«Quando potrò uscire?» chiese Melany al dottore, non appena entrò nella sua stanza.
«Le analisi sono buone e la TAC non ha mostrato nulla di rilevante. Direi che domani la possiamo dimettere» le rispose l'uomo robusto dal camice bianco.
«Domani? Ma se sto bene, non potrei uscire oggi? Magari adesso» incalzò la ragazza, stufa di essere rinchiusa lì dentro.
«Se proprio vuole possiamo cercare di farla uscire questo pomeriggio, ma io le consiglio un altro giorno di riposo» le disse il medico, aggiornando la sua cartella digitale sul tablet personale di lavoro.
«Va benissimo» ribatté lei, scendendo dal letto e iniziando a ordinare la roba da portar via.
«Tesoro, ascolta il medico. Si tratta solo di un altro giorno» le disse la madre, sottovoce, avvicinandosi a lei.
«Mamma, sono già due giorni che sono confinata qui. Mi riposerò a casa» concluse, guardando il medico con decisione.
«D'accordo, allora preparo i documenti per la dimissione» concluse l'uomo uscendo dalla stanza.
Melany non voleva rimanere in quel posto un momento di più. Odiava gli ospedali sin da quando, da piccola, venne ricoverata d'urgenza per una sospetta appendicite. Sfortunatamente, incappò in un infermiere poco pratico con i bambini, il quale le mise più paura del dolore lancinante che le provocava l'infiammazione. Alla fine, non fu più operata perché, per fortuna, bastarono antinfiammatori e terapia del ghiaccio ad alleviare i sintomi, ma ne uscì così sconvolta da cercare in tutti i modi di evitare ogni dottore o struttura ospedaliera.
«Allora torniamo a casa» disse la madre, felice di riavere la sua bambina con sé.
«Sì, mamma. Torniamo a casa» mormorò Melany, rilassandosi.
Fu dimessa in serata e, non appena arrivò a casa, si buttò sul suo soffice letto. In ospedale stava troppo scomoda e non vedeva l'ora di fare una bella dormita, e anche una doccia. Il silenzio di casa le avrebbe conciliato un lungo e riposante sonno. Peccato che, in quel momento, la troppa calma fungesse da arma a doppio taglio. Non era facile dimenticare quanto successo e durante le scorse notti si era svegliata più volte in preda al panico, con la paura che Alex potesse essere lì per strangolarla e vendicarsi.
Il suo istinto le sussurrava di rimanere qualche altro giorno in casa, di isolarsi ancora un po' dal resto del mondo. Ma poi si alzò dal letto, decisa, e andò in cucina.
«Mi domando come hai fatto a sopravvivere due giorni senza di me» disse rivolta alla madre, aprendo il frigo ed esaminando la desolazione dei ripiani.
«Ma se sono stata quasi tutto il tempo con te. Solo la sera ero... fuori» le rispose stizzita, mentre riordinava alcune cose portate dall'ospedale.
«Ah, già. Fuori con il tuo fidanzato» ribatté Melany, cercando qualcosa da mangiare nella dispensa.
«Ma... ma... Io non ho nessun fidanzato!» le rispose sua madre, imbarazzata, distogliendo lo sguardo dalla figlia.
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Come una farfalla [Completa]
RomanceUn incontro inaspettato attende Melany Rose nella nuova scuola. Nessuno dovrebbe conoscerla, eppure lui sa il suo nome. Ma chi è? Ha degli amici, poco raccomandabili, ma preferisce star solo; non torna a casa dopo la fine delle lezioni; passa il tem...