«Maledetto imbecille!» sbraitò Melany buttando con violenza la borsa sul letto.
Tornata a casa di corsa aveva subito ignorato i tentativi della madre di parlarle, sbattendo la porta della sua camera affinché non la seguisse. Era furiosa, nera di rabbia, ma ciò che la infastidiva più di tutto era non aver fatto una scenata, come suo solito. Si sarebbe meritato tutte le parole di rimprovero che le erano balzate in mente, senza esclusioni di colpi. Dopo una serata tanto perfetta, dove si erano scambiati tenere confidenze per cui lui aveva persino riso, qual era il motivo di quel triste epilogo? Perché aveva deciso di lasciarla?
«Ma che razza di discorsi sono?» borbottò inviperita, levandosi il cappotto e gettandolo sulla sedia accanto alla scrivania. «"Presto capirai"? Ma che diavolo significa?! Non siamo mica in un cavolo di film giallo!» aggiunse, sedendosi sul letto e prendendo il telefono dalla borsa.
Sbloccò la schermata e visualizzò la chat di Ren pronta a scrivergli un'infinità d'imprecazioni, ma, un attimo dopo, tutto il suo fervore sembrò sparire in un lampo e improvvisamente si sentì svuotata, come se non provasse più nulla. A cosa sarebbe servito sfogarsi così? A niente, se non a fargli capire quanto stesse soffrendo.
Rimase in silenzio finché non sentì bussare alla porta.
«Tesoro... tutto bene?» le chiese sua madre al di là della soglia.
«Lasciami stare» rispose Melany d'istinto. Non voleva essere scontrosa con sua madre, tuttavia non riusciva a controllare le emozioni.
«Posso entrare?» domandò la donna con tono mesto, ma lei non aveva voglia di vedere nessuno, tantomeno di chiacchierare rivangando quanto appena successo, però sapeva bene che sua madre non si sarebbe data pace finché non le avesse dato retta.
«Va bene...» replicò sbuffando.
Claudia aprì lentamente la porta ed entrò nella stanza senza dir nulla, limitandosi a osservare la figlia che giaceva stesa sul letto, a pancia in su, tenendo poco sopra il viso il telefono, fissandolo con sguardo truce.
«Che cosa vuoi?» chiese Melany voltandosi leggermente verso di lei.
«Niente di che... Volevo dirti che se vuoi preparo io il pranzo di domani, per l'Immacolata» ribatté la donna.
Melany gettò il telefono sul letto e si alzò mettendosi a sedere. «Lo vuoi capire che sei un disastro in cucina? Sporchi tutto, non pulisci e il mangiare fa schifo! Non hai mai voluto imparare perché tanto c'era papà, e adesso che non c'è più? Se fosse stato per te avremmo sempre e solo mangiato roba già pronta. Per cui finiscila una buona volta con questo discorso!» sbottò senza controllo, ma si sentì subito terribilmente in colpa quando vide lo sguardo avvilito della madre. Era stata davvero cattiva e non era giusto prendersela con lei.
«S-Scusami... non volevo, ho sbagliato. Sono molto nervosa e avevo dimenticato che volevi preparare qualcosa stasera per il pranzo di domani», mormorò abbassando lo sguardo sulle mani posate in grembo, «Dammi qualche minuto ancora, per favore. Fra poco arrivo» aggiunse Melany alzandosi dal letto e avvicinandosi alla scrivania, così da dare le spalle alla donna. Claudia non disse nulla, poi mosse qualche passo verso la figlia.
«Tesoro, c'è qualcosa che vuoi dirmi?» domandò dolcemente. Melany si mise le mani sulla nuca, come per voler attenuare un grosso peso che portava sulle spalle, e abbassò il capo, chiudendo gli occhi.
«No...» rispose con tono basso, roco e sofferente.
«Tu sai che puoi dirmi ogni cosa... È successo qualcosa con il tuo ragazzo?» avanzò sua madre. Era la prima volta che vedeva la figlia tanto giù di morale e desiderava fare qualcosa per aiutarla, per quanto sapesse lei stessa di non essere brava in quel genere di cose.
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Come una farfalla [Completa]
RomantizmUn incontro inaspettato attende Melany Rose nella nuova scuola. Nessuno dovrebbe conoscerla, eppure lui sa il suo nome. Ma chi è? Ha degli amici, poco raccomandabili, ma preferisce star solo; non torna a casa dopo la fine delle lezioni; passa il tem...