mi facevano troppo male per continuare a piangere. Mi guardai semplicemente le dita dei piedi, con sguardo assente.

Negli ultimi giorni avevo ucciso così tante persone. Avevo assistito a delle azioni indescrivibili, indimenticabili. Eppure non era questo che mi turbava di più. Ciò che mi turbava di più era il fatto che lo avevo accettato così facilmente. Avevo persino pregato Jeonghan di lasciarsi uccidere. Da quando ero diventata così spietata?

Le rotelle nella mia testa stavano girando troppo velocemente per poter registrare che il getto della doccia era stato spento. Non finché non avvertii una presenza dietro di me. Ansimai quando la porta si aprì completamente.

"Cosa stai facendo?"

Non guardai in alto. Mi limitai a rafforzare la presa intorno alle mie gambe. "Non sapevo se aspettarti o-"

Ancora una volta, Yoongi mi prese in braccio senza alcun avviso o esitazione. Andammo in quella che avevo dimenticato fosse la mia stanza. Mi distese sul letto e poi fece per uscire.

"Dove stai andando?" domandai.

Si fermò sulla soglia. "A letto."

"Ma-"

"Dovresti farlo anche tu."

Sentii di nuovo le lacrime pungermi gli occhi. "Non lasciarmi."

Yoongi marciò verso di me e mi trascinò via dal letto. Inciampai nei miei stessi piedi quando entrammo nella sua stanza. Si arrampicò sul suo lato del letto. Mi diede le spalle mentre rimanevo in piedi a fissarlo dietro le lacrime.

"Perché mi odi di nuovo?" chiesi.

Le sue spalle si rilassarono mentre si girava per guardarmi. Ci fissammo per alcuni minuti prima di rendermi conto che non ero solo io che lo stavo guardando con gli occhi pieni di lacrime. Alcune delle lacrime che pensavo fossero mie, erano sue. Mi stava guardando con la stessa tristezza negli occhi, la stessa paura rimasta dagli eventi di quella giornata. Non lasciò cadere nessuna di quelle lacrime. Era abbastanza forte da farle asciugare. Si alzò e spalancò le sue braccia per me.

Rimasi al mio posto, troppo spaventata che potesse respingermi all'ultimo momento. Quella notte non avrei potuto sopportarlo. Sentivo dolore ovunque. Non c'era un centimetro che non mi facesse male. E soprattutto, la mia testa pulsava dolorosamente dietro lividi viola e qualche taglio qua e là. Non potevo lasciare che venisse ferito anche il mio cuore.

ɴᴇʟ ʙᴇɴᴇ ᴇ ɴᴇʟ ᴍᴀʟᴇ || ᴍ.ʏᴏᴏɴɢɪ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora