Capitolo 26 - La viglia di Natale *Terza Parte*

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«Beh? Allora?!» schiamazzò Becca al telefono. Inaspettatamente, nel punto in cui Melany si era seduta il dispositivo riceveva un minimo di segnale.

«Uhm, non so se te lo voglio dire» ridacchiò.

«E dai, non fare la stronza! Allora?» incalzò l'amica, incuriosita.

«Beh, penso proprio che io e Ren siamo tornati insieme» confidò.

«Come, come?! Ma perché dici "penso"?»

«Perché non ce lo siamo detti in modo esplicito, tipo: "Ok, torniamo insieme". Però, quando gli ho confessato che i miei sentimenti per lui contavano più di ogni altra cosa, ha risposto che per lui è lo stesso. E poi mi ha baciata. Ci siamo tenuti sempre per mano e prima di rientrare al loft mi ha detto che non voleva stare con nessuna a parte me, anche se l'ho praticamente costretto ad ammetterlo. Posso dedurre che siamo tornati insieme, no?» raccontò, ragionando man mano che pronunciava le parole. Era sempre stata molto insicura e faticava a credere a qualcosa se non le veniva detto in modo esplicito, come se fosse troppo strano che stesse capitando a lei.

«Ma certo che sì! Tu e la tua poca fiducia in te stessa mi farete morire. Sono strafelice per te, amica mia!» strillò Becca, emozionata.

«Grazie, anche se... adesso...» mormorò Melany mentre, accovacciata sul davanzale della finestra, fissava la parete di fronte a sé.

«Già, adesso c'è la parte più dura. Cosa direte hai vostri genitori? Ci avete pensato?» domandò l'amica, riacquistando un tono serio.

«In realtà, ho deciso di rimanere sola in casa proprio per dedicarmi a questo, ma è più di mezz'ora che ci penso senza cavarne un ragno dal buco» sbuffò seccata. Si voltò all'improvviso verso l'ingresso non appena sentì rumore di chiavi provenire dall'esterno. «Ma che... aspetta Becca, qualcuno sta cercando di...» sussurrò un po' spaventata, ma sgranò subito gli occhi dallo stupore quando la porta si aprì. «Ren? Che ci fai qui? Non siete più andati in paese?» domandò perplessa, sbattendo più volte le palpebre.

«Cosa? Ren è lì con te?» chiese Becca, involontariamente sottovoce.

«Sì...» sussurrò Melany.

Ren si levò il giubbotto, lo posò sulla sedia e si voltò verso di lei. «Loro sì, io non ne avevo voglia» ammise con un sorriso e si diresse verso la sua stanza.

«Non ne aveva voglia» ripeté la ragazza a voce bassa, confusa. Se non gli andava di seguirli non avrebbe potuto dirlo prima?

«E quindi se gli altri sono via, sarete soli. Giusto il giorno in cui vi siete rimessi insieme» analizzò Becca la situazione.

«Già... Oh, cazzo!» esclamò Melany, realizzando all'istante la realtà delle cose.

«Finalmente la mia piccola Melly diventerà una donna! Qui scatta la vostra prima volta!» ridacchiò l'amica, emozionata.

«Ma che cavolo stai dicendo?! Stupida!» sbottò Melany terribilmente in imbarazzo, poi si mise una mano sulla guancia sentendo la pelle bollente.

In quel momento Ren tornò nel soggiorno diretto nel cucinino per prendere una bevanda dal frigo e si fermò a osservarla mentre inveiva contro il telefono.

«Perché gridi?» domandò e lei si voltò subito verso di lui.

«Ehm... Beh, cioè...» farfugliò senza controllo, sentendo l'agitazione invaderle il petto e il calore farsi strada in tutto il corpo.

«È lì? In bocca al lupo!» disse Becca al telefono, poi interruppe la telefonata.

«Brutta stro...» commentò Melany guardando il dispositivo con rabbia, poi si volse ancora verso Ren, il quale le parve ancora più sconcertato.

Come una farfalla [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora