Capitolo 33 - Cena di famiglia

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Alla fine, Melany aveva deciso di accettare l'invito di Irvine per quella uscita. Avevano passeggiato per il centro della città, chiacchierando e fermandosi a osservare qualche vetrina. Non era successo nulla di che, una semplice serata fra amici, e lei era stata bene in sua compagnia. L'unico problema che non aveva calcolato e che, dopo aver insistito affinché potesse riaccompagnarla a casa, il ragazzo le aveva chiesto di ripetere l'esperienza il pomeriggio successivo.

Era ovvio che lo facesse e lei era stata una sciocca a non metterlo in conto, tuttavia non aveva voglia che diventasse qualcosa di ripetitivo perché sapeva che, nonostante lui le avesse detto che non si aspettava nulla da lei, non aveva smesso di sperare di ricevere qualcosa in più.

Così, quella mattina, inventando una scusa per non incontrarlo a metà strada, si era recata a scuola da sola, arrivando in aula all'ultimo minuto cosicché lui non potesse domandarglielo ancora una volta, tuttavia era un palese palliativo.

«Melany, ti cercano» disse una compagna di classe, durante il cambio dell'ora.

Melany era seduta al suo posto a giocherellare con il telefono e dapprima alzò lo sguardo sulla ragazza, confusa, poi lo spostò verso la porta.

«Ma che ca...» borbottò vedendo Ren appoggiato al muro di fronte. Subito si drizzò e il suo movimento repentino fece cadere la sedia a terra, perché appesantita dalla cartella.

«Per caso è il tuo ragazzo?» commentò sottovoce la compagna, mentre lei rialzava la sedia. «Perché è davvero un gran fico! Come si chiama? Di che classe è? Però, mi sembra di averlo già visto» ridacchiò.

Melany le rivolse uno sguardo irritato. «Sta' zitta!» sbottò indispettita, passandole accanto e dirigendosi verso la porta.

Sapeva benissimo già da sé quanto Ren fosse affascinante e da quando era tornato a scuola erano aumentate le ragazze che parlavano di lui, soprattutto perché aveva smesso di indossare sempre il solito cappuccio e continuava a salire al suo piano. Perché non se ne restava nell'aula di scienze?

Uscendo dalla classe il suo sguardo incontrò subito quello del ragazzo, poi, muovendo ancora qualche passo, si fermò di fronte a lui.

«Non ti vedrò piombare qui tutti i giorni, spero» borbottò, incrociando le braccia al petto.

Ren sbuffò, irritato per il tono sprezzante che gli aveva rivolto. «Tua madre continua a scrivermi. Dille di smettere se non vuoi che ti disturbi» disse, porgendole il telefono con stizza.

Melany si gonfiò di rabbia: il giorno precedente aveva redarguito Claudia per quel che aveva fatto, ma evidentemente non si era arrabbiata abbastanza con lei.

«Ma il mio telefono funziona! Perché ha scritto a te? Quella stupida...» mormorò fra i denti, afferrando il dispositivo dalla punta perché le loro dita non si sfiorassero.

Il messaggio diceva:

Il messaggio diceva:

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