Capitolo 44 - Come una farfalla

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Durante i giorni d'esame, Melany e Ren non s'incontrarono: la ragazza superò le prove scritte con ottimi voti, persino in matematica, e affrontò l'esame orale a testa alta, forte di aver memorizzato tutto il programma formulato. La sua tesi sull'Amore, su come tutto fosse legato da questo sentimento, su come infiniti autori avessero romanzato le sue varie sfaccettature, su quante persone ne fossero cadute preda sperimentando quanto, a volte, può essere crudele, riscosse grande interesse da parte degli esaminatori che si congratularono con lei per aver reso interessante e originale un tema così convenzionale.

Quando terminò il suo colloquio si sentì improvvisamente più leggera, come se avesse scaricato in un attimo tutta la tensione che si era portata da mesi sulle spalle; pur essendo vestita con una salopette a pantaloncino smanicata, data la giornata particolarmente afosa, si sentiva molto accaldata e decise di passare dalla toilette per potersi rinfrescare. Con le punte dei capelli bagnati, e qualche goccia d'acqua sul viso, camminava verso l'atrio pronta a lasciare l'istituto, tuttavia, poco prima dell'ingresso, trovò Ren ad aspettarla, che non appena la vide le andò incontro.

«Finito?» chiese il ragazzo, dopo averle dato un bacio.

«Sì. Andiamo?» rispose Melany, felice di rivederlo dopo tanto tempo.

«Aspetta. Vieni con me» disse lui tendendole la mano, che lei afferrò subito.

Senza farsi notare dal personale che stava supervisionando la sicurezza per chi ancora svolgeva gli esami, scesero le scale dirigendosi fino all'aula di scienze.

«Probabilmente questa sarà l'ultima volta in cui entrerò qui dentro. Anzi sicuramente» commentò la ragazza, superando la soglia.

Ren, dopo aver mosso qualche passo all'interno, si sedette su un banco attirandola a sé. «È per questo che ti ho portata qui. Per imprimere l'ultimo ricordo di noi due in quest'aula» affermò, osservandola con sguardo triste.

Da quando avevano deciso di iscriversi nella stessa università, ma in momenti diversi, il ragazzo si era mostrato molto insofferente, tanto che, qualche volta, aveva ritrattato. Melany l'osservò rivolgendogli un dolce sorriso, accarezzandogli una guancia.

«Menomale che quel giorno non mi sono fatta i fatti miei» disse all'improvviso.

«Di cosa parli?» chiese Ren confuso e l'espressione di lei si fece beffarda.

«Stavo rientrando nella mia classe quando ho visto dei bulli trascinare un povero ragazzo in quest'aula» iniziò il suo racconto con enfasi, come stesse narrando una favola a dei bambini. «Allora io, presa da un atto eroico, mi sono precipitata qui dentro, convinta di poterlo aiutare, ma, ahimè, mi sono ritrovata in mezzo ai guai». Il ragazzo la strinse a sé e posò la fronte sul suo petto, mentre l'ascoltava divertito. «Già mi vedevo vittima di quei cattivoni, quando, all'improvviso, un ragazzo in fondo all'aula rovescia un banco facendomi prendere un accidente, si avvicina, mi afferra il polso e mi dice: "La prossima volta continua a farti i fatti tuoi, Melany" e mi butta fuori dall'aula» continuò, imitando una voce maschile per enfatizzare la citazione, e Ren rise. «Sono rimasta impietrita, sconvolta per qualche secondo e poi sono scappata via chiedendomi come mai quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio conoscesse il mio nome» concluse ponendosi una mano sul mento, come se ci stesse ragionando in quell'istante.

«Sul serio? Occhi di ghiaccio?» ridacchiò lui, alzando lo sguardo su di lei.

«Giuro! Non me lo dimenticherò mai quel ragazzo. Pensa se avessi seguito il suo consiglio e mi fossi fatta i fatti miei».

«Se così fosse stato, non mi sarei mai innamorato di te» affermò, posando un bacio sulle sue labbra.

Melany arrossì. «E-Ehi, chi ti dice che parlavo di te?» domandò ponendo le mani sui fianchi con stizza.

Come una farfalla [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora