Capitolo 44: Secondo Passo

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Yoongi aveva deciso di rimanere un'altra settimana alle Maldive. Io non avevo nulla in contrario. Disse che così avremmo avuto più tempo per stare da soli prima di ritornare da quei ficcanaso dei Bangtan. Ma cerchiamo di dire le cose come stanno. Il vero ficcanaso era V.

Oggi avevamo intenzione di rimanere sdraiati nel letto per tutto il giorno. All'inizio, detestai quell'idea. Ero così abituata a fare qualcosa – pulire, fare il bucato, cucinare – che in realtà era davvero difficile non poter fare niente. All'inizio. Ma dopo essermi alzata per fare una doccia, aver lavato i denti e indossato una canottiera nera e dei pantaloncini del pigiama firmati Ivy Park, non mi dispiaceva l'idea di non fare niente per tutto il giorno. Ritornai a letto e trovai Yoongi che ancora stava dormendo.

Gli baciai la spalla. Si mosse, ma non si svegliò. Sorrisi a me stessa prima di baciargli di nuovo la spalla nuda. Sbirciando, vidi che era ancora addormentato. Ne approfittai per baciargli il collo e lui si contrasse. Posai il braccio sulla sua vita così che la mia mano potesse scendere lungo il suo addome e raggiungere l'elastico dei suoi pantaloncini da basket. Prima che le mie dita potessero anche solo cercare di chiudersi intorno all'elastico, la sua mano afferrò la mia. Mi bloccai, gli occhi spalancati. Ero morta.

"Sono sicuro che non stai cercando di molestarmi nel sonno," borbottò Yoongi. Aveva ancora la voce impastata dal sonno. Che carino.

"No, non lo sta facendo. Stai sognando. Torna a dormire. Potresti essere fortunato."

Si girò, mi bloccò la testa nella sua presa e decise di tornare a dormire. Cercai di liberarmi ma lui si limitò a ridacchiare. Gli morsi il fianco per gioco. Lui sibilò prima di lasciarmi andare. Mi asciugai la bocca mentre mi mettevo a sedere. Mi afferrò e mi tenne stretta quando cercai di scendere dal letto.

Yoongi mi bloccò le mani su entrambi i lati della testa. La sua presa era debole, scherzosa. Sapevo che se avessi voluto alzarmi, mi avrebbe lasciata andare. Mi chiese, "Allora? Cosa stavi cercando di fare?"

"Non so di cosa parli. Stavi sognando."

Sogghignò. "Cosa ti fa pensare che possa sognare te che mi fai quelle cose?" Poi notò i miei capelli umidi. "Da quanto tempo sei sveglia?"

"Abbastanza tempo da aver fatto una doccia, lavato i denti – a proposito, dovresti proprio andare a farlo – ed essermi vestita per una giornata che passerò all'insegna del far niente."

"Oh, pensi davvero che il tuo alito abbia un buon profumo appena sveglia? La prima volta che hai dormito nel mio letto, la mattina dopo sono quasi svenuto."

Roteai gli occhi. "Beh, avresti dovuto dirmelo. Ci sono state delle volte che mi hai costretto a baciarti dopo che avevi mangiato pane all'aglio per punizione, solo perché non avevo messo abbastanza formaggio nella tua lasagna. Ricordi? Quando eri solito molestarmi sessualmente con i tuoi baci?"

"Dimmi una sola volta che l'hai odiato dopo che hai iniziato ad innamorarti di me. Sto aspettando."

Sbuffai. Giuro, a volte aveva una bella faccia tosta.

"Adesso devo tenerti lontana. E oggi stavi cercando di infilare la mano nei miei pantaloni. Pervertita."

Aiutandomi con i fianchi, lo spinsi fino a ribaltare le nostre posizioni. Sollevò un sopracciglio.

"Vedi? Sei davvero-"

"E se riuscissi davvero a mettere le mani qui dentro, sul serio mi impediresti di toccarti?" Sogghignai. "Scopriamo se sei davvero così impavido come pensa la gente."

Ci ribaltò e mi ritrovai di nuovo distesa sulla schiena. "Alito mattutino – ricordi?" Sogghignò prima di togliersi da sopra di me per dirigersi in bagno.

ɴᴇʟ ʙᴇɴᴇ ᴇ ɴᴇʟ ᴍᴀʟᴇ || ᴍ.ʏᴏᴏɴɢɪ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora