Un forte grido ridestò bruscamente Melany dal sonno: aprendo gli occhi, si alzò subito a mezzo busto vedendo Giorgio buttare Ren giù dal letto con un pugno sul viso.
«Che cosa diavolo ti salta in testa?! Cosa le volevi fare?» gridò l'uomo contro il figlio, alzando il pugno stretto all'altezza del volto. La madre di Melany era immobile sulla soglia con le mani sulla bocca e gli occhi spalancati, mentre Cecile scuoteva la testa disgustata da quella scena.
«Ti stai sbagliando, è un errore! Non è successo nulla!» strillò Melany, scendendo di fretta dal letto. Si frappose tra i due alzando le mani all'altezza del petto, sperando di fermare la furia di Giorgio. Era sconvolta per quanto erano stati stupidi.
«Stai dicendo che non ha tentato di...»
«No, no! Non è come pensi!» replicò subito, interrompendolo. «I-Io... io volevo solo un po' di compagnia perché non mi sentivo bene» aggiunse, inginocchiandosi accanto a Ren e prendendogli il viso fra le mani per controllare il labbro spaccato dall'urto.
«E per te "compagnia" significa dormire insieme abbracciati?» blaterò Cecile.
Melany si volse a guardarla riservandole uno sguardo pieno d'odio che avrebbe potuto incenerire il loft, anzi l'intero villaggio. Perché diavolo doveva essere così stronza?
«O-Ora calmiamoci. Forse sarà meglio andare di là e parlarne con tranquillità» disse Claudia cercando di mantenere un tono pacato, ma si percepiva tutta la sua tensione.
Melany l'osservò e dopo un cenno di assenso si girò nuovamente verso Ren. «Fa' vedere» sussurrò, avvicinando un dito al labbro del ragazzo.
«Sta' ferma!» replicò lui rabbioso, afferrandole la mano.
Giorgio rimase immobile a guardarli, poi, a pugni stretti, uscì dalla stanza seguito da Cecile e Claudia, la quale rivolse prima un ultimo sguardo ai due ragazzi.
Melany rimase inginocchiata accanto a Ren, fissando i suoi occhi di cristallo pervasi da fulmini rossi di rabbia, persi nel vuoto.
«Merda!» gridò, scagliando un pugno contro il pavimento. «Sono stato un vero imbecille!» aggiunse furioso, a denti stretti. Melany, per consolarlo, tentò di accarezzargli i capelli, ma lui rifiutò bruscamente il suo gesto. Si voltò a guardarla e, dispiaciuto, le prese la mano fra le sue. «Scusami, non volevo...»
«Ren, siamo in due a esserci comportati da veri stupidi, non devi colpevolizzarti così» mormorò Melany, rivolgendogli un sorriso che lui non vide.
«No, è colpa mia. Tu ti sei addormentata per prima e io ti stavo guardando tenendo d'occhio l'orario sul telefono...» confessò a disagio, passandosi una mano fra i capelli.
Melany drizzò la schiena. "Mi stava guardando?" ripeté nella mente e si sentì improvvisamente felice, ma quello non era il momento di pensare a cose del genere.
Subito si drizzò in piedi e tese una mano verso Ren. «Ci stanno aspettando. Penso che, ora come ora, la mia strategia di spiegare le cose con calma sia quella migliore, no?» dichiarò con tono deciso.
Ormai il danno era fatto e non rimaneva altro da fare che porvi rimedio. Ren alzò il capo per guardarla, la vide sicura di sé e abbozzò un sorriso; prese la sua mano, si sollevò in piedi e, tirandola a sé, le lasciò un casto bacio sulle labbra.
«Ok, andiamo» sussurrò risoluto, mentre Melany dovette ritrovare la giusta concentrazione che il gesto del ragazzo aveva mandato in fumo.
Tenendosi per mano uscirono dalla stanza e si avviarono nel soggiorno dove li attendeva il resto della famiglia: Cecile e Claudia erano sedute sul divano, la prima con braccia e gambe incrociate e sguardo furente, la seconda composta e un'espressione indecifrabile, mentre Giorgio sostava in piedi, spalle al muro, con una mano sul volto, come se stesse cercando di far pressione sulle tempie per mitigare il mal di testa.
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Come una farfalla [Completa]
RomanceUn incontro inaspettato attende Melany Rose nella nuova scuola. Nessuno dovrebbe conoscerla, eppure lui sa il suo nome. Ma chi è? Ha degli amici, poco raccomandabili, ma preferisce star solo; non torna a casa dopo la fine delle lezioni; passa il tem...