Capitolo 32 - Cuore di ghiaccio

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Ogni notte, Melany riviveva nei suoi sogni il ricordo di quel terribile giorno: come fosse spettatrice dall'alto, osservava la sua corsa disperata verso Ren, si accasciava accanto a lui e cercava di rianimarlo mentre aspettava l'ambulanza, tuttavia nessuno arrivava in loro soccorso. Sentiva la sensazione del corpo freddo del ragazzo sotto le sue mani e lo fissava inerme con il volto rilassato di chi, ormai, ha smesso di lottare per la vita. Gridava, piangeva e continuava le compressioni sul suo petto, disperata; poi, improvvisamente, Ren apriva gli occhi e, con un ghigno, le sussurrava: "È tutta colpa tua".

A quel punto, Melany si svegliava di soprassalto, zuppa di sudore, con il respiro affannoso e sedendosi sul letto si copriva il volto con le mani, nella speranza di soffocare le lacrime. La ragazza era sconvolta e tormentata, tanto da aver perso anche l'appetito. Dopo aver raccolto le forze ed essersi recata in ospedale per troncare la sua relazione con Ren, era rientrata a casa in preda a una crisi di pianto, disperata, ma si era ormai del tutto convinta che quella fosse la soluzione migliore per entrambi.

Aveva deciso di tagliarsi i capelli perché continuava a vederne le punte sporche del sangue del ragazzo e di indossare vestiti scuri perché i soliti erano troppo colorati e non rispecchiavano il buio che aveva nel cuore. Il rapporto con sua madre si era raffreddato, si parlavano a stendo, così come con le altre persone a lei vicine, Becca compresa; non aveva voglia di parlare con nessuno, desiderava restare da sola. Soltanto Irvine, dimostratosi più insistente del solito, era riuscito a mantenere una certa confidenza con lei, ma neanche le sue battute spiritose riuscivano a strapparle un sorriso. Era diventata l'ombra di se stessa, triste e cupa.

Il primo di febbraio, Melany indossò abiti neri, com'era diventato suo solito fare, si truccò e cercò nello specchio la sicurezza che le donava il suo nuovo aspetto: l'atteggiamento arrogante e il look aggressivo erano solo una facciata per non mostrare a nessuno le sue debolezze. Di una cosa, però, non riusciva a fare a meno: la collanina con il pendente a farfalla che portava nascosta sotto la canottiera.

Andando a scuola, si incontrò a metà strada con Irvine: il ragazzo, intuito il dolore che invadeva il suo cuore, pur non conoscendone perfettamente le motivazioni, le volle restare vicino, benché lei avesse messo subito in chiaro le cose: "Non accetterò battute allusive o approcci con secondi fini. Se sono queste le tue intenzioni, sparisci dalla mia vista" gli aveva detto in uno dei suoi momenti peggiori in cui la sua tristezza la induceva a scacciare chiunque, tuttavia Irvine non si era lasciato scoraggiare. Melany era quasi riuscita ad abituarsi a quella situazione, a quell'apparente calma che avvolgeva le giornate rendendole tutte uguali e monotone, ma non aveva fatto i conti con il rientro a scuola di Ren.

Non appena aveva sentito chiamare il suo nome si era immobilizzata sul posto; inizialmente aveva pensato di aver immaginato quella voce e si era voltata delusa da se stessa che ancora non riusciva a smettere di pensare a lui, tuttavia, vedendolo realmente lì, di fronte a lei, aveva percepito sgretolarsi in un soffio il castello di sabbia che si era creata per proteggersi.

Facendosi coraggio, era riuscita a rispondergli senza mostrare alcuna emozione, ma dentro di sé il cuore batteva all'impazzata: Ren l'aveva fissata con i suoi splendidi occhi azzurri e il suo abbigliamento, giacca bordeaux, jeans e Converse rosse, le aveva regalato la speranza che nulla in lui fosse cambiato, tuttavia non era così. I suoi lunghi capelli neri non c'erano più, erano rasati su un lato e lasciavano ben visibile la cicatrice dell'operazione, mentre sul viso e sul collo erano ancora visibili lievi contusioni. Per un attimo si era lasciata cullare dall'illusione, uno splendido sogno a occhi aperti.

Arrivata in classe, aveva cercato di non farsi turbare oltre dal suo ritorno, tentando di comportarsi come aveva fatto negli ultimi giorni, ma poco dopo se ne pentì. A pochi metri da lei, Ren l'aveva fissata con sguardo truce e sentendolo gridare con rabbia aveva capito che non poteva fare altro se non seguirlo nell'aula di scienze. Sapeva che le parole di quel giorno non potevano essergli bastate, sicuramente avrebbe voluto una spiegazione e si era immaginata quella conversazione centinaia di volte, cercando di trovare la forza di troncare ogni cosa fra loro, tuttavia lui aveva detto qualcosa che non si sarebbe mai aspettata: "Io non ho intenzione di rinunciare a te, Melany...". Quelle parole avevano impiegato meno di un secondo a far vacillare le sue convinzioni. Perché voleva stare ancora con lei? Non gli era bastato quel che gli aveva fatto? Il solo pensiero che avrebbe potuto fargli ancora del male aveva completamente congelato il suo cuore.

Come una farfalla [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora