Capitolo 16 - Cambiamenti

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Erano ormai passati dieci minuti da quando Melany aveva iniziato a suonare insistentemente il campanello del citofono di Ren. Giunta lì di corsa, si sentiva ancora scossa per quel che le aveva detto Risa; non era una ragazza ipocrita e mai avrebbe voluto che si venisse a creare una situazione del genere. Aveva sbagliato, lo sapeva, e avrebbe fatto di tutto per porvi rimedio, affinché il suo ragazzo smettesse di essere arrabbiato con lei. 

Suonò ancora una volta e provò a bussare al portone, nella speranza che la signora Teresa la sentisse, ma non ricevette alcuna risposta. Prese il telefono e, scendendo le scale antistanti, sbloccò lo schermo per visualizzare la chat di Ren, il quale non aveva neanche letto il suo "Mi apri?". Si guardò intorno grattandosi la testa, confusa sul da farsi, e, fissando il palazzo, le venne in mente un'idea malsana. Si portò di fronte a una facciata dell'edificio, mettendosi sotto la finestra della cucina di Ren, e, dopo aver verificato che ci fossero pochi passanti nei paraggi, prese un bel respiro.

«Reen! Perché non mi apri?» gridò alzando la testa nella direzione dell'appartamento, ma ebbe alcuna risposta. Melany iniziò a spazientirsi e incrociò le braccia al petto, sbuffando. «Non ti sembra di esagerare? Coraggio, aprimi!» incalzò spazientita. Come poteva porre rimedio ai suoi errore se lui assumeva questo atteggiamento? Ogni volta era così: sottostare al suo comportamento la sfiniva, ma, ciononostante, non voleva rinunciare a lui. Prese di nuovo un bel respiro. «REE...»

«Che stai facendo?» Una voce familiare la interruppe all'improvviso. Melany si pietrificò sul posto, poi lentamente si volse e vide Ren alle sue spalle che la fissava perplesso.

«M-Ma tu... eri uscito?» chiese paralizzata e sconvolta.

«Sì, a fare la spesa» rispose lui alzando la busta che reggeva in mano. Melany voleva scomparire, sprofondare e sotterrarsi da qualche parte per nascondere la sua vergogna. Aveva dato per scontato che lui la stesse di nuovo ignorando, senza pensare a una valida alternativa.

«E-E... il cellulare?» biascicò, unendo le mani sul ventre e abbassando lo sguardo sulle sue scarpe.

«L'ho dimenticato a casa. Esattamente, cosa stavi facendo?» le domandò Ren rivolgendole un sorriso beffardo. La ragazza non voleva confessare la scemenza appena commessa e si guardò intorno alla ricerca d'ispirazione.

«S-Stavo... re... respirando! Esatto! Respiravo, sì...» mentì, inspirando profondamente dal naso. «È-È una così bella giornata, non trovi?» 

Inventare frottole non era di certo un suo talento, anche perché la giornata si presentava umida e nuvolosa. Ren la guardò rivolgendole uno sguardo di sufficienza, poi si voltò per salire le scale, e Melany gli andò dietro senza proferire parola, sentendolo ridacchiare divertito. Era sicura che, prima d'intervenire, avesse assistito alla scena in silenzio. Maledetto!

Entrarono nell'appartamento avanzando verso il soggiorno; la ragazza si levò il giubbotto, posandolo sul divano insieme allo zaino, mentre Ren sistemava la busta con la spesa sul tavolo in cucina.

«C-Che cos'hai comprato?» chiese Melany avvicinandosi a lui, nel tentativo di riprendersi dall'imbarazzo.

«Insalata e altra roba» rispose Ren spostandosi nel soggiorno per posare la giacca.

«Vuoi dire carne? Puoi dirlo, non sono mica così bigotta» disse lei frugando nella busta, estraendone il contenuto e aprendo un pacchetto avvolto nella carta. «Petto di pollo... Come lo cucini?» domandò seguendo i movimenti del ragazzo con gli occhi, intento a selezionare una padella dalla credenza.

«Qui dentro, in qualche modo» rispose alzando le spalle. Melany, ricordando che non sapeva cucinare, scosse la testa e gli levò il tegame dalle mani.

Come una farfalla [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora